Recensione Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti (2005)

Non sempre riuscitissimo, ma quantomeno inventivo, originale e coraggioso, 'Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti' segna il debutto su grande schermo di un studio di animazioni, la Kanbar, che sarà bene tenere d'occhio per il futuro

Al lupo, al lupo

Come il titolo italiano lascia supporre, Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti non rientra nel trend disneyano di riproporre le fiabe classiche sul grande schermo, ma rappresenta un rifacimento in chiave moderna e, perchè no, parodistico-poliziesca. Il risultato della contaminazione tra la classica favola di Cappuccetto Rosso e I soliti sospetti prende il via dove le vicende della storia originale si interrompono, mettendo in piedi una detective story che analizza i fatti con dei flashback dal punto di vista di ogni personaggio, nel tentativo di scoprire se sia in realtà il lupo il vero colpevole della vicenda.
Tra una Cappuccetto Rosso che si dimostra meno innocente di quanto ci si possa aspettarre, la nonnina alla ricerca di emozioni forti, il lupo sarcastico più che cattivo ed il boscaiolo tonto, nessuno è in realtà ciò che sembra ed il lavoro di indagine coordinato dalla rana Nicky Flippers non è semplice.

Non sempre riuscitissimo, ma quantomeno inventivo, originale e coraggioso, Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti segna il debutto su grande schermo di un studio di animazioni, la Kanbar, che sarà bene tenere d'occhio per il futuro, considerando il livello più che sufficiente di questa prima prova.
Il film è diretto dai quasi esordienti Cory Edwards, Todd Edwards e Tony Leech, che hanno curato anche la sceneggiatura del lavoro, e, almeno nella sua versione originale, vanta un cast di doppiatori di tutto rispetto, che comprende Glenn Close nel ruolo della nonnina, Anne Hathaway per la piccola Cappuccetto Rosso, James Belushi e Chazz Palminteri.

Con i costi dell'animazione 3D molto più accessibili, aumentano anche i gruppi di lavoro e gli studi al lavoro su film realizzati con questa tecnica. Il rischio è di trovarsi di fronte a prodotti, come questo, che non hanno ancora un stile ben delineato, che alternano dal punto di vista tecnico sequenze molto ben costruite e realizzate, ad altre che avrebbero richiesto del lavoro aggiuntivo. In particolare si nota la mancanza di equilibrio in alcuni momenti del film, sequenze in cui non tutti i particolari hanno lo stesso livello e stile (per esempio il realismo dell'acqua del fiume che mal si adatta a sfondi molto cartoonistici e colorati), o scene molto ricche dal punto di vista visivo che stonano al confronto con altre che hanno un livello di dettaglio inferiore.
Molto curato nella stesura delle sceneggiatura, articolata al punto da diventare quasi un difetto e poco bilanciata nelle trovate comiche, che di tanto in tanto risultano poco integrate nella struttura narrativa, il film è particolarmente buono per quanto riguarda il lavoro realizzato sui personaggi, sia dal punto di vista creativo che da quello della resa su schermo, dal design alla realizzazione tecnica.

Un buon debutto da parte della Kanbar, quindi, e un altro nome che potrebbe aggiungersi in futuro all'elenco degli studi che operano con successo nel settore dei film d'animazione in 3D.

Movieplayer.it

3.0/5