Un nuovo teen drama si appresta a farsi largo nel catalogo Netflix. Stiamo parlando di Adorazione, la serie ispirata dal libro omonimo di Alice Urciuolo (Prisma) e adattata da Donatella Diamanti insieme ad un team di autori e diretta da Stefano Mordini, disponibile in piattaforma dal 20 novembre.
Al centro l'amicizia fin tra due ragazze, Elena (Alice Lupparelli) e Vanessa (Noemi Magagnini). Un rapporto interrotto quando la prima scompare gettando nel panico la provincia dell'Agro Pontino dove vivono e le loro famiglie, legate come la comunità di cui fanno parte. Mentre si prova a far luce sulla verità, Vanessa è costretta a fare i conti con se stessa e con i propri sogni e aspirazioni, scoprendo un lato dell'amica che non conosceva, mettendo in discussione la loro fiducia.
Video intervista a Stefano Mordini, Alice Lupparelli, Noemi Magagnini, Donatella Diamanti
E da qui siamo partiti nella nostra chiacchierata con Stefano Mordini, Alice Lupparelli, Noemi Magagnini e Donatella Diamanti. Una frase ricorrente nello show è "Non mi stai ascoltando" più che "Non mi stai capendo". Un sintomo della paura più grande della Generazione Alpha ovvero gli adolescenti di oggi?
Dice Noemi Magagnini, classe 2001 e alla prima vera importante esperienza su un set come la collega, riuscendo quindi a parlare proprio della generazione che racconta: "Secondo me è più che altro non essere creduti. Un adolescente quando parla anche di cose che sente molto e ne parla in modo convinto, l'adulto ha la presunzione di spiegargli che quella sua emozione è qualcosa che sta vivendo o analizzando in maniera sbagliata, a spiegarli come vivere meglio quel momento e quella sensazione. Io penso che l'adolescenza sia uno dei momenti di massima lucidità dell'essere umano, di massimo fervore dell'animo e quindi le verità e ciò che senti in quel periodo sono più istantanee e vere".
Le fa eco Alice Lupparelli: "Quel 'Non mi ascolti' significa quindi 'Sento che non viene dato valore al processo emotivo che sto attraversando'. Sicuramente ogni generazione affronta in modo diverso l'adolescenza e c'è quindi spesso la pretesa da parte dei genitori di imporre un modo per attraversarla però c'è il bisogno da parte dei figli il bisogno di essere compresi".
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Alla head writer Donatella Diamanti e al regista Stefano Mordini chiediamo invece quali sono state le loro reference nel costruire a livello di scrittura e messa in scena questa storia, oltre al romanzo originario. Noi ad esempio ci abbiamo visto un pizzico della serie di Marlene King, dato che l'elemento mystery è maggiormente presente rispetto al libro.
Dice Mordini: "Io personalmente no però è vero quello che analizzavamo. Ovvero che esiste ovviamente una memoria collettiva attraverso la visione di tanti film e serie tv. Io non ho fatto riferimento specifico a qualcosa ma è ovvio che c'è qualcosa dentro di te che hai attraversato e fatto tuo e che restituisci con un'identità che non è solo del regista ma di tutto ciò che avviene in quel momento. Credo anche che se ricorda o assomiglia a qualcos'altro, ben venga, perché vuol dire che ci inseriamo con tranquillità in un territorio come quello del Griot Fulêr che cantava al fuoco le grandi avventure e quindi diventa racconto collettivo".
Gli fa eco la Diamanti: "Avrei dato la stessa risposta perché parlavamo delle reference chiedendoci come mai se parli spesso ultimamente e probabilmente la massa di testi in ogni tipo di modalità di trasmissione è tanta e tale che siamo sempre costretti a fare i conti con qualcosa che c'è già. Però se consideri che Ovidio all'epoca sua diceva che era stato già tutto scritto, figurati noi (ride). Quindi ci shakeriamo dentro tutto quello che abbiamo visto e inevitabilmente si entra -noi ci auguriamo anche in modo nuovo- di fare genere che oramai è fare un multigenere. Solo Shakespeare ci riusciva, creando opere buone per tutti tra l'altro: adulti, adolescenti e così via".
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Chiudiamo la nostra intervista chiedendo il teen drama che hanno nel cuore i diretti interessati. Alice Lupparelli dice subito Skins mentre Noemi Magagnini è convinta su Euphoria "perché come tipo di narrazione anche se non tratta gli stessi temi, per il modo in cui di ogni personaggio viene analizzata la sua psicologia e cosa sta passando, può essere paragonata ad Adorazione e a me è piaciuta tantissimo".
Chiude la Diamanti con una proposta di adattamento verso chiunque sia in ascolto: "Porci con le ali che era il mio preferito da adolescente (uscito nel '76 e divenuto già un film nel '77, sconfessato dagli autori e sottoposto a censura, ndr)".