Adagio, Stefano Sollima: "Torno a Roma per raccontare gli esseri umani"

La tangenziale est di Roma, la criminalità di una volta e le generazioni future: Stefano Sollima racconta il suo noir urbano, Adagio. Presentato a Venezia 2023.

Adagio, Stefano Sollima: 'Torno a Roma per raccontare gli esseri umani'

Una Roma che brucia, tra le fiamme di un incendio che incombe e le ossessioni criminali di un mondo passato. Stefano Sollima dirige e scrive Adagio, ovvero l'ideale chiusura di un suo percorso, che si destreggia negli anfratti sfumati del bene e del male. "Ho una tendenza naturale nel raccontare gli esseri umani. Non siamo solo bene o male. Ma pieni di sfumature. È la somma che costruisce il personaggio", spiega il regista, che ha presentato il film in Concorso a Venezia 2023.

Adagio
Adagio: una scena del film

La storia? Quella di Manuel, sedici anni, un padre anziano e una fuga tra le strade del quadrante est della Capitale, braccato da un gruppo di individui in quanto ritenuto scomodo testimone. Ad aiutarlo, due ex-criminali, due "vecchi lupi", amici di suo padre. Nel cast di Adagio troviamo infatti Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini (forse il personaggio più interessante, disegnato come fosse uno squalo), oltre al protagonista, interpretato dall'esordiente Gianmarco Franchini. "Manteneva professionalità e purezza. Era perfetto. Anche se al provino ha fatto 25 minuti di ritardo...", scherza Sollima, a proposito della rivelazione Franchini.

Roma come spazio umano

Adagio Gianmarco Franchini  Credits Emanuela Scarpa
Adagio: Gianmarco Franchini in una scena

Se nel cast ci sono nomi importanti, è poi la storia a prendere il sopravvento, avendo Roma come personaggio centrale. "In Adagio c'è la Roma meno vista, come potresti raccontare Los Angeles. È una città dove la gente si muove. E poi ci sono elementi distopici, ma estremamente realistici. Solo dopo c'è una funzione drammaturgica che mette in scena la storia". Il tema del film, secondo il regista, va "al di là del contesto. È un gangster noir sentimentale e intimo. Sullo sfondo c'è una situazione criminale, ma poi troviamo il rapporto padre figlio. Un momento determinate. Che non passa attraverso il denaro, che comanda il mondo criminale. Ecco l'atto d'amore".

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Il bene e il male secondo Sollima

Adagio  Adriano Giannini  Credits Emanuela Scarpa Vxxpewd
Adagio: Adriano Giannini in una scena

Come accade nei film di Stefano Sollima, la differenza tra bene e male è molto sottile, tanto che Adagio preferisce concentrarsi su un altro aspetto: "Abbiamo declinato l'amore paterno e famigliare. L'idea del racconto poi non è narrare l'ordine, ma la declinazione del male: il cuore puro è quello dei giovani. Contrapposti ad una generazione senza morale. Bisogna salvare il nuovo". E prosegue, poi, tornando sulla geografia: "Il film nasce da un atto d'amore: tornare a girare nella mia città. Sembra io sia andato via, ma io sono sempre rimasto. Ho fatto i sopralluoghi con il motorino. Roma non è cambiata, forse sono io più insofferente".