Da A Real Pain a Estranei: i cinque migliori film sull'elaborazione del lutto

Quello di Kieran Culkin è solo l'ultimo tassello di una galleria cinematografica dove lo schermo si fa seduta collettiva di accettazione della perdita. Ecco le migliori visioni sul tema.

A Real Pain e i film sul lutto

E poi arriva quella telefonata. Bastano poche parole, che ci vediamo costretti a resettare la nostra esistenza, a de-programmare il nostro presente, giocando sulla forza del ricordo. Bastano poche parole e la presenza si fa assenza; la perdita si muove dentro di noi, come un parassita che ci mangia dall'interno, aprendo una voragine che solo il tempo - forse - allevierà. Elaborare un lutto non è mai facile. Non esiste un foglietto illustrativo, o un libretto di istruzioni per convivere con la mancanza.

A Real Pain Kieran Culkin E Jesse Eisenberg Immagine
Jesse Eisenberg e Kieran Culkin nei panni dei cugini Benji e David

Come Benji e David in A Real Pain, esorcizzare la morte di una figura imprescindibile alla nostra esistenza, significa mettersi in viaggio e circondarsi di quei passaggi, di quegli ambienti - urbani e non - che l'hanno vista nascere, crescere, e quasi morire.

Il cinema, per quel suo costante viaggiare al confine tra sogno e realtà, vita e sonno, gioca con la nostra interiorità per parlare alle nostre fragilità. Non solo e soltanto finestra sulla realtà circostante, è un portone aperto sul nostro io interiore. E per quanto rifuggiamo dall'idea, in questo cammino chiamato vita, anche la mano della morte è un elemento che, prima o poi, è destinata a fare capolino. E allora tanto vale trovare un proprio complice in questo cammino di rinascita, di accettazione del dolore, di superamento della perdita ed elaborazione del lutto. Jesse Eisenberg lo sa bene. Il suo A Real Pain è solo uno dei cinque migliori film sull'elaborazione del lutto; film che si fanno seduta psichiatrica collettiva dove lo schermo si fa catarsi, e la visione supporto concreto.

1. A Real Pain

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Jesse Eisenberg e Kieran Culkin in A Real Pain

Sono sempre colti insieme, David (Jesse Eisenberg) e Benji (Kieran Culkin). I due cugini si fanno forza a vicenda, immortalati come parti di un insieme che non si può disunire, altrimenti tutto cederebbe sotto il peso della pena, lasciando spazio allo scheletro nudo di dolorose fatture. Sono la calce e il mattone, i due cugini, di un percorso innervato di parole in circolo; una fiumana di pensieri che riempiono un viaggio alla scoperta degli ambienti che hanno visto nascere, crescere, e poi scappare via, la nonna da poco venuta a mancare. All'ombra della rinascita urbana, e al cospetto di un ricordo di morte di stampo nazista, i due partono per superare il dolore della perdita, per finire a ritrovare se stessi, tra legami sbrindellati, e rapporti messi in pausa.

2. Albama Monroe - Una storia d'amore

The Broken Circle Breakdown:  Veerle Baetens in una scena del film insieme a Johan Heldenbergh
I Protagonisti di Alabama Monroe

Uno dei tratti distintivi dello stile del pittore olandese Johannes Vermeer non è solo lo sfruttamento quasi matematico di una luce che tocca e dona tridimensionalità ai propri soggetti, quanto l'utilizzo di personaggi ordinari ritratti mentre compiono gesti e azioni di vita quotidiana. Il regista Felix Van Groeningen riscopre tutta questa potenza fotografica per affidare ai propri, ordinari, personaggi, il compito di portavoce di un dramma intimo, eppure così universalmente condivisibile, come la morte che incontra l'amore, e la nascita che abbraccia il sonno eterno. Nel suo Alabama Monroe, Elise e Didier vivono di semplici cose, e semplicemente si innamorano. Dalla loro unione nasce Maybelle, fonte di gioia e portatrice di un dolore delirante, disarcionante. Un dolore che ti disunisce, ti fa a pezzi, come a pezzi è la linearità di un racconto adesso decostruito e rimontato così da inframmezzare il dolore del presente con il ricordo dolcissimo del passato. E forse non vi è modo migliore per anestetizzare la sofferenza, e fare della perdita un dolce navigare in un mare perennemente in tempesta.

3. La stanza del figlio

La stanza del figlio, i protagonisti in macchina
La famosa scena di "Insieme a te non ci sto più" ne La stanza del figlio

Giovanni (Nanni Moretti) è uno psicoanalista, ma è anche un padre e marito amorevole. Il suo è un equilibrio domestico pronto però a essere scosso da un'immersione, dalla quale il figlio Andrea tornerà senza vita. La perdita del figlio sarà il punto di partenza di una disgregazione tanto personale, quanto famigliare. Giovanni non riesce quasi più a lavorare; Paola si chiude nel dolore e Irene (sorella di Andrea) diventa irascibile. Basterà un pezzo di carta, una lettera scritta e inviata da Arianna, che Andrea lo aveva conosciuto solo per un giorno, per rimettere in sesto le cose e far sì che ogni pezzo di un puzzle disordinato, trovi adesso il suo posto originario. È un film doloroso, La stanza del figlio. Un lento cammino di accettazione del dolore, di un uomo che diventa padre a metà, giostrandosi tra assenza e presenza, gioie e dolori, hic et nunc e doloroso passato.

4. Aftersun

Aftersun 2
I protagonisti di Aftersun

È un film che respira, Aftersun. Un corpo di celluloide che impara a inspirare ed espirare così da vivere e ricordare, tornare indietro nel tempo e recuperare frammenti mnemonici che minacciano di svanire, perdersi, diluirsi nel presente. Charlotte Wells ha bisogno di sentire il papà cha perso; ha bisogno di riviverlo per poter accettare del tutto la sua perdita, e per farlo sa che deve ridargli la vita grazie al potere del cinema. Il suo esordio al cinema è dunque un racconto intimo di un viaggio fatto vent'anni prima con il proprio papà in un residence a basso costo in Turchia. Una riformulazione del passato restituita con fare semplice, modesto, analogico; una riappropriazione dei ricordi affidata a una videocamera accesa, pronta a immortalare sprazzi di ricordi e momenti di un viaggio in cui un "a presto" si tramuterà ben presto in un "addio".

A Real Pain, recensione: un film toccante che ci ricorda l'importanza dell'empatia e della memoria storica A Real Pain, recensione: un film toccante che ci ricorda l'importanza dell'empatia e della memoria storica

5. Estranei

All Of Us Strangers
Paul Mescal e Andrew Scott in Estranei

La morte che vive a stretto contatto con la vita: è un rapporto di mutuo rispetto e profonda devozione quello che si trova alla base della cultura giapponese. Ciò non rende comunque meno opprimente il peso della perdita, l'accumulo del dolore che investe anche chi, come il protagonista del romanzo di Taichi Yamada, si ritrova orfano da ragazzino, e ospite dei propri genitori defunti da grande. Un racconto di riappropriazione di attimi privati, tolti e mai restituiti, quello di Estranei, che tra le mani di Andrew Haigh si tramuta in un film ancora più introspettivo, sostenuto da una rete di non detti e di costanti rimorsi. La stessa paura di rivelarsi per ciò che si è veramente, diventa un ulteriore tassello in una casa di carta pronta a volare via alla prima folata di vento. Ma con i propri genitori davanti, così vivi e così spettrali, per Adam (Andrew Scott) la perdita si tramuta in rinascita e finale accettazione di sé.