A Discovery of Witches - il manoscritto delle streghe 2, la recensione: Diana e Matthew nella Londra del 1590

La nostra recensione di A Discovery of Witches - il manoscritto delle streghe 2, seconda stagione della serie, in onda su Sky Atlantic dal 16 gennaio, che ripercorre le vicende narrate nella Trilogia delle anime di Deborah Harkness.

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A Discovery of Witches: un'immagine della seconda stagione

In questa recensione di A Discovery of Witches - il manoscritto delle streghe 2 ci siamo trovati di fronte al difficile compito di esprimere un giudizio su una serie che ha avuto il coraggio di evolvere in qualcosa di nuovo introducendo il viaggio nel tempo come strumento narrativo principale e fondamentale allo sviluppo della trama. In onda alle 21:15 su Sky Atlantic dal 16 gennaio 2021 e disponibile anche su NOW TV, questa seconda stagione, infatti, continua a ripercorrere il difficile cammino narrato nella Trilogia delle anime di Deborah Harkness, celebre serie fantasy che si pone il per nulla facile obiettivo di mescolare il romanzo storico a quello fantastico e romantico, catturando l'attenzione dello spettatore attraverso intrighi, magia e storie d'amore proibite.

Un viaggio nella Londra del 1590

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A Discovery of Witches: Diana e Matthew in una scena della seconda stagione

Nella precedente stagione avevamo fatto la conoscenza di Diana Bishop, una storica dell'università di Oxford che si ritrova tra le mani un antico manoscritto ritenuto per secoli disperso. Nel toccarlo la donna sembra quasi essere infettata dal suo potere e non le sarà più permesso mantenere le sue capacità nascoste. Diana, infatti, proviene da una famiglia di streghe molto potenti, ma dopo la tragica e violenta morte dei genitori, la magia diventerà per lei qualcosa da evitare, da cancellare dal suo presente. A complicare la situazione la relazione con Matthew Clairmont, un vampiro dedito alle ricerche genetiche. I due amanti si troveranno così a dover fuggire dalla loro gente, intrappolati in macchinazioni di potere che rischiano di mettere in pericolo le loro vite e le persone care. In questa seconda stagione Diana, giunta a Londra nel 1590, dovrà a tutti i costi trovare una strega abbastanza potente da poterle insegnare come manipolare e sopratutto controllare la sua magia, restando, allo stesso tempo accanto a Metthew. Messo alla prova da se stesso, il vampiro, infatti, nel riagganciare i contatti dell'epoca si troverà a dover prendere sanguinose decisioni per salvaguardare se stesso e la donna che ama ma, nell'Inghilterra oscura e grigia del 1500, i nemici potrebbero nascondersi ad ogni angolo.

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Come cambiano i personaggi

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A Discovery of Witches: una scena della seconda stagione

Se nella prima stagione Diana era incerta e spaventata dai propri poteri, durante il suo soggiorno nell'Inghilterra Elisabettiana la vediamo determinata nel raggiungere i suoi scopi. Non rimane in disparte, non aspetta di essere protetta, agisce e si muove con consapevolezza di sé e dei suoi obiettivi. Sia nel trovare un mentore che nel cercare notizie sul manoscritto perduto, riesce più volte a dare un contributo intelligente e significativo mostrandosi indispensabile alla causa. Dal canto suo Matthew si troverà schiacciato tra il passato e il presente, tra ciò che era e ciò che è. Nel tentativo di mantenere la situazione sotto controllo su più fronti compie diversi errori, mostrando alla sua compagna lati oscuri di sé a lungo tenuti nascosti. Possiamo reputare queste nuove caratteristiche un'evoluzione convincente dei personaggi? Sicuramente sì, se Matthew diviene più "umano" e guidato da sentimenti ed emozioni, Diana acquista sempre più, invece, piena consapevolezza del suo appartenere ad una specie diversa. È questo fattore a rappresentare uno degli elementi più interessanti di una stagione non perfetta e forse meno accattivante della precedente sotto molti aspetti, ma che comunque conserva un fascino particolare grazie ai suoi protagonisti.

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La difficile rappresentazione dei viaggi nel tempo

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A Discovery of Witches: una scena della serie

A fronte di una messa in scena interessante e ben curata, è proprio la permanenza nel passato a creare qualche problema, non solo ai protagonisti della serie. L'immersione nel passato del 90% delle vicende raccontate può avere un effetto straniante su quegli spettatori che avevano apprezzato nella prima stagione la trasposizione contemporanea, in un universo credibile e riconoscibile, di figure legate all'horror come vampiri, streghe e demoni. Nel re-immergere tali figure in un'epoca lontana si priva la serie di quell'elemento che la rendeva più vicina allo spettatore. Nel cercare di mantenere, ovviamente nei limiti del possibile, una certa aderenza storica, A Discovery of Witches - Il Manoscritto delle Streghe diventa piuttosto didascalica: nell'indugiare in nomi noti e fatti diluisce e forza la sua narrazione che diviene così più lenta, a tratti quasi confusa, lasciando troppo spesso in secondo piano i suoi protagonisti, anch'essi sopraffatti da un periodo storico che non gli appartiene. Pur nel consigliare caldamente questa seconda stagione agli appassionati di storia inglese e dei racconti ambientati nel passato, non possiamo negare che avremmo preferito un maggior equilibrio nella narrazione, così come un più efficace e significativo incedere delle vicende principali.

Conclusioni

Come affermato nella nostra recensione di A Discovery of Witches - il manoscritto delle streghe 2, questa seconda stagione manca di equilibrio nella narrazione, i protagonisti si muovono in un'epoca a loro ostile che ci viene raccontata piuttosto nel dettaglio e in maniera fin troppo didascalica, pur prendendosi le necessarie libertà richieste da una serie di stampo fantasy. Buona ed efficace l’evoluzione dei personaggi che costituisce, insieme alla messa inscena, il punto di forza di questa stagione 2.

Movieplayer.it
2.5/5

Perché ci piace

  • La messa in scena, curata ed efficace.
  • L’evoluzione dei personaggi, interessante e convincente.

Cosa non va

  • La narrazione che manca spesso di equilibrio.
  • Nel cercare l’aderenza storica la serie risulta a tratti eccessivamente didascalica.