A Cannes brilla la stella di Jane Campion

Calorosa e commossa accoglienza per il biopic Bright Star diretto da Jane Campion e dedicato alla vita sentimentale del poeta inglese John Keats. Ad accompagnare la Campion a Cannes gli interpreti Ben Whishaw e Abbie Cornish.

Dopo la commozione e l'entusiasmo provocati dalla proiezione del raffinato Bright Star, biopic dedicato alla relazione tra il poeta romantico John Keats e la bella Fanny Brawne, la regista Jane Campion si presenta all'incontro con la stampa cannense accompagnata dai giovani interpreti Ben Whishaw e Abbie Cornish pronta a rispondere a tutte le curiosità che il film ha suscitato.

Mrs. Campion, cosa prova a fare ritorno in concorso a Cannes dopo i premi ricevuti dal suo Lezioni di piano?

Jane Campion - Sono eccitata e impaurita. Ieri sera avevo le farfalle nello stomaco.

Come mai ha scelto di dedicare una pellicola a un personaggio della letteratura inglese come John Keats che negli ultimi tempi è stato un po' dimenticato raccontando un episodio privato della sua esistenza?

Jane Campion - Mi sento molto fortunata ad aver avuto la possibilità di conoscere la biografia di Keats e scoprire la sua vita avventurosa e romantica. Prima di lavorare al film non conoscevo molto bene le sue opere, così ne ho colto l'occasione per approfondire la materia e mi dispiace un po' abbandonare l'argomento ora che il film è pronto.

Ben Whishaw, conosceva già il personaggio di Keats prima di interpretarlo? Nel corso del film la visione sulla sua poesia è cambiata?

Ben Whishaw - Non conoscevo molto bene le opere di Keats e dei poeti romantici. Sono più legato a opere contemporanee, ma sono cresciuto apprendendo la bellezza e la sensualità dei suoi versi. Quando prepari un ruolo devi investigare sul personaggio e innamorarti un po' di lui leggendo le sue lettere, venendo a conoscenza delle sue esperienze. Anche io come Jane adesso sento la mancanza della presenza di Keats.

La prima immagine del film è estremamente fisica e intensa e mostra fin dall'inizio un netto contrasto tra i due protagonisti, John e Fanny.

Abbie Cornish - La concezione visiva di Jane è sempre estremamente particolare e concentrata sui soggetti delle sue pellicole. Penso che per Keats entrare nel mondo della poesia significa venire in contatto con il proprio io, in modo fisico, nella più totale solitudine. Anche per Fanny è così, ma lei ha un approccio molto più femminile.

Jane Campion - All'epoca le donne non avevano molte possibilità per esprimere se stesse, così io ho voluto sottolineare anche visivamente il senso dell'attesa di Fanny, che rappresenta quello di molte altre donne dell'epoca. Vi sono un sacco di modi per raccontare la biografia di Keats e io ho scelto questa modalità.

Lei è una delle poche registe donne ad aver vinto un premio prestigioso come la Palma d'oro. Come si sente a rappresentare la categoria?

Jane Campion - Mi piacerebbe vedere più donne registe, così non avrei la responsabilità di rappresentarle nel mondo (ride, n.d.r.). Il primo contatto con il mondo del cinema è estremamente duro e occorre sviluppare gli anticorpi per portare avanti questa carriera, ma mi auguro che ci siano sempre più donne a farlo.

Mrs. Campion, si è resa conto che l'impressione che si trae dal suo film è quella di una grandissima attenzione al personaggio di Fanny che è portatore di una visione femminista ante litteram?

Jane Campion - Non trovo possibile che esista una donna portatrice di una visione non femminista. L'uomo e la donna posseggono entrambi lati maschili e lati femminili che prevalgono a seconda casi. E' vero però che io mi sono innamorata del personaggio di Abby più di quello di Keats e forse la cosa traspare nell'opera.

Come è stato lavorare in questo film?

Abbie Cornish - Mi sono innamorata immediatamente sia della sceneggiatura sia della passionalità del personaggio di Fanny. Jane mi ha chiesto di entrare nel personaggio e di incarnare la delicatezza, il carisma e allo stesso tempo la passionalità di Fanny. Anche io ho fatto ricerche, come Ben, riportando alla vita, tassello dopo tassello, un personaggio realmente esistito e cercando di restituirgli sentimenti ed emozioni della sua epoca.

Avendo girato un film ambientato in un'epoca passata. Come avete evitato i cliché tipici?

Jane Campion - Il mio è un film storico. Quello che volevo, però, era narrare una storia intima e personale quindi, riguardo alla dimensione storica, mi sono limitata a ricostruire l'ambientazione e l'atmosfera per fare in modo che gli attori si sentissero realmente nel passato, là dove la storia ha avuto luogo. Nella ricostruzione di un'epoca grande importanza l'ha avuta la fotografia che doveva essere semplice e, allo stesso tempo, suggestiva per creare riferimenti visivi precisi all'essenza della poesia di Keats.

Abbie Cornish - Ho sentito una profonda verità in quello che dicevamo e nel modo in cui abbiamo riproposto la storia, scavando a fondo per portare alla luce la vera Fanny e il vero Keats.

Come mai ha girato così pochi film nella sua carriera?

Jane Campion - La verità è che mia figlia assorbe molto del tempo. Lei è il mio miglior film.

Perché ha scelto di girare un film su una persona realmente esistita pur non essendo fan dei biopic?

Jane Campion - Ciò che non apprezzo dei biopic è la necessità di seguire una successione di eventi realmente accaduti che spesso impedisce di soffermare l'attenzione sui dettagli che per me sono realmente importanti, sono ciò che fa la differenza in una pellicola. Per questa ragione non penso che il mio film sia un vero e proprio biopic, ma qualcosa di più complesso.

Quanto è stato difficile creare il personaggio di Fanny, visto che le informazioni storiche su di lei erano infinitamente minori rispetto a quelle su John Keats?

Jane Campion - Effettivamente lavorare su Fanny è stato molto complicato. Noi abbiamo molte lettere di Keats e vediamo il suo punto di vista, mentre per Fanny è stato molto complesso provare a ricostruire il suo carattere e il suo punto di vista sul mondo. Così sono partita dal suo legame con la natura e dalla sua arguzia.


Da alcune scene appare un inedito Keast molto divertente e pieno di vita che lascia stupiti perché esula dall'immagine ufficiale del poeta.

Ben Whishaw - Per come l'ho conosciuto nelle mie ricerche, Keats era un uomo molto divertente e pieno di sense of humor. Ho amato molto questo suo aspetto.

Jane Campion - Keats era amato da molte persone proprio perché era così divertente e socievole. Keats amava raccontare storie, inventare giochi, imitare i presenti e faceva tutte queste cose soprattutto quando era con la sua famiglia.

Come mai le registe australiane fanno così fatica ad emergere a livello internazionale?

Jane Campion - Il problema vero è che in Australia non vi sono veri e propri studios, ma piccole case di produzione isolate che talvolta si uniscono per produrre le opere più costose, però l'Australia è piena di registe piene di talento e vi sono anche molte produttrici donne che aiutano ad emergere opere come Bright Star. Nello studio system invece credo che siano gli uomini a occupare la maggior parte dei ruoli decisionali favorendo talvolta i registi uomini.

(con la collaborazione di Valentina D'Amico)