99 Lune, la recensione: l'erotismo della conflittualità

La recensione di 99 lune: erotismo (annoiato) e conflittualità (umana) per il buon film d'esordio di Jan Gassmann. Protagonisti, due interpreti non professionisti: Valentina Di Pace e Dominik Fellmann.

99 Lune, la recensione: l'erotismo della conflittualità

99 lune di Jan Gassmann è un film molto più teorico di quanto voglia apparire. Perché? È soprattutto un film scritto, e solo dopo rappresentato. Anzi, incollato addosso alla fisicità dei due protagonisti. Una scrittura che, dietro l'eros - costantemente presente - nasconde invece un lato molto meno trasgressivo, e sicuramente più interessante in un panorama odierno in cui tutto sembra destare scandalo, shock, disubbidienza. Come scritto più volte, lo scandalo non parte dal livello artistico - cinematografico, in questo caso - ma dall'approccio che lo spettatore può avere verso l'idea espressa dall'autore. Presentato a Cannes 2022, il film ha comunque fatto parlare di sé per le sequenze di sesso, a tratti spinte, che legano la sceneggiatura firmata dallo stesso Jan Gassmann, regista svizzero alla sua prima opera di finzione, e immediatamente segnalato come una delle "voci più audaci del cinema europeo".

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99 Lune: una scena del film

Una definizione forse frettolosa, ma è innegabile che 99 lune abbia, dietro la sua oscurità, le sue gracilità e dietro la sua facile attrattiva, diversi spunti di interesse, ritraendo in modo asciutto ma puntuale una generazione compressa tra le aspettative, la noia, il bisogno di appartenenza. Una generazione di trentenni sperduta e sconquassata (come sconquassa il terremoto che fa da sfondo alla storia), con i sentimenti chiusi in un bagaglio a mano pronto per essere imbarcato. Jan Gassmann, in questo caso, sfrutta la sessualità contrapposta per entrare nel grigiore contemporanea di due personaggi all'opposto, uniti e poi divisi e poi ancora riuniti. Attenzione, però: con il bollo VM14, 99 lune utilizza l'erotismo come supporto e non come scopo, prestando invece attenzione alle sensazioni complicate che surriscaldano e inquietano la sceneggiatura.

99 lune, lasciarsi e poi riprendersi e poi lasciarsi

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99 Lune: una scena del film

In fondo, l'erotismo di 99 lune è un erotismo annoiato, graffiato, sconnesso, a tratti respingente. E la spiegazione, per un metro stilistico comunque diretto ed esplicito, è da ritrovare proprio nella storia che segue Bigna (Valentina Di Pace), una sismologa di 28 anni che tiene il controllo totale della sua vita. Compresi i fugaci incontri che consuma nei parcheggi, sfruttando dei perfetti sconosciuti per un distaccato rapporto orale. Quella di Bigna è una sorta di routine, spezzata però da Frank (Dominik Fellmann), un DJ di trent'anni che vive alla giornata.

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99 Lune: una scena del film

Tra i due nasce una potente attrazione, nonostante i due siano totalmente incapaci di conciliare l'amore con il sesso, la libertà con la dipendenza emotiva. Per Jan Gassmann, Bigna e Frank sono incollati l'uno all'altra, e di conseguenza anche la sua regia sembra quasi esserne dipendente. Una regia che li consuma, li porta alla ricerca di un piacere consumato in fretta, quasi selvaggiamente. Tuttavia, una regia che, per volere della scrittura, li dividerà più e più volte nell'arco di otto anni (99 lune, appunto), portandoli a scontarsi con i loro demoni e i loro sentimenti.

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La dipendenza emotiva e un eros annoiato

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99 Lune: una scena del film

Demoni, sentimenti, svolte e situazioni. Jan Gassmann non ricerca la finzione e punta invece sul realismo delle cose. A cominciare dai protagonisti, attori non attori (Valentina Di Pace molto più in parte rispetto a Dominik Fellman) che tramutano il copione in una relazione che fonde la carne con l'anima. Due opposti che si incontrano (anzi, si scontrano) a letto (e non solo a letto), provando a sopperire le macroscopiche mancanze di una vita che strapazza e non aspetta. Da questo punto di vista, è tangibile e sostanziale l'ansia dei trentenni, di cui il cinema contemporaneo si sta finalmente facendo portavoce (La persona peggiore del mondo è un esempio), centrando gli umori e i temi.

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99 Lune: una scena del film

Se 99 Lune sfrutta la sessualità e l'erotismo come contesto e pretesto, è invece centrale l'evoluzione allungata che hanno Bigna e Frank. Un'evoluzione naturale, legata alla loro dipendenza. Quella dipendenza emotiva e affettiva, che idealizza una situazione o una relazione e che accompagna l'interno film. Ancora, è poi presente la dipendenza sentimentale di cui soffrono i trentenni, persi e sospesi tra un letto e un lavoro. Gassmann, che riesce a padroneggiare il film - pur incastrandosi in una durata eccessiva e in una routine filmica e narrativa a tratti monotona -, mette dunque in scena la più classica delle tormentate relazioni (e se vogliamo anche teneramente adolescenziale), senza aggiungere nulla ma rispettando l'ordine delle emozioni.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di 99 lune, l'erotismo che lega gli eventi altro non è che un pretesto per descrivere la noia e le storture emotive dei trentenni. Quei trentenni qui rappresentati da una storia che mette in risalto le differenze di una coppia agli antipodi, eppure in balia di un moto passionale che li porterà a cercarsi continuamente. Durata un filo eccessiva, brava la non-attrice Valentina Di Pace.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • La regia asciutta.
  • Valentina Di Pace, una non-attrice davvero brava.
  • I riflessi oscuri di una generazione indecisa.

Cosa non va

  • Potrebbe non dire nulla di nuovo.
  • La durata forse eccessiva.