Nello scrivere la recensione di 9-1-1 Lone Star, dal 1 giugno su Fox Italia, non dobbiamo dimenticarci di due elementi: da un lato della serie di cui è spin-off, ovvero 9-1-1, dall'altro chi l'ha creata, ovvero l'infaticabile e prolifico Ryan Murphy. Una fusione quindi tra le caratteristiche del franchise generalista (arrivato alla terza stagione e già rinnovato per una quarta) e quelle dello stile dell'autore di Glee, Scream Queens e American Horror Story.
Stessa spiaggia, diverso mare
9-1-1 Lone Star nasce da una costola del successo di 9-1-1 ma indipendente da esso (stessa formula, ma diversa ambientazione, un po' come il franchise di CSI). Già dal titolo, si intuisce che se 9-1-1 è uno show molto corale, senza un vero protagonista, questo spin-off ruota principalmente intorno alla figura di Owen Strand, il capitano interpretato da un sempreverde Rob Lowe, bellezza su cui scherza lo stesso personaggio. Murphy insieme allo storico collega Brad Falchuck e a Tim Minear replica quindi la formula del successo di 9-1-1: un cast variegato e con grande sensibilità verso il mondo LGBTQ, non una sola eclatante emergenza a episodio come altre serie procedurali avrebbero fatto, bensì tre o quattro "casi" con risoluzioni a catena in ogni puntata. Murphy e i co-creatori scelgono uno stato conservatore come il Texas per ambientare questa storia, sia per differenziarlo dall'originale sia per permettere nuove dinamiche derivate dai possibili scontri di idee tra la squadra e chi è in pericolo e ha bisogno di aiuto.
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Ricominciare in Texas
Al pubblico piace che un protagonista si trovi a dover ricominciare da capo in una nuova realtà. Owen Strand non fa eccezione e così lui e il figlio omosessuale TK si trasferiscono da New York a Austin per ricostruire una caserma dei vigili del fuoco, rimasta con un solo sopravvissuto dopo un'esplosione, così come aveva fatto nella Grande Mela dopo l'11 settembre. Ci sono alcuni elementi in comune con Station 19, l'altro fortunato spin-off "pompieresco" di Grey's Anatomy su ABC: un padre e un figlio che fanno lo stesso mestiere, il pompiere, e un padre a cui viene diagnosticato un cancro ai polmoni, una delle cause maggiori di morte per chi combatte con fuoco e fumo ogni giorno, a cui si tenta di sensibilizzare gli spettatori; anche se in questo caso la malattia si ricollega alle conseguenze, 20 anni dopo, dell'attacco alle Torri Gemelle, per chi aveva prestato primo soccorso alle vittime. Co-protagonista del serial è Liv Tyler, che presta il proprio volto a Michelle Blake, capo paramedico di Austin: qui le due realtà di vigili del fuoco e paramedici sono separate rispetto a Los Angeles. Michelle è tanto sensibile quanto combattiva, tormentata dalla sparizione della sorella qualche anno prima.
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Lupi solitari
Tutta la squadra messa insieme da Owen è composta da "star" che hanno fatto parlare di se per bravura, talento e soprattutto coraggio: insieme al figlio TK, che ha un passato di dipendenze e segnato da un tentativo di suicidio, troviamo quell'unico sopravvissuto alla tragedia in Texas, Judd Ryder, che soffre di disturbo post-traumatico da stress; Marjan Marwani, musulmana devota divenuta famosa dopo un video sui social in cui effettuava un salvataggio; il transgender Paul Strickland dotato di un grande spirito di osservazione; e, infine, Mateo Chavez, un ripetente determinato a entrare nel corpo dei pompieri. Troviamo anche il corrispettivo di Connie Britton che risponde al 9-1-1 texano in voiceover: Grace Ryder, la moglie di colore di Judd (elemento che lo rende più progressista di quanto sembri inizialmente); e l'alter ego di Angela Bassett, l'agente di polizia Carlos Reyes, migliore amico di Michelle. Per il momento i due mondi di 9-1-1 e 9-1-1: Lone Star coesistono, ma non sono previsti crossover che facciano incontrare i protagonisti delle due realtà, quella losangelina e quella texana. Forte del rinnovo ottenuto per una seconda stagione, lo spin-off potrà proseguire nel crearsi una propria identità e sensibilizzare sia sui temi LGBTQ sia su quelli cari ai vigili del fuoco, continuando a tenere incollati allo schermo gli spettatori.
Conclusioni
Nel chiudere la recensione di 9-1-1 Lone Star, ribadiamo gli elementi in comune con la serie originale: una squadra variegata e coesa, guidata in questo caso da due protagonisti più marcati (Rob Lowe e Liv Tyler), una nuova ambientazione che permette dinamiche e situazioni diverse, i “casi della settimana” che lasciano a bocca aperta lo spettatore, la sensibilizzazione sulle tematiche di integrazione, sul posto di lavoro come nella vita.
Perché ci piace
- Due protagonisti carismatici (Rob Lowe e Liv Tyler).
- I casi episodici sono sorprendenti e avvincenti.
- La nuova ambientazione permette nuove dinamiche.
Cosa non va
- Forse le tematiche care a Ryan Murphy e soci inserite nella trama sono un po’ troppe per una serie sola.