A volte serie madre e spin-off, soprattutto quando le loro strutture narrative sono estremamente condivise, viaggiano sullo stesso binario. Così, dopo che il franchise sui pompieri 9-1-1 di Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear nella sesta stagione aveva un po' esagerato nella verosimiglianza della sospensione dell'incredulità, anche in 9-1-1: Lone Star 4, lo spin-off che torna dal 12 aprile su Disney+ con appuntamento settimanale, sembra che gli autori abbiano fatto lo stesso "errore". Ciò che però pesa in modo diverso sull'ago della bilancia sono alcune storyline personali dei protagonisti e alcune scelte di casting. Vediamole insieme.
Casi al limite
Formula che vince non si cambia e anche in 9-1-1: Lone Star 4 non mancano più casi in un solo episodio che sfidano la prontezza e la resistenza dei suoi protagonisti, insieme a una regia dinamica e ad un montaggio serrato per acuire la suspense e l'adrenalina del racconto. Questa volta il maxi-disastro di inizio stagione è l'ondata di caldo che ha attaccato il Texas con conseguenze disastrose, strizzando l'occhio al cambiamento climatico di tremenda attualità. Ma a colpire ancora di più in realtà è ciò che accade al capitano interpretato da Rob Lowe, Owen Strand, che si ritrova ad avere a che fare nientemeno che col... governo degli Stati Uniti, precisamente con l'FBI, riportando dalle passate stagioni una delle sue nemesi, il capitano della polizia interpretato da Neal McDonough.
La famiglia Strand continua ad essere sotto attacco e questa volta sarà colpita la coppia formata da TK (Ronen Rubinstein) e Carlos (Rafael Silva), che dovrà affrontare il ritorno di qualcuno di davvero inaspettato. Per dimostrare che non si dimenticano di nessuna storyline, gli autori riportano infatti la sorella di Michelle (il capo dei paramedici che aveva lasciato alla fine della prima stagione per trasferirsi lontano), Iris Blake (Lyndsy Fonseca). Prima perduta e poi ritrovata, con problemi mentali di lunga data, ritroveremo la ragazza legata inaspettatamente... proprio a Carlos, che ora pianifica di sposarsi con TK. I bastoni tra le ruote verranno messi alla coppia anche da un rapimento - come dicevamo, forse un po' troppo per una famiglia e una coppia sola, se pensiamo a quante volte siano stati già in ospedale in terapia intensiva.
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Vite al limite
La vita amorosa di Tommy (Gina Torres), uno dei più grandi acquisti della serie alla seconda stagione al posto di Liv Tyler, subirà la prima vera svolta dopo la morte del marito. L'attrice ritrova sul set D.B. Woodside, che ha formato con lei una coppia televisiva già in 24, in Suits e nel suo spin-off Pearson. Come hanno dichiarato gli stessi interpreti, scherzando, "chissà che la quarta non sia la volta buona". Qui Woodside è il nuovo Reverendo della Chiesa di Tommy e Grace, nonché una vittima del grande incendio di inizio stagione, che verrà salvato proprio dal capo dei paramedici. A livello lavorativo e personale, coi due ci sarà da ridere, soprattutto con le rispettive figlie.
Anche per Paul (Brian Michael Smith), che abbiamo seguito poco finora in versione amorosa, c'è qualcosa all'orizzonte, e avrà a che fare proprio con la sua transizione, mostrando un aspetto poco visto nei drama generalisti. Dopo aver esplorato la propria vita sentimentale, invece Marjan (Natacha Karam) mette in discussione le proprie scelte lavorative dopo un caso particolarmente tosto che strizza l'occhio alla cancel culture e alla percezione distorta e pericolosa delle persone sui social media, di cui il suo personaggio è una rappresentante. I più tranquilli e stabili sembrano paradossalmente la coppia composta da Grace (Sierra McClain) e Judd (Jim Parrack), che in passato ne hanno viste di tutti i colori, ma qui servono da contraltare a Tommy essendo i suoi più lunghi amici di vecchia data, e la coppia più recente, quella formata da Mateo (Julian Works) e Nancy (Brianna Baker) una volta che decideranno di ufficializzarla.
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Bilanci al limite
Quello che accomuna però i personaggi in questa quarta stagione, è il fare un bilancio delle proprie vite, lavorative come personali, e delle scelte compiute finora. A qualcuno hanno portato stabilità, ad altri meno, ma si tratta di riuscire a trovare un proprio equilibrio soprattutto in virtù del lavoro al limite che i protagonisti conducono e che, spesso (forse troppo spesso in questa stagione) quel limite lo travalicano. L'anello più debole comunque sembra essere la storyline di Owen, nonostante il carisma imperituro di Rob Lowe su cui si fonda l'intero show. Forse la più fiacca finora per il personaggio, poiché legata ad una spy story - anche politica - che non è mai stata davvero parte dell'assetto narrativo dello show. Peccato non aver fatto piuttosto tornare il personaggio di Amy Acker o i suoi problemi con la rabbia. Confidiamo in qualche nuovo guizzo degli autori per il futuro, che sembra probabile.
Conclusioni
Alzare il tiro fino a (forse) rompere la corda: di questo abbiamo parlato nella recensione di 9-1-1: Lone Star 4, che sembra aver seguito la strada (esagerata) della serie madre 9-1-1 nella sua sesta stagione. A suo favore però vanno alcune storyline dei personaggi, come quelle di Tommy e di Iris. Il serial rimane comunque spettacolare nella messa in scena, forse spingendo troppo sull'acceleratore.
Perché ci piace
- Il maxi-evento di inizio stagione legato al caldo e al cambiamento climatico.
- Le storyline scelte per i personaggi, in primis quella di Gina Torres che ritrova D.B. Woodside.
- Il ripescare un personaggio (quasi) dimenticato come Iris Blake con una storyline tutta nuova legata ai Tarlos.
Cosa non va
- I tanti casi per ogni episodio raggiungono livelli davvero esagerati e troppo inverosimili.
- La storyline claudicante dedicata a Owen informatore per l'FBI.