Valeria Golino e Carlo Buccirosso sono - insieme a Toni Servillo, che ha il ruolo del killer Peppino Lo Cicero, killer che scatena una guerra tra clan quando gli portano via la persona a lui più cara - i protagonisti di 5 è il numero perfetto, esordio alla regia di Igort, fumettista che porta sul grande schermo la sua stessa graphic novel. In sala dal 29 agosto, il film ha aperto la sezione Orizzonti della 76esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Carlo Buccirosso è Totò o' Macellaio, assassino in pensione e amico storico di Lo Cicero, mentre Valeria Golino interpreta Rita, donna integerrima che però ama perdutamente Peppino e, quando si tratta di lui, perde completamente la testa: "Quando amiamo, amiamo anche i difetti delle persone a cui vogliamo bene o per cui abbiamo una passione" ci ha detto l'attrice al Lido di Venezia, proseguendo: "Lui di difetti ne ha tanti, non solo un gran nasone! Non è proprio il marito ideale, però lei lo ama ed è una persona di buon senso finché non si tratta di lui. Da lui in poi può fare qualsiasi cosa."
5 è il numero perfetto, la recensione: vedi Napoli, spera, spara e poi muori
Artista a tutto tondo, con una cura maniacale per fotografia, costumi, musica e inquadrature, per l'attrice è stato un piacere lavorare sul set di Igort: "È più bello lavorare con un regista come Igort che ha un'idea del suo film davvero completa: è come se avesse un universo in testa, un punto di vista molto preciso e ne segue tutti i particolari. Il punto di vista della persona che ti guarda è importantissimo: è stato molto bello lavorare con lui, che ha tutti questi talenti ma era anche al primo film e quindi, per certi versi, aveva anche un'ingenuità. Sapeva molto bene cosa voleva ma non sapeva sempre come ottenerlo. Quindi per lui è stata una ricerca, una scoperta, che gli è servita per capire come funziona questa macchina del cinema, insieme a degli attori che non sono fatti soli di colori ma di carne e ossa."
La video intervista a Valeria Golino e Carlo Buccirosso
5 è il numero perfetto: Napoli e il contrato tra vitalità e la morte
A fare da sfondo al racconto è una Napoli insolita, piovosa, nebbiosa, completamente vuota, a sottolineare l'ossimoro che vive una città in cui la gente è estremamente vitale ma si trova dover fare i conti ogni giorno con la morte, simboleggiata da quel vulcano che la rende unica ma anche pericolosa. A proposito del pensiero della morte Buccirosso ci ha detto: "Bisogna rassegnarsi: cerco di non pensarci quotidianamente. Ci sono certi giorni in cui l'accetto con grande serenità: forse dipende da come stai dentro, se sei felice. Ma anche la felicità va e viene, l'adrenalina va e viene: forse più ne hai più pensi di sconfiggerla. A volte penso che magari finché io morirò forse si sarà trovato il modo per non morire: c'è anche quella speranza. Il giorno in cui sarà arrivata la mia ora magari avranno trovato l'antidoto. Che ne sappiamo? Qua tutto può succedere."