365 Giorni: Adesso, la recensione: Netflix e quella Polonia un po’ porno

La recensione di 365 Giorni: Adesso, sequel del thriller erotico polacco di ambientazione italiana che fece scalpore su Netflix nel 2020.

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365 giorni: Adesso, Anna Maria Sieklucka e Michele Morrone in una scena del film

Se c'è un film che, più di tutti negli ultimi anni, ha smentito il luogo comune sulla critica che dissuade il pubblico quando le recensioni sono negative, è quello che giustifica il nostro stare qui a scrivere la recensione di 365 Giorni: Adesso, sequel del fenomeno Netflix del 2020. Un film che, tra reazioni poco entusiaste che paradossalmente stimolarono il pubblico (nel caso specifico di chi scrive, fu la recensione più letta di tutto l'anno) e controversi legate a una trama che faceva tanto apologia dello stupro, è diventato un successo senza precedenti per la piattaforma (in termini di numero di giorni al primo posto nelle varie Top 10 in giro per il mondo). Trattandosi dell'adattamento del primo tomo di una trilogia letteraria, erano inevitabili i due sequel, girati in contemporanea (il terzo episodio dovrebbe arrivare in streaming entro la fine dell'anno). E quasi sicuramente il successo sarà replicato, anche considerando il fattore della visione domestica che non comporta l'acquisto del singolo titolo.

Finché il giardiniere non li separi

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365 giorni: Adesso, Anna Maria Sieklucka in una scena del film

365 giorni finiva con il cliffhanger dentro il tunnel, con Laura (Anna Maria Sieklucka) in condizioni incerte e Massimo (Michele Morrone) affranto pensando di aver forse perso l'amore della sua vita (la quale aveva finalmente accettato di sposarlo dopo essere stata rapita con un termine ultimo di un anno per innamorarsi di lui). 365 Giorni: Adesso inizia con la conferma che lei è viva e vegeta - anche se ha perso il bambino che aspettava, cosa che lui ignora - e i due sono pronti a convolare a nozze, ma non senza prima darci dentro su un tavolo in barba alla tradizione del non vedere la sposa con addosso il vestito prima della cerimonia. Un dettaglio che dà molto fastidio alla migliore amica di Laura, Olga (Magdalena Lamparska), la quale però presto si ritrova a fare cose ben più sconce nella medesima casa con uno dei più stretti collaboratori di Massimo, Domenico (Otar Saralidze). Una volta finito il viaggio di nozze, Laura si annoia, perché al di fuori della camera da letto non ha più niente da fare, dal momento che il marito la obbliga a stare a casa al sicuro per via del suo essere la consorte di un boss mafioso. E mentre lui cerca di mantenere in piedi l'attività di famiglia, lei si fa tentare dal giardiniere Nacho (Simone Susinna)...

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Sesso e musica

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365 giorni: Adesso, Magdalena Lamparska in una scena del film

Non avendo più a disposizione il fulcro narrativo del capostipite, il sequel punta quasi tutto sulla componente più squisitamente estetica, con un look costante da spot pubblicitario misto a videoclip, con una struttura che può essere riassunta così (e scusate la crudezza): canzone, ginnastica orizzontale, canzone, ginnastica orizzontale, e via di seguito. Il tutto con un gusto trash che può sembrare voluto ma difficilmente lo è, a partire dalla sequenza d'apertura dove i due protagonisti fanno sesso mentre udiamo quello che è praticamente un duetto in voiceover sulla loro relazione, con l'apice che è l'amplesso natalizio commentato da un brano il cui ritornello recita "I wanna do bad things with you" (no, non è la sigla di True Blood). E in caso il pubblico si fosse stancato delle prodezze erotiche di Massimo e Laura, ci sono anche Olga e Domenico, giusto per cambiare un po' l'aria. Tutto molto spudorato (ma senza le inquadrature quasi hard del prototipo), al punto che quasi ci si ricrede sulle ambizioni di questa trilogia che forse aveva bisogno del primo capitolo per arrivare al dunque, ossia le infinite, "creative" unioni carnali (anche se non manca il momento in cui Laura, da brava donna forte, ricorda a Massimo che quello che le ha fatto rimane una cosa poco raccomandabile).

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365 giorni: Adesso, Michele Morrone in una scena del film

Poi inizia quella che per consuetudine dovremmo chiamare la trama vera e propria, l'evoluzione drammatica che dovrebbe giustificare un terzo film, che mescola elementi della trilogia delle 50 sfumature con le peggiori convenzioni da soap opera, tra colpi di scena fuori dal mondo e un susseguirsi di peripezie che definirle prevedibili è voler minimizzare. Tutti cercano di fare sul serio, ma rimane l'effetto involontariamente comico del cast di contorno interamente polacco anche per i personaggi "genuinamente siciliani", al punto che in alcune scene persino Morrone dà l'impressione di aver assimilato l'accento dei colleghi. Il tutto girato come se fosse uno spot vacanziero anni Novanta con musica tamarra, fino ad arrivare a un altro cliffhanger che annuncia con prepotenza il capitolo finale. Capitolo che, alla luce di quanto visto nei 110 minuti precedenti, lascerà perdere tutto ciò e inizierà nuovamente all'insegna di "E adesso sesso". Contenti loro...

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di 365 Giorni: Adesso, sottolineando come questo sequel riesca a mantenere le promesse hot dell'originale e al contempo a farsi ancora più risibile a livello narrativo.

Movieplayer.it
1.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Come nel primo film, gli attori ce la mettono tutta (e non è un doppio senso).
  • L'estetica da videoclip/spot ha un certo fascino trash.

Cosa non va

  • La trama rimane altamente discutibile su più livelli.
  • Le evoluzioni da soap opera rasentano il ridicolo.
  • Il cliffhanger finale è un bijou di trash involontario.