L'episodio di cronaca a cui si ispira 18 regali, mélo familiare in uscita il 2 gennaio con Lucky Red, potreste ricordarlo anche voi: la quarantenne veneta Elisa Girotto morì di tumore lasciando alla figlia, che non avrebbe potuto vedere crescere, un regalo per ogni compleanno fino al diciottesimo. Un viaggio immaginifico nel futuro della bambina che portava in grembo, e il tentativo commovente di proiettare l'amore materno a un lungo periodo posteriore alla propria esistenza.
Quella di raccontare questo amore che va oltre la presenza è la sfida raccolta da Francesco Amato, fino ad oggi apprezzato autore di documentari e commedie brillanti come Lasciati andare, uscito tre anni fa: nel progetto di 18 regali, di cui il regista piemontese è anche co-sceneggiatore, è coinvolto personalmente anche Alessio Vincenzotto, il marito di Elisa e il papà di Anna, la bimba che un giorno, crescendo, avrà un diciannovesimo dono destinato a raccontarle la sua mamma: questo film tenero ed emozionante (di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di 18 regali).
Chi ha paura del melodramma?
In occasione della presentazione romana del film, abbiamo incontrato Francesco Amato per farci raccontare qualcosa in più sullo spirito e l'impegno con cui ha affrontato questa impresa, un'opera profondamente diversa dai suoi lavori precedenti e a cui lui e il resto di crew e cast ammettono di essersi avvicinati in punta di piedi, con enorme delicatezza e rispetto.