Gli adattamenti di film che diventano serie, soprattutto se non provengono da romanzi precedenti, sono oramai all'ordine del giorno. Si contano però sulle dita di una mano quelli davvero riusciti, o meglio quelli che hanno saputo non solo attualizzare una storia ma raccontare un intero universo narrativo e tematico a episodi, senza tradire lo spirito originale ma omaggiandolo con garbo.
È proprio un miracolo televisivo di questo tipo Fargo La Serie, che dieci anni fa faceva capolino sui "piccoli" schermi provando a replicare la formula del film cult omonimo dei fratelli Joel & Ethan Coen, riuscendoci contro ogni possibile previsione. Tanto da essere rinnovata, diventando una serie antologica sui generis, con dei collegamenti tra le varie annate, e facendo trascorrere molti anni produttivi tra un ciclo di episodi e l'altro, coinvolgendo grandi nomi del cinema e, a volte, proprio dell'universo narrativo dei Coen. Andiamo a ripercorrere insieme le cinque annate (in streaming su NOW) e cosa hanno lasciato alla serialità moderna, in attesa di un nuovo progetto impossibile per Noah Hawley: portare in tv la saga cinematografica di Alien.
Tratto da una storia vera
Le storie vere al cinema e in tv stanno andando per la maggiore ma Fargo La Serie, proprio come il film del 1996, propone da subito un disclaimer, all'inizio di ogni episodio di ogni stagione ricordandoci come ciò che vedremo sia una storia vera (in realtà fittizia) e come su richiesta dei superstiti, siano stati usati dei nomi fittizi (ma tanto lo sono tutti) mentre per rispettare le vittime tutto il resto sia stato fedelmente riportato. Già da questo incipit si evince come Noah Hawley sia stato capace di cogliere l'essenza della filmografia dei Coen e la loro ricerca dell'inettitudine umana. D'altronde per lo stesso creatore Fargo non è un luogo, ma uno stato mentale. Una vera storia criminale dove la realtà è più strana della finzione e i buoni devono affrontare qualcosa di orribile, come aveva affermato lui stesso all'epoca.
La trama di Fargo La Serie
La trama delle cinque stagioni finora prodotte di Fargo, che trovate su Sky e NOW, ha spaziato a livello di tematiche legate alla filmografia dei Coen, passando dall'emancipazione femminile (prima e seconda stagione), al tema del doppio (terza), alle faide familiari secolari legate anche alla discriminazione razziale (quarta), fino alla (sorprendente) violenza domestica (quinta). Nel ciclo inaugurale siamo nell'inverno 2006 tra le cittadine di Bemidji e Duluth (Minnesota). L'assicuratore senza successo Lester Nygaard (Martin Freeman) si ritrova legato per una serie di sfortunati eventi al sicario professionista Lorne Malvo (Billy Bob Thornton) mentre vengono braccati dall'agente di polizia Molly Solverson (Allison Tolman).
La seconda stagione è un prequel della prima e siamo all'inizio del 1979 nella cittadina di Luverne (Minnesota) per raccontare l'incidente di Sioux Falls menzionato nella stagione precedente da Lou Solverson (Patrick Wilson, precedentemente interpretato da Keith Carradine), mentre conosciamo la madre di Molly (Cristin Milioti). Al centro la famiglia mafiosa dei Gerhardt, il cui boss viene colpito da un ictus e si trova quindi costretto a lasciare la guida degli affari alla moglie Floyd (Jean Smart) che prova a farsi largo insieme alla nipote (Rachel Keller). Parallelamente una coppia di improbabili criminali per caso (Kirsten Dunst e Jesse Plemons, conosciutisi proprio su questo set).
Nella terza stagione torniamo in tempi più recenti (fine 2010 - inizio 2011, tre anni dopo gli eventi della prima) nel paesino di Saint Cloud (Minnesota). L'addetto alla sorveglianza Ray Stussy e la fidanzata Nikki Swango (Ewan McGregor e Mary Elizabeth Winstead, anche loro si sono innamorati sul set della serie) provano a rubare un francobollo d'epoca custodito nella villa del fratello gemello di Ray, Emmit, per dare una svolta alla propria vita, mentre quest'ultimo si ritrova braccato da uno strozzino viscido ed inquietante, V.M. Varga (David Thewlis). L'agente di polizia Gloria Burgle (Carrie Coon) prova ad indagare.
Il quarto ciclo di episodi fa un altro salto nel passato, per la precisione tra il 1950 e il 1951 a Kansas City (Missouri). La voce narrante della sedicenne Ethelrida Smutny racconta la rivalità secolare tra due famiglie criminali - una italiana, l'altra nera - che provano a dividersi i traffici illeciti che gestiscono attraverso il più giovane figlio maschio ceduto al nemico. Quando il patriarca Donatello Fadda muore, l'affare rischia di saltare e un'infermiera bizzarra (Jessie Buckley), un'agenzia di pompe funebri insieme ad una coppia di fuorilegge complicano ulteriormente la situazione. Nel cast oltre a Chris Rock, Jason Schwartzman, Ben Whishaw e Jack Huston anche alcuni attori italiani come Francesco Acquaroli, Salvatore Esposito e Gaetano Bruno.
Nella quinta stagione arriviamo dunque ai giorni nostri, subito prima della pandemia. Siamo nell'inverno 2019 in Nord Dakota e Minnesota, sotto le festività natalizie, e Dot Lyon (Juno Temple) è una casalinga il cui passato torna a bussare prepotentemente alla sua porta nella figura dello sceriffo di contea Roy Tillman (Jon Hamm) e del figlio Gator (Joe Keery) mentre la suocera Lorraine (Jennifer Jason Leigh), CEO della più grande agenzia di recupero crediti degli Stati Uniti, non si fida della nuora. Ad indagare due poliziotti volenterosi e poco ascoltati (Richa Moorjani e Lamorne Morris) per quella che sembra essere violenza domestica.
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Riferimenti e citazioni
Lo stile narrativo non trova ispirazione solamente in Fargo ma anche in altri titoli della filmografia di Joel ed Ethan Coen: Non è un paese per vecchi, A Serious Man, Il grande Lebowski, Crocevia della morte e L'uomo che non c'era. L'enfasi sul colore bianco del paesaggio innevato dell'entroterra americano, che va a contrastare con il rosso del sangue che esprime il lato criminale della storia raccontata, è una delle caratteristiche peculiari che Hawley ha saputo ben trasporre dal grande al "piccolo" schermo; ad accompagnare il racconto, una colonna sonora malinconica, un ritmo compassato, una regia chirurgica, una fotografia limpida, dei dialoghi solo apparentemente insignificanti e ordinari, intrisi di humour nero e sadica suspense.
Ordinari come i personaggi di ogni stagione, a ricordarci che chiunque può diventare un criminale - e addirittura, un assassino - se gli si presenta l'occasione. I film - e quindi anche la serie - divengono dei neo-noir e dei western che ribaltano i generi partendo dal pessimismo esistenziale, proprio come il poster nella cantina di Lester Nygaard nella prima stagione che nuota controcorrente: finisce così per parlare di redenzione, di senso di comunità e di ritorno alla moralità dell'eroismo classico. Quella che viene messa in scena in questi paesini è una sorta di pantomima barbarica. Il Bene - distinto dal Male - alla fine vince sempre, ma bisogna prima vedere quante vittime avrà lasciato lungo la strada. Ecco il perché del disclaimer iniziale.
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L'inetto e il risolutore
Ci sono però due archetipi di personaggi presenti nella filmografia dei Coen che ritornano prepotentemente anche in quella di Fargo La Serie: l'inetto e il risolutore. Non si tratta di due entità distinte, ma anzi intercambiabili: il primo può diventare il secondo all'occorrenza, e viceversa. E vi sono dei ribaltamenti che divengono citazioni tra film e serie con attori "feticci" di quell'universo narrativo: Billy Bob Thornton è l'emblema dell'inetto nel meraviglioso L'uomo che non c'era nei panni di Ed Crane ma in tv diviene il risolutore per antonomasia Lorne Malvo nella stagione inaugurale.
Allo stesso modo, la Marge Gunderson di Frances McDormand ha molti elementi in comune con la Molly Solverson di Allison Tolman, le poliziotte donne che non vengono credute perché tacciate di poco intuito, fin dall'assonanza del nome. O ancora la Dot Lyon di Juno Temple nella quinta stagione, perfettamente divisa tra le due entità: appare come un agnello (l'inetta) e invece è un lupo (la risolutrice). Tutti i personaggi però sono accomunati e soprattutto mossi dal Caso, una sorta di caos organizzato che è la vita. Il Destino sembra essere un'entità sovrastante l'umanità, che quando decide di prendere in mano la propria vita, genera conseguenze disastrose, innescando un effetto domino imprevedibile che sfocia nella criminalità. Un monito per le stagioni (e gli anni) a venire.