Fresco di nomination ai Golden Globes come Miglior Attore per Alice in Wonderland e per The Tourist, Johnny Depp è arrivato a Roma orfano della collega Jolie che, dopo un giorno intero di attesa, ha ben pensato di dribblare i tanti fan appostati fuori dall'hotel e sul red carpet e addirittura i giornalisti che hanno dovuto 'accontentarsi' solo del co-protagonista maschile. Conferenza stampa fissata con i due attori per le 14:30 poi rinviata alle 16:15, con evidenti disagi di organizzazione dei tempi di lavoro, poi voci di corridoio sospette parlano di una defezione di Angelina. Colpa dell'aereo, colpa della neve berlinese, colpa del trasferimento in aeroporto. Tutti problemi che invece Depp e il regista non sembrano aver avuto, pur proveniendo anche loro da Berlino dove martedì si è svolta la presentazione del film con analoghi ritardi e proteste da parte dei colleghi tedeschi.
La travagliata presentazione del nuovo film del regista tedesco Florian Henckel- Donnersmarck, giunto al successo dopo aver diretto Le vite degli altri (vincitore del premio Oscar come Miglior Film Straniero), è ufficialmente iniziata alle 17:10 e ovviamente, senza la primadonna che ha pensato bene di disertare. Alla fine di un'estenuante giornata l'attore feticcio di Tim Burton è poi finalmente apparso in tutta la sua eleganza (cappello coloniale, gilet a righe color panna su camicia nera, occhiali con montatura nera lucida un po' spessa, capelli lunghi un po' "selvaggi") prendendosi immeritatamente fischi e cori di disappunto destinati alla collega. Accompagnato dall'altissimo e simpaticissimo regista (che ha sempre parlato in italiano perfetto rendendo vana la presenza dell'interprete) e dai rappresentanti di 01Distribution e Rai Cinema rispettivamente Filippo Roviglioni e Paolo Del Brocco, l'attore è apparso un po' sotto tono ma ben disposto con i tanti giornalisti che affollavano la sala. Se tra i giornalisti per tutta la giornata di ieri si è diffuso un giustificato malcontento, decisamente diversa è stata l'atmosfera che si è respirata dalle prime ore del mattino davanti al cinema The Space di Piazza della Repubblica che in prima serata ha ospitato la ricchissima premiere del film e anche la sfilata della fortunatissima diva dallo sguardo di ghiaccio, accompagnata da un lato dal compagno Brad Pitt e dall'altro dal fascinoso Depp.
Il film, che non ha ricevuto critiche positive né in patria né in Germania, vede Angelina e Johnny innamorarsi a Venezia nel bel mezzo di un intrigo internazionale in salsa glamour tra inseguimenti rocamboleschi tra tetti e vaporetti. Lei è la bellissima compagna di un miliardario in debito con il fisco inglese di svariati milioni di sterline, per questo viene pedinata e spiata giorno e notte dalla polizia e dell'interpol che da ormai due anni è sulle sue tracce dell'uomo senza mai riuscire a beccarlo. L'incontro casuale con Frank avviene sul treno che la porta da Parigi a Venezia e tra i due scocca subito la scintilla. Inseguendo una potenziale storia d'amore, senza riuscire a staccarsi da lei, il professore di matematica americano si troverà presto invischiato e travolto in una pericolosa spirale di equivoci, sullo sfondo di una Venezia mozzafiato.
Nel cast di The Tourist anche Paul Bettany, Timothy Dalton e una piccola nicchia tutta italiana con Christian De Sica, Alessio Boni, Raoul Bova, Nino Frassica e Neri Marcoré. Il film sarà nelle sale italiane da venerdì prossimo 17 dicembre in 450 copie.
Lei generalmente interpreta ruoli trasgressivi, da ribelle, talvolta anche un po' fuori dalle righe, qui invece è alle prese con un uomo tutto sommato normale, apparentemente un uomo come tanti altri. Come ha affrontato un personaggio così 'serio', vi somigliate in qualche modo nella realtà?
L'abbiamo sempre vista in ruoli in cui ha avuto la possibliità di tirare fuori le sue doti istrioniche, questo ruolo va invece un po' contro corrente. Come attore cosa la diverte di più tenersi sotto controllo e adattarsi alla sceneggiatura oppure poter anche esagerare ed essere un po' più libero dai cliché?
Johnny Depp: Sono stato molto fortunato nella mia carriera, ho lavorato con grandi registi come Jarmush, Burton e tanti altri. Quando interpreti un personaggio, quel che cerchi di fare sempre è cercare di rimanere fedele alla sceneggiatura e a quello che ti chiede il regista in modo da riempire al meglio quello spazio che viene lasciato a tua disposizione. Il tutto rispettando la visione del personaggio che ha l'autore, se mi avete visto recitare nei panni di personaggi e in situazioni un po' sopra le righe è stato perché sentivo che in quel frangente era necessario esagerare e seguire il mio istinto. Qui il mio personaggio agisce quasi sottotraccia, e vi assicuro che a volte è anche più difficile rimanere un po' nascosti e in sordina, quello che puoi fare in questi casi è cercare di aggiungere quel pizzico di interesse in più senza strafare.
Si è mai trovato in disaccordo su un personaggio con i registi con i quali ha lavorato? Come si affrontano in questi casi i problemi di incompatibilità?
Johnny Depp: E' capitato di essere in disaccordo con un regista o di avere visioni non coincidenti, ma in questi casi interviene il buon senso. Quando qualcuno pensa a te per un ruolo è perchè tu possa interpretarlo con le tue potenzialità e al meglio. Quando qualcuno ti sceglie lo fa perchè sa che sei in grado di dare delle prestazioni di un certo livello e che ti impegnerai al 100%. Fortunatamente con Florian non è mai successo, anzi devo dire che ha accettato sempre di buon grado i miei consigli e le mie opinioni, è stato lui stesso fonte di ispirazione per il mio personaggio, ha avuto idee grandiose.
Abbiamo molto amato il suo primo film Le vite degli altri, senza star hollywoodiane ma con una storia straordinaria a sorreggere tutto. Com'è stato lavorare con due divi di questo calibro come Johnny e Angelina?
Come ha preso le critiche negative in patria e in America?
Florian Henckel-Donnersmarck: Questo film ha rappresentato una mia sfida personale, dopo il film cupo e impegnato con cui ho esordito era mio desiderio fare un film leggero e sofisticato, che mettesse il pubblico in uno stato d'animo positivo. Volevo evitare di ripetere un film politico e dalle atmosfere pesanti, non volevo passare come quello che fa film solo di questo tipo. Avevo appena finito di scrivere una sceneggiatura incentrata su un suicidio poi ho sentito di questo progetto e mi sono detto che era ora di cimentarmi in qualcosa di diverso. Le vite degli altri è stata una magnifica esperienza ma mi aveva messo in uno stato d'animo un po' cupo, avevo bisogno di evadere. Prendete The Touristcome un regalo da parte mia per festeggiare la bellezza del mondo, il Natale e il lavoro di grandi attori hollywoodiani.
Le critiche riguardavano non tanto il film in sé ma l'idea di incentrare un thriller interamente sulla figura di Angelina Jolie, una 'genuflessione', la sua, che la stampa non sembra volerle perdonare...
Florian Henckel-Donnersmarck: Quando ho sentito delle tre nomination ai Golden Globes sono stato molto felice per quella ricevuta da Johnny e Angelina, perchè il film per me è stato concepito proprio in funzione loro, come una festa per celebrare la gloria dei grandi attori di oggi, se mi criticano per questo allora dovrebbero vedere un film la cui trama è costruita su mostri e robot di pura invenzione.
Nel suo film ci sono tanti attori italiani che fanno dei cammeo molto azzeccati, quali sono i suoi rapporti con Christian De Sica che come saprà è un po' l'eroe della comicità dei film italiani di Natale?
Potremmo definire il suo film come appartenente al genere comedy-thriller?
Florian Henckel-Donnersmarck: Non smetterò mai di pensare che un film non è mai appartenente ad un solo genere ma è sempre un insieme di tanti generi diversi. The Tourist è comico, d'avventura, sentimentale, thriller, glamour. Però a pensarci bene la definizione di comedy-thriller è calzante, direi che è perfetta.
Ci parla delle sue fonti d'ispirazione per The Tourist?
Florian Henckel-Donnersmarck: Mi piace sorprendere il pubblico e anche me stesso quando faccio un film, ero un po' teso prima dell'inizio della lavorazione ma poi la paura si è affievolita quando ho appreso che sia Johnny che Angelina avevano accettato i loro ruoli. Questo perchè sapevo quel che erano capaci di fare, se non avessi mai fatto un grande film leggero e sbarazzino come questo avrei rempre avuto un rimpianto nel cuore.
Rispetto al cinema hollywoodiano che si vede in questo tipo di film The Tourist risulta molto elegante e sofisticato, anche nei dialoghi, molto somigliante ai film degli anni '30 de L'uomo ombra e alle atmosfere di James Bond, come la presenza di Timothy Dalton darebbe a pensare...
Florian Henckel-Donnersmarck: Alla fine delle riprese Johnny mi ha fatto un regalo, l'edizione dei film di The thin man, che amo molto. Capivo esattamente quello che Johnny mi voleva dire, li ho guardati spesso nei mesi successivi e mi sono reso conto che rappresentano un mondo particolare, in cui i protagonisti hanno uno spirito generoso, tenero ed elegante. In The Tourist non ho voluto far rivivere un'altra epoca né tornare ad un altro cinema, volevo solo fare un film che ricordasse in qualche frangente elementi e atmosfere di film che abbiamo amato. Non ho voluto Timothy Dalton per omaggiare i film di Bond ma l'ho scelto dopo averlo visto in Le avventure di Rocketeer al fianco di Bill Campbell e Jennifer Connelly, aveva così tanto charme che mi affascinava l'idea di fargli interpretare un personaggio cattivo ma al contempo adorabile.
I due protagonisti si baciano spesso nel film ma si tratta di baci piuttosto casti, si vociferava in internet di una scena hot in una doccia, è vero che è stata tagliata o non è mai esistita?
Florian Henckel von Donnersmarck: Mi spiace deludervi, non c'è mai stata la famosa scena della doccia, spesso si leggono troppe riviste (una smentita che non è affatto piaciuta al direttore di Ciak, rivista che ha riportato il gossip, Piera Detassis, seduta al tavolo a fare da moderatrice della conferenza stampa ndr).
Cosa deve il film all'ambientazione?
Florian Henckel-Donnersmarck: Per me Venezia è stato il terzo protagonista del film. Dovevamo trovare un posto affascinante che fosse all'altezza dei due protagonisti, e quale posto migliore di questa splendida città. E' un posto magico, quando penso a Venezia non posso credere che esista e già adesso, a qualche tempo di distanza, mi sembra come un sogno esserci stati per cinque mesi. Quella che si respira tra i canali è un'atmosfera irreale che ti trasmette uno stato d'animo di felicità. Ringrazio a questo proposito i nostri produttori che ci hanno dato la possibliità di girarlo interamente a Venezia, senza alcuna ricostruzione in studio a Los Angeles, è stata una sfida logistica incredibile ma ce l'abbiamo fatta.
Come ha vissuto la sua esperienza veneziana Johnny Depp?
In ultima battuta ci descrive le sue sensazioni dopo aver ricevuto due candidature ai Golden Globes? Tornerà presto a dirigere un film?
Johnny Depp: Ci sono delle sceneggiature che mi attraggono molto, ci sto pensando a dire il vero, ma posso dirvi che semmai tornassi mi dedicherei semplicemente alla regia prendendo come protagonista un attore diverso da me. Entrambi i lavori diventano pesanti se svolti in modo parallelo. Posso dirvi che è stato un grande onore per me ricevere la doppia candidatura al Golden Globe, la cosa mi emoziona e mi commuove molto.