Film bagnato, film fortunato? Il sole perenne di Los Angeles splende sul grande schermo a illuminare i protagonisti di Somewhere, nuova raffinata pellicola diretta da Sofia Coppola, mentre sul Lido di Venezia si scatena un tornado che rende difficoltoso l'incontro della regista con la stampa. Per fortuna a scortare la Coppola ci pensano il bel protagonista di Somewhere, un abbronzatissimo Stephen Dorff, e l'incantevole Elle Fanning, figlia cinematografica dalle mille risorse.
Somewhere è un altro film sulla solitudine. Immagini di realizzare una trilogia dopo questo film e Lost in Translation - l'amore tradotto?
Sofia Coppola: Mi piacciono le storie che fotografano le persone in momenti di transizione e mi interessava esplorare il mondo dello show business contemporaneo occupandomi di Hollywood. Non credo che realizzerò una trilogia, penso piuttosto che questo film dia inizio a una nuova serie di lavori.
Questo film mi ricorda pellicole degli anni '70 dedicate ad attori maledetti come John Belushi? Perché hai scelto questo tipo di visione per mostrare la Los Angeles di oggi?
Sofia Coppola: Sono sempre stata affascinata dai film degli anni '70. Perciò mi sono ispirata a film icona, a pellicole come Shampoo e American Gigolò.
Come hai costruito le scene in cui appare la TV italiana?
Nel rapporto tra padre e figlia ti sei ispirata alla tua biografia?
Sofia Coppola: Sicuramente ci sono dei ricordi evocati che riguardano il rapporto con mio padre anche se il personaggio di Johnny Marco è completamente diverso da mio padre. La scena in cui Johnny e la figlia vanno al Casinò è legato al mio passato.
Come vi siete preparati ai vostri ruoli?
Elle Fanning: Ho passato del tempo con Stephen Dorff, abbiamo visitato lo Chateau e siamo stati un po' lì per conoscerci meglio, per creare un legame tra noi.
Stephen Dorff: Sofia fin dall'inizio ha voluto creare un ambiente rilassante. Sono anche andato a prendere Elle a scuola guidando con attenzione, preoccupandomi di lei come se fosse veramente mia figlia. Siamo stati in un posto dove si lavora la ceramica e abbiamo fatto un piattino come regalo per Sofia.
La vita di Johnny cambia dopo il rapporto con Sofia. I figli possono davvero salvare i padri dalla rovina?
Sofia Coppola: Io ho avuto la prima figlia prima di scrivere questa sceneggiatura perciò volevo sottolineare come cambia la vita quando nasce un figlio.
La Ferrari è una protagonista del film. Stephen, hai una Ferrari? Vi sono dei punti di contatto tra la tua vita e quella di Johnny Marco?
Stephen Dorff: No, ma mi sono divertito molto a guidarla. La Ferrari svolge un ruolo importante nel film, è presente all'inizio e alla fine. Penso che ci siano somiglianze tra Johnny Marco e me, anche io ho fatto l'attore per gran parte della mia vita e anche io ho attraversato dei cambiamenti profondi, così quando Sofia mi ha contattato mi sono sentito pronto a rivestire questo ruolo.
Se si esclude lo Chateau Marmont non vengono mostrati i luoghi più celebri di Los Angeles, ma emerge un quadro piuttosto squallido della città. E' una scelta voluta per accentuare la solitudine del protagonista?
Quanto è difficile fare cinema indipendente oggi negli Stati Uniti?
Sofia Coppola: E' molto difficile per i registi fare film in piena libertà. Io in questo momento sono staa fortunata perché ho conquistato una certa libertà.
Il presidente di giuria, Quentin Tarantino, è un tuo amico e ha dichiarato che se ci fosse un buon film girato però da sua madre lui lo sosterrebbe ugualmente. Cosa ne pensi?
Sofia Coppola: Mi fa piacere sentirlo.
Una delle scene più commoventi del film è quella in cui Elle pattina. Negli occhi di Dorff cambia qualcosa, in quel momento lui capisce di avere una figlia speciale e il suo rapporto con lei cambia. Queste sono emozioni per immagini, quello che dovrebbe essere il cinema.
Elle Fanning: Non avevo mai pattinato sul ghiaccio prima, ho dovuto imparare in poco tempo e per giorni sono andata a lezione. Mi ha aiutato molto il fatto che prima avevo fatto danza classica. La coreografia l'ho imparata in tre mesi perciò quando abbiamo girato la scena mi sono sentita soddisfatta.
Stephen Dorff: Io non sapevo molto della scena, sapevo solo che Elle stava studiando per prepararsi alla scena. Quando sono arrivato lì ho solo guardato ciò che accadeva. All'inizio della scena Johnny manda messaggi con il Blackberry senza prestare attenzione alla figlia, ma progressivamente si rende contro della straordinaria bravura della figlia. Non sapeva neanche che lei pattinasse.
Nei film americani i giornalisti o sono molto cretini o fanno cadere i presidenti. Quale è la tua impressione sui media?
Sofia Coppola: In questo caso la storia è raccontata dal punto di vista dell'attore perciò non vi è immagine troppo positiva, ma in generale penso che il ruolo dei media sia molto importante per far conoscere un film.
Le canzoni hanno sempre un ruolo fondamentale nei suoi film, anche a livello di testi.
Sofia Coppola: In genere scelgo le canzoni per creare un mood, però ascolto molta musica in fase di scrittura perciò quando giro spesso ho già le musiche già presenti in mente. Più che i testi però mi baso sulla musica.
Come hai scelto Laura Chiatti?
E il cast americano?
Sofia Coppola: E' stato uno dei produttori che mi ha suggerito Elle Fanning. Lei è venuta in ufficio da me e abbiamo subito legato. Aveva l'età giusta e anche quando ho visto le altre attrici Elle continuava a tornarmi in mente.
Non si dovrebbe dire, ma come finisce il film?
Sofia Coppola: La fine è un inizio. Lui abbandona la Ferrari e ricomincia da capo.
Stephen Dorff: Immagino che se il film andasse avanti vedremmo Johnny che va a prendere la figlia in campeggio con molti giorni di anticipo.