Save Tony Stark, Save the World
A due anni dal primo film dedicato all'ingegnere miliardario megalomane che inventò l'indistruttibile Iron Man, arriva immancabile il sequel, che parte esattamente dove era finito il film precedente, con Tony Stark costretto a rispondere della sua scoperta, dopo aver rivelato la sua identità pubblicamente. Stretto tra l'esercito che vuole poter utilizzare la sua potenziale macchina da guerra e il governo statunitense che non vede di buon occhio il clima di pace generato dalla sua invenzione, Stark dovrà occuparsi principalmente del suo inarrestabile e celato decadimento fisico, dovuto alla necessità di vivere con un marchingegno altamente degenerante nel suo petto. La sua soluzione sarà il disimpegno e l'esibizione sfarzosa del suo mondo sopra le righe, con Pepper, diventata amministratore delegato della Stark, costretta a ripulire tutte le sue insane manifestazioni di grandezza. Almeno fino a quando un nuovo nemico russo, impersonificato dal temibile Ivan Vanko e sovvenzionato dal rivale storico della Hammer, non metterà in discussione il monopolio della sua invenzione. Il rischio di uso militare dei nuovi droni militari costringerà Stark, coadiuvato da Nick Fury, il leader di S.H.I.E.L.D. (l'organizzazione che tiene d'occhio Tony e le sue scoperte) a trovare un nuovo elemento capace di impedire la morte di Tony e la catastrofe militare.
Iron Man 2 è uno scanzonato e divertente blockbuster che non tradisce origini e aspettative. Hard rock come la musica che ne accompagna le pirotecniche trovate sceniche (tanto da legare ai mitici AC/DC la soundtrack del film, nonostante in realtà le loro canzoni si limitino ad aprire e chiudere il film), gigione come il suo protagonista Robert Downey Jr., ancora una volta capace di tratteggiare perfettamente qualsiasi personaggio gli si proponga e renderlo coerente con il suo tono eccentrico e irresponsabile, ma contemporaneamente molto vulnerabile. Spregiudicato e geniale, egocentrico e avventuroso, il suo Tony Stark racconta anche in questo secondo film un pizzico di spirito americano, stemperando nell'ironia e nell'iperbole fumettistica ogni pedanteria o retorica hollywoodiana. Il risultato è un giocattolone ridondante quanto efficace, costellato da una serie di trovate (su cui troneggia tutta la sequenza durante il gran premio automobilistico di Montecarlo) che risolvono abilmente tutti gli snodi narrativi, sempre in equilibrio tra spettacolo e divertimento. La regia di Jon Favreau, in linea con Iron Man, va dritta al sodo e si adegua al verbo fragoroso del film accentando il côté tecnologico cool del fumetto e spingendo sull'acceleratore in tutte le scene più movimentate. Ne guadagna lo spettacolo ma ne risentono un po' i personaggi di Natalie (una Scarlett Johansson rossa e un po' fuori luogo quando si tratta di menar le mani) e del Colonnello "Rhodey" Rhodes (Don Cheadle), probabilmente perché non dotati dello stesso carisma e presenza scenica di Ivan "whiplash" Vanko (Mickey Rourke) e Justin Hammer (Sam Rockwell), minimamente danneggiati da una scrittura molto esile, tipicamente da comic-movie tradizionale. A Rourke in particolar modo bastano due sguardi e una battuta per dare corpo a un villain efficace e divertente, violento e nichilista, con un sublime accento russo che meriterebbe da solo la visione in originale. Molto più che nel primo episodio della saga, Iron Man 2 mostra la volontà di allontanarsi il più possibile da una lettura politica del contemporaneo e della situazione internazionale. Se si escludono un paio di riferimenti alla Corea del Nord e ai pericoli dell'abuso di armi di distruzione di massa, il film sceglie di risolvere tutte le questioni all'interno del genere, con meccanismi di intrattenimento rodati e di facile lettura. Lo stesso tema dell'armamento militare, talmente centrale nel primo film da fornire l'input narrativo al film, attraverso la controversa scelta etica di Stark, in questo sequel funge solo da contesto (ineliminabile) alle vicende e spesso è materia di riuscite gag come quella in cui Hammer presenta all'esercito americano la sua definitiva arma di distruzione a forma di sigaro e battezzata "ex-wife". Scelta in controtendenza, in un periodo in cui il cine-comics pare volersi legittimare o attraverso pratiche autoriali da cinema adulto (Il cavaliere oscuro) o accentuando i dilemmi dei suoi eroi riluttanti, o appunto intervenendo sulle questioni che alimentano la riflessione contemporanea, ovviamente in una forma molto leggera. Iron Man 2 restituisce invece al pubblico quella sensazione (presente anche in un altro sequel tratto da un fumetto come Hellboy - The Golden Army) di puro e sfrontato intrattenimento che ci fa chiedere se sia poi così difficile realizzare, con questi mezzi, un buon prodotto commerciale e dall'appeal trasversale. Apparentemente no, eppure la noia e la scentratura di numerosi titoli analoghi pare dare responso negativo alla questione. Grandi poteri, grandi responsabilità?