L'impegno di Bourne
Continua a occuparsi di Iraq, il cinema americano. Seppur non ancora penetrato a fondo nella coscienza (collettiva) cinematografica al pari di quello vietnamita, il conflitto iracheno, tuttora in corso, ha tuttavia catalizzato l'attenzione di molti importanti cineasti: ultimo in ordine di tempo l'esperto Paul Greengrass con questo Green Zone. Laddove registi come Brian De Palma e Robert Redford, rispettivamente coi loro Redacted e Leoni per agnelli, si attenevano scrupolosamente alle regole del cinema di impegno civile, e Paul Haggis nel suo Nella valle di Elah giocava la carta del thriller, l'ex-giornalista Greengrass sceglie una via di mezzo, forte dell'esperienza maturata nel blockbuster movie con gli ultimi due episodi della saga di Jason Bourne, e di uno script ispirato al libro-inchiesta di un altro giornalista, l'americano di origini indiane Rajiv Chandrasekaran. E' interessante, anche se non nuovo, il tentativo di Greengrass di coniugare intrattenimento e impegno, cinema mainstream e ricostruzione cronachistica, supportato da una regia nervosa e coinvolgente che ricorda a tratti quella di Kathryn Bigelow nel celebrato The Hurt Locker.
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La struttura da thriller della sceneggiatura (a cui ha collaborato, oltre all'autore del libro, il veterano Brian Helgeland) è probabilmente il principale, fisiologico punto debole del film. Nel momento in cui le distorsioni di informazioni e le vere e proprie bugie che furono all'origine della guerra sono diventate infatti di dominio pubblico, ormai riconosciute anche da settori della stessa (ex) amministrazione americana, un film che basa la sua costruzione narrativa su rivelazioni che tali non sono più, non può che apparire come fuori tempo massimo. Fa anzi un po' sorridere l'ostinazione iniziale del personaggio di Damon nel perseguimento del suo scopo, facendolo quasi apparire, a dispetto delle intenzioni dello script, come una specie di Candido moderno. Il climax costruito dal film, basato su sviluppi che lo spettatore conosce bene nelle loro linee essenziali, finisce così per perdere la sua ragion d'essere.
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Movieplayer.it
3.0/5