Non è un paese per adolescenti
La vita di Ree Dolly non è certo quella dell'adolescente medio: costretta ad occuparsi del fratellino e della sorellina, oltre alla madre malata, per di più con un padre che ha dato in garanzia la casa per pagarsi la cauzione e che ora non si trova, mettendo in pericolo la stessa permanenza della famiglia nell'abitazione. Una situazione indubbiamente non facile, ma Ree, come abbiamo detto, non è un'adolescente comune, non solo per le situazioni difficili in cui si trova, ma anche per la forza di volontà e la risolutezza con cui decide di affrontarle, mettendosi sulle tracce del padre in un percorso duro e difficile, costellato di avversità e pericoli.
E' questa a grandi linee la storia della protagonista di Un gelido inverno, adattato per il grande schermo dalla regista Debra Granik ed Anne Rossellini, basandosi sul bestseller di Daniel Woodrell. Una storia immersa nella sua ambientazione dei boschi di Ozark, nel Missouri, che ha spinto la regista a documentarsi molto sul luogo e le abitudini locali, scegliendo di girare sul posto per far sì che tutto ciò che circonda Ree, dai luoghi agli attori di contorno, con la loro parlata tipica, fosse del tutto autentico.
Ma la scelta più importante per la Granik è sicuramente quella relativa alla protagonista, che da sola regge il peso della narrazione, con la sua interpretazione sicura della giovane Ree: con un po' di esperienze televisive alle spalle, ma soprattutto la sua partecipazione a The Burning Plain - Il confine della solitudine, che le è valsa il Premio Marcello Mastroianni all'edizione 2008 del Festival di Venezia, Jennifer Lawrence si rivela perfetta per la parte, fiera nello sguardo, risoluta nei modi, amorevolmente materna con i due bambini che interpretano fratello e sorella di Ree, i due bambini per i quali la ragazza decide di intraprendere questo difficile percorso di ricerca.
Intorno alla ragazza, la Granik pone una manciata di ruoli secondari tra i quali spiccano l'intenso John Hawkes e Sheryl Lee, mentre alle sue spalle tratteggia un mondo complesso e vivo, quanto pericoloso e spietato, fatto di case impolverate e giardini trascurati, ma soprattutto di segreti tenuti con cura e verità celate, di dettagli strappati con insistenza che poco a poco vanno a dipingere la figura sempre fuori campo del padre. La messa in scena de Un gelido inverno è all'insegna della misura, mostrandoci i momenti della ricerca di Ree, ma anche quelli più toccanti della vita quotidiana con i fratelli e le lezioni di sopravvivenza che fa loro, senza cedere alla tentazione di eccedere in un senso o nell'altro, di scivolare nel melenso o mostrare più del dovuto nei momenti più cupi. La scrittura è altrettanto meticolosa nello scandire il passo del film, che a conti fatti potremmo definire un noir, tenendo il giusto equilibrio nella sua graduale progressione verso il finale.
Tutti pregi che, al momento della nostra visione al Festival di Berlino 2010, dove è stato inserito nella sezione Forum, quella dedicata al nuovo cinema, ci ha reso semplice comprendere i motivi del suo successo al recente Sundance, dove si è aggiudicato sia il Gran Premio della Giuria che il Waldo Salt Screenwriting Award.
Movieplayer.it
4.0/5