Per gli amanti del fantasy, si sa, i draghi hanno sempre un fascino particolare. Non si contano le differenti versioni nate dalla fantasia di scrittori, fumettisti, creatori di giochi di ruolo, e numerose sono anche le declinazioni cinematografiche del mitico animale, dal Draco di Sean Connery, protagonista di Dragonheart, alla Saphira mutuata dalla saga del giovanissimo Christopher Paolini, passando per l'orrorifico avversario di Christian Bale ne Il regno del fuoco.
Grande attesa c'è dunque intorno al prossimo lavoro della Dreamworks, non soltanto perché dalla regia di Chris Sanders e Dean DeBlois, già autori di Lilo & Stitch, è lecito aspettarsi un'altra buona prova, ma soprattutto perché Dragon Trainer promette di capovolgere la visione tradizionale del rapporto uomo-drago. Un assaggio di quello che vedremo in sala dal prossimo 26 marzo ci è stato offerto al Future Film Festival, dove attraverso un'anteprima di 56 minuti siamo stati introdotti nel mondo di Hiccup, giovane vichingo che, nonostante la buona volontà, è la disperazione del battagliero padre. Il ragazzo, infatti, non possiede alcuna abilità nel combattimento: oltre ad essere un disonore di per sé, la cosa mette Hiccup nella condizione di essere un bersaglio facilissimo per i draghi che la propria tribù combatte da secoli con tenacia e valore. Uccidere un drago, poi, equivale ad acquisire il lasciapassare per l'età adulta, e tutti sanno quanto ogni ragazzo ambisca ad ottenere lo status di individuo maturo. Eppure Hiccup, quando si imbatterà in un drago prigioniero e ferito, non riuscirà ad ucciderlo e anzi, vedendolo in difficoltà, metterà in campo la propria vocazione di ingegnere per restituirgli la capacità di volare. Nascerà tra i due un legame particolare, che contraddice ogni punto fermo su cui la società vichinga si era sempre basata: che gli alati sputafuoco vivano per uccidere e non si lascino mai scappare l'occasione di mietere vittime è convinzione evidentemente erronea, e starà a Hiccup fare luce su questo equivoco di vecchia data.
Fin dalle primissime battute del film risulta evidente che con Dragon Trainer si sorriderà molto e si riderà altrettanto: il rapporto tra padre e figlio, le disavventure del ragazzo, l'affezione tra Hiccup e il drago sono tutti temi trattati con la giusta profondità, ma anche con spirito scanzonato ed ironia, in gran parte giocata sulla componente non verbale della comunicazione. Se il giovane vichingo si può lasciare andare, sempre un po' di sottecchi per non scatenare le ire del padre, a parecchi commenti laconici su se stesso e sulle regole su cui si fonda la propria società, non così può avvenire con Sdentato (così ha soprannominato il suo compagno a sei arti): gli animatori della Dreamworks hanno però saputo giocare bene con l'espressività dei due protagonisti, creando tra loro una corrispondenza di gesti ed intenzioni che non fa rimpiangere la mancanza delle parole. Anche la caratterizzazione dei personaggi secondari, seppur basata su modelli consolidati quali la ragazzina aggressiva e un po' prima della classe, il maschio frustrato dalla supremazia femminile e il nerd grassottello, è vivificata da una componente di umorismo brillante e mordace insieme, e da un character design non particolarmente innovativo, ma comunque piacevole. Molte delle sequenze presentate erano ancora allo stadio di work in progress, e pertanto non è possibile esprimere un giudizio di valore sull'uso della stereoscopia; illuminante, però, è stato il confronto tra i modelli grezzi e le animazioni legnose, protagonisti delle scene ancora da completare, con il risultato definitivo. Altrettanto godibili sono state le parti montate utilizzando i bozzetti disegnati a mano, indicative del metodo utilizzato nella lavorazione del film. La scansione delle singole sequenze, la disposizione dei personaggi e la loro espressività sono definite già nelle fasi iniziali di produzione, e questo, oltre a costituire un'ottima base di partenza per gli addetti alla modellazione 3d e all'animazione, ha assicurato agli spettatori un'esperienza non meno divertente del resto.
Se Dragon Trainer proseguirà sulla strada finora intrapresa, e non c'è ragione per aspettarsi qualcosa di diverso, considerato lo stato avanzato della lavorazione, tra due mesi potremo assistere a una pellicola che commuove ed intrattiene, in cui dei personaggi con cui il pubblico non potrà che entrare in empatia e una storia edificante come solo alcune favole sanno ancora essere sono esaltati da una messa in scena di alto livello tecnico e dal buon appeal visivo.