Due ore e mezza circa di durata per un costo totale che supera i duecento milioni di dollari ed effetti visivi incredibilmente realistici che mostrano il pianeta Terra frantumarsi sotto lo sguardo sbalordito degli spettatori. Tutto ciò fa di 2012 uno spettacolo senza precedenti che nessun altro, a parte Roland Emmerich, avrebbe mai potuto creare dal nulla in un modo così dannatamente cinematografico e nella quale ha dichiarato di non aver creduto inizialmente neanche lui stesso.
L'Apocalisse, il giorno del Giudizio, il Diluvio Universale o per meglio dire la fine del mondo ha una data precisa ora anche secondo Hollywood, indicata a detta degli esperti già secoli fa nel calendario che i Maya ci hanno lasciato in eredità, un calendario che invece di durare all'infinito ed essere perpetuo si interrompe in un giorno preciso, il 21 dicembre del 2012, giorno del solstizio d'inverno dell'anno che è considerato per questo motivo da studiosi di astrologia, numerologia, da astrofisici, geologi e persino scienziati governativi, come il giorno X, quello in cui il nostro pianeta collasserà su se stesso per poi autodistruggersi e scomparire per sempre.
E' questo che il cine-distruttore Roland Emmerich ci racconta in 2012, l'ultimo film catastrofico della sua lunga e prestigiosa carriera che con largo anticipo sulla concorrenza ci regala le immagini di un disastro annunciato ma mai visto prima, quelle della triste fine che toccherà alla nostra povera Terra qualora la funesta profezia dovesse avverarsi.
L'azione si sposta nel 2011, quando fa scandalo la scoperta che Laura, la figlia del presidente degli Usa interpretata dalla bellissima Thandie Newton, ha stanziato dei fondi per replicare tutte le opere d'arte più celebri al mondo, nascondendo poi le originali in un luogo segreto al riparo da calamità naturali situato nelle Alpi. In realtà alle sue spalle qualcuno sta macchinando da tempo e sta usando queste informazioni riservate per sottrarre le opere e portarle in salvo sulle astronavi. Per la fuga di questa scottante notizia il suo fido collaboratore viene ucciso a Parigi appena uscito dal Louvre in un 'finto' incidente sotto il tunnel dell'Alma, già tristemente noto per la tragica morte di Lady Diana Spencer. Scioccata dalla scoperta che il governo guidato da suo padre sta nascondendo l'imminente fine del mondo all'umanità, Laura decide di unirsi al dottor Helmsley per cercare di salvare il salvabile.
Un anno dopo la situazione precipita clamorosamente. Terremoti violentissimi stanno flagellando la west coast degli Usa, gli studiosi prevedono a breve distruzione, collasso e morte ovunque. E' in questo contesto che si inserisce la storia di Jackson Curtis (John Cusack) uno scrittore che ha messo tutto se stesso nel suo romanzo fallimentare (a sua detta incompreso dalla massa) e poco gli è rimasto da dare al suo matrimonio con Kate (Amanda Peet) che ora ha un nuovo compagno che vive con lei e con i suoi due figli. Diverso il rapporto con i piccoli Noah e Lilly per papà Jackson, che mentre lavora al suo nuovo libro decide di portarli per il weekend nel parco di Yellowstone a prendere confidenza con il campeggio. Strane recinzioni circondano la riserva naturale, ma i tre impavidi decidono di oltrepassarle e di entrare ugualmente. Sarà proprio il presidio dell'esercito all'interno del parco ad insospettire Jackson che una volta fuori dall'area fa un incontro davvero bizzarro con Charlie Frost (Woody Harrelson) un conduttore radiofonico hippy appassionato di tecnologie e di cinema che vive in un attrezzatissimo camper nel bosco circostante. In preda a una sorta di raptus l'uomo inizia a parlargli di radiazioni pericolose, di complotti, di morti misteriose di luminari, di evacuazione, di mappe segrete, di disastro naturale imminente e gli mostra anche un video animato fatto da lui e messo su Youtube con cui cerca di avvertire quanta più gente possibile che la fine del mondo è vicina, si tratta solo di poche ore.Inizialmente Jackson lo prende per pazzo ma col passare del tempo si renderà conto che le sue previsioni non solo erano esatte ma era quanto di più vicino alla tragica realtà si fosse mai sentito in giro di recente. Di lì a poco le placche terrestri inizieranno a spostarsi causando terremoti e maremoti, si creeranno enormi crepe sulle montagne, le strade inizieranno a sgretolarsi come fossero di cartapesta, crolleranno grattacieli e un'enorme onda anomala si abbatterà sulle coste e cancellerà per sempre Los Angeles. Jackson dovrà correre a casa e mettere in salvo la sua famiglia, viaggiando via terra e via aria prima che l'intera California collassi e si accartocci per sempre su se stessa... Una scena da brividi quella dell'onda gigante che si abbatte su una nave da crociera ferma nei pressi di Manhattan, divertentissima invece nella sua tragicità la scena del terremoto che divide, spezzandolo letteralmente a metà, il reparto scatolame del supermercato in cui Kate e il suo nuovo compagno stanno facendo la spesa, proprio nel momento in cui lui pronuncia la frase fatidica: "cara, sento che qualcosa ci sta separando...". E ancora il parco di YellowStone che viene sommerso da un'esplosione di lava ampia cinquanta kilometri, astronavi che si infrangono sulle nevi e automobili che fuoriescono rotolando a velocità supersonica, la cupola di San Pietro che crolla sulla piazza piena di gente raccolta in preghiera, il sottomarino JFK che travolge la Casa Bianca, le montagne del Tibet che crollano come fossero castelli di sabbia e chi ne ha più ne metta.
Che dire, l'acquolina è salita a livelli indescrivibili, non mancano gli spunti di riflessione sui contenuti della storia e sull'operato di Emmerich, a tratti eccellente e a tratti spinto volutamente all'eccesso, tanto meno latitano l'azione e i momenti drammatici. Se ci aggiungiamo anche quel pizzico di sana ironia (tagliente quella nei confronti di Hollywood) e le tante riflessioni filosofico-esistenziali sulla famiglia, sull'amore, sull'umanità, sulla civiltà del genere umano, sul destino e soprattutto sull'ambiente, ne viene fuori un film assai più 'umano', profondo e sfaccettato, che prende le distanze dal semplice blockbuster tutto computer grafica e grandi star che siamo abituati a vedere di solito.
E ad una realtà falsa (si spera) si contrappone una realtà vera è cioè che 2012 è e sarà veramente l'ultima catastrofe di Emmerich, e non solo in senso cronologico ma anche in senso assoluto. Il cineasta di origini tedesche esce così dalla scena in grande stile e con uno spettacolo davvero strabiliante dà definitivamente il suo addio ai disaster-movie per dedicarsi ad altro (nell'intervista ci ha svelato anche qual'è il suo prossimo progetto). Sarà per questo motivo che in 2012 c'è davvero di tutto e di più, almeno stando a quel che abbiamo avuto la fortuna di visionare in quest'ora di proiezione ed è probabilmente anche per questo motivo che la 20th Century Fox ha deciso in questi giorni di posticipare l'uscita di Avatar di quasi un mese, dal 18 dicembre 2009 al 15 gennaio 2010 rinunciando così alla sua fetta di incassi natalizi. Le gesta di Emmerich, stavolta più che in passato, spaventano tutti. E non solo i superstiziosi.