Negli ultimi giorni erano apparse online alcune notizie in cui sosteneva che Xavier Dolan non avrebbe presentato il suo nuovo film, The Death and Life of John F. Donovan, alla prossima edizione del Festival di Cannes in risposta alle critiche negative ricevute qualche mese fa sulla Croisette con È solo la fine del mondo.
Il giovane regista ha ora voluto mettere a tacere tutte le voci condividendo su Instagram una dichiarazione, in inglese e in francese e con una presa di posizione chiara e forte.
Il filmmaker ha confermato che il lungometraggio non sarà sicuramente a Cannes ma per un motivo ben specifico: non sarà ancora concluso nei tempi previsti per essere proposto per un eventuale inserimento nella programmazione.
Dolan ha spiegato che le riprese si concluderanno solo nel giugno 2017 e ha poi aggiunto: "Ogni individuo, ogni essere umano, reagisce in modo diverso alle critiche. Detto questo, la cultura del trolling, o del bullismo, o l'odio ingiustificato non dovrebbero far parte in modo inestricabile dell'avventura cinematografica o analitica. Ma sembra che stiamo vivendo in un periodo in cui si è incapaci di slegare le cose, ed è un diritto personale scegliere diverse traiettorie per il proprio lavoro, senza per forza dare spazio a frustrazione o rappresaglie. Preferisco concentrarmi sulla creazione, non la reazione. Sono infinitamente grato nei confronti del Festival di Cannes e nessuna acredine nei confronti delle critiche mi impedirà mai di proporre i miei film al Festival".
Il lungometraggio potrà contare su un cast stellare composto da Kit Harington, Jessica Chastain, Susan Sarandon, Taylor Kitsch, Thandie Newton, Natalie Portman, Nicholas Hoult e Kathy Bates. La storia seguirà quanto accade a una star del cinema che, a causa di una corrispondenza con un giovane collega inglese di soli 11 anni, rischia di veder distrutta tutta la sua carriera per ipotesi infondate.
Durante la presentazione del film E' solo la fine del mondo alla stampa canadese, Xavier era recentemente ritornato a parlare dell'esperienza vissuta durante il festival di Cannes: "Tutti i film a Cannes ottengono un certo tipo di attenzione. E' proprio di un festival caratterizzato dall'avversione. Imparo molto leggendo le recensioni ma, in questa edizione, ho avuto l'impressione di leggere delle critiche su di me come persona". Xavier ha proseguito: "Ho bisogno di sapere cosa pensano le persone, ma ho avuto l'impressione di leggere una diagnosi psicologica. Era talmente personale e crudele che sono tornato in Québec in uno stato di shock. C'è qualcosa che si è spezzato e non penso che si potrà riparare un giorno".
Il filmmaker ha spiegato che dal 2000 frequenta con assiduità il Festival di Cannes ed è riconoscente per l'esperienza vissuta e per l'accoglienza ricevuta nel corso delle stagioni: "Essere membro della giuria è stata per me l'esperienza sociale, intellettuale ed emotiva che mi ha arricchito di più in tutta la mia vita, ma ho l'impressione che sia il caso di allontanarmi".