X Factor 2023, le pagelle del terzo Live: Francesca Michielin risuscita Ivan Graziani, Morgan perfido maestro

Le nostre pagelle del terzo Live di X Factor 2023, dedicato alla musica ribelle, che ha visto l'eliminazione di Gaetano De Caro.

X Factor 2023, le pagelle del terzo Live: Francesca Michielin risuscita Ivan Graziani, Morgan perfido maestro

Il terzo Live di X Factor 2023 è stata una puntata a tema - musica ribelle - che è tutto sommato il modo più semplice per porre il talent - qualunque talent - davanti al suo spettro: il karaoke. Termine evocato infatti da Dargen, che ha fatto infuriare Morgan. Però poi scopriamo che la puntata a tema è stata una richiesta di Morgan, anche detto il sabotatore. E allora il dubbio che l'abbia fatto con coscienza per porre lo show davanti al suo limite è almeno lecito che venga. Ma andiamo con ordine per capire come è nato il nostro sospetto.

Le nostre pagelle al terzo Live di X Factor

Astromare - voto 5,5

Più che una prova, un rito di iniziazione, per espiare il peccato di essere stati ripescati al posto di Anna Castiglia, che Morgan sperava rientrasse (ma allora perchè non l'ha inserita in squadra quando avrebbe potuto?). Portano sul palco Anyway dei Genesis in due. E devono anche cantare. Il risultato non poteva che essere insufficiente. Un punto in più per l'impegno e lo studio. Voto più alto invece al pubblico, che non li fa cadere nella trappola di Morgan e li fa volare alla prossima puntata senza passare nemmeno dal ballottaggio.

Morgan - voto 5

Se ci pensiamo ancora un po' diventa un 10, ma non cederemo al fascino della perfidia e al richiamo delle tenebre. Il punto è quello esposto da Dargen D'Amico: spingere gli Astromare all'eliminazione non riporterà in gara Anna Castiglia, quindi giocare il ruolo del sabotatore in questo caso è inutile.

Settembre - voto 6,5

Per non proseguire nel percorso musicale contemporaneo napoletano, Dargen gli dà Cindy Lauper, così, a caso: just want to have fun. Settembre la interpreta con il suo solito stile, e persino con il suo solito accento. Venti anni fa sarebbe stato in una boy band. Oggi è il concorrente perfetto per un talent musicale. Si stava meglio quando si stava peggio? Chissà... Intanto mette d'accordo tutti, giudici e pubblico, e un motivo ci sarà. Noi non lo abbiamo ancora compreso appieno ma vogliamo dargli fiducia.

Matteo Alieno - voto 6

La messa in scena più debole della serata, tanto che a sentire i giudici ci viene il dubbio di aver guardato e ascoltato due cose diverse. La scenografia richiama un'ultima cena poco invitante. Lui mantiene la sua cifra stilistica, e se facessimo finta di non aver mai ascoltato l'originale di Manuel Agnelli, l'interpretazione non sarebbe neache male. Sicuramente sulla scia di una scena cantautoriale italiana della quale Matteo non è alieno. Però nella nostra testa non smette più di risuonare quel "Non c'è nienteee che sia per sempreeee" con la voce potente e graffiante di Agnelli (miglior giudice si sempre di X Factor, Morgan dovrà farsene una ragione): ogni confronto è impari.

Maria Tomba - voto 7

Potremmo chiamarla epifania o semplicemente scoperta, senza disturbare la retorica. Uno stato particolare in cui si entra quando si comprende che, ciò che fino a un attimo prima neanche si conosceva, in realtà ci calza a pennello e riesce a esprimere in un baleno ciò che realmente siamo o almeno ci sentiamo. Porta Sono un ribelle, mamma degli Skiantos in un arrangiamento decisamente più punk dell'originale ma giusto per lei e per i suoi anni. Una versione semplificata del pezzo, certamente, ma Maria Tomba canta, recita, si agita con trasporto senza perdere mai il controllo. Tranne quando prende a cuscinate Fedez con troppa foga. Lui se ne lamenta, la Chiara Ferragni co-conduttrice di Sanremo ringrazia.

Stunt Pilots - voto 6

Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli è un paradosso in un programma come X Factor, con una giuria, una classifica, uno spietato meccanismo darwiniano basato sulla capacità di ottenere voti. Loro sono la migliore band dell'edizione, alle prese con un pezzo che non sono riusciti a fare proprio e a interpretare a dovere. Un'occasione persa per ascoltare un'altra bella esibizione, ma non da cestinare. Poi per fortuna si rifanno con Prince al momento del ballottaggio e ci ricordano che ci piacciono perchè con gli strumenti in mano, TV, pubblico e giudici o no, si divertono.

Angelica Bove - voto 8,5

L'interprete più emotiva dell'edizione, aggiunge ulteriore drammaticità al suo percorso con Generale di Francesco De Gregori. E piace. Precisa, intensa, dolce e straziante, il nostro pensiero, durante la sua esibizione, è corso proprio lì dove si è soffermato quello di Ambra durante le assegnazioni: a questo "senso di ingiustizia che sta permeando il presente" come ha riassunto Dargen D'Amico.
"La migliore versione che abbia mai sentito" dice Morgan. Ed esagera.

Gaetano De Caro - voto 4

Il più giovane e si sente. Talento vocale che però non esce dall'esibizione amatoriale, anche nell'impeccabile cornice pop che ad ogni puntata gli viene costruita intorno. Un passo indietro agli altri, nonostante Lady Gaga avrebbe potuto spingerlo oltre il limite che si autoimposto. Un'eliminazione giusta (forse addirittura ritardataria).

Sickteens - voto 6

Ogni sera consolidano il loro sound pop punk. Anche al cospetto di Rebel Rebel. I Finley che cantano David Bowie, dice bene Fedez. Dopo i comunisti col rolex, i ribelli con l'autotune. Dall'exploit dei Maneskin in poi, non sembra più azzardato sognare che una band dalla tv italiana possa raggiungere l'olimpo mondiale. I Sickteens sono sulla carta quelli più adatti all'esportazione in questa edizione, ed è forse questa la scommessa, o l'allucinazione di Morgan. Le somme si potranno tirare al momento dell'inedito. Per ora fanno bene i compiti e, loro sì, cadono nella trappola di Castoldi. La psicologia inversa spicciola, d'altronde, funziona con gli insicuri e con i vanitosi, e il loro giudice sa quello che fa (a volte).

Sarafine - voto 8,5

Conferma di essere cantante e producer completa, matura, già promouvibile fra i professionisti, in un mercato discografico giusto una come lei dai talent non dovrebbe nemmeno passarci. Prova difficilissima quella di Get Up, Stand Up dei The Wailers, superata brillantemente, con un climax riuscitissimo. Non è altrettanto abile nella danza, ma probabilmente non rientra fra le sue ambizioni.

Il solito dandy - voto 8

La rivelazione di questi live. Non è "solito", se guardiamo alla scena musicale attuale, e in realtà neanche propriamente un dandy. Conserva una quota naif che non prende mai totalmente il sopravvento, mantenendo credibilità in tutti i generi in cui si è esibito. La sua interpretazione di Compagno di scuola di Antonello Venditti è la riscoperta di un brano che non ci era mai sembrato tanto profondo.

Selmi - voto 5,5

La scommessa - l'ennesima - di Morgan. Che riapre il dibattito sull'esistenza di musica di destra e di sinistra, che resta celato sullo sfondo durante il giudizio dei giudici. E che per fortuna ogni tanto distrae da una performance certo non brutta ma poco convincente. Non che la interpreti male, ma La libertà di Giorgio Gaber è un pezzo (iconico!) di teatro canzone che non si presta alle semplificazioni e all'appiattimento. Mancano l'ironia e l'intensità necessarie per sostenere il peso dei capolavori, resta un testo che adesso ha sete di giustizia.

Francesca Michielin - voto 3

Come conduttrice è più in gamba del previsto, e infatti questo è un voto solo per la terribile gaffe in cui è caduta intervistando Colapesce e Dimartino, ospiti della serata. Per farla breve: ha risuscitato Ivan Graziani, scomparso nel 1997. "Ho visto che nel vostro album c'è un duetto pazzesco con Ivan Graziani: com'è stato lavorare con lui?". Silenzio. Chapeau a Colapesce, che ha sorvolato sull'errore per ben due volte, suggerendo allo stesso tempo - citando la famiglia del cantautore - che da qualche parte qualcosa non andava.