Una puntata da atmosfera crepuscolare questo quarto Live di X Factor 2023. Di festa che finisce, male. Tutti stanchi o sbronzi (ma di cortisone o paracetamolo), i giudici si sfilano le scarpe consunte, ne vengono fuori sassolini e massi. I cantanti assistono dal palco alle esibizioni dei quattro, che, col pretesto di giudicarli, si punzecchiano a vicenda con armi via via più affilate. Danno spettacolo. La musica è sullo sfondo e non più "al centro", come recita il mantra di tutti gli show televisivi dove si canta e si suona pure, da Sanremo ad, appunto, X Factor.
Le nostre pagelle al quarto Live di X Factor
Selmi - voto 6
Il primo eliminato della serata, in una manche, la giostra, che dura poco più di 30 secondi per ciascuno. Porta lo stesso pezzo delle Home Visit, La nostra relazione di Vasco Rossi, e non meriterebbe di uscire, anche soltanto perchè non sapremo mai come gli sarebbe calzato un brano di Sergio Endrigo (una suggestione lanciata da Morgan en passant). Il meccanismo della puntata, però, è implacabile. Col senno di poi, non solo quello.
Sickteens - voto 5
La scelta del brano è perfetta (Careless Memories dei Duran Duran), nonostante loro storcano il naso rispetto a tutto ciò che è stato prodotto prima del 2000. Sciacquare la giovanil arroganza nel rio di Simon Le Bon, ma per lo stile c'è ancora molto lavoro da fare. Soprattutto per quello che non riguarda la musica. L'esibizione musicale in sè è da sei, ma il machismo esibito nella goffa aggressione sessuale ai danni di Ambra non può passare impunito. Velo pietoso sullo spogliarello del cantante, altrettanto goffo. Per fortuna ci hanno pensato pubblico e giuria: sono i secondi eliminati della serata.
Maria Tomba - voto 7
Lei è brava, ma essere bravi è solo un dettaglio per poter accedere nello showbiz. Fedez, che è un esperto, cavalca la storiella d'amore platonica che dall'inizio dei Live ci viene propinata tra Maria e Settembre. E proprio in nome di questo viene fatta l'assegnazione (ma davvero?): quella originale sarebbe Wake Me Up When September Ends dei Greenday, per fortuna Maria si ribella e le nostre orecchie ringraziano. Si va di disco funk: è comunque September ma quella degli Earth, Wind and Fire. L'arrangiamento è piacevole e lei una garanzia. Lascia anche il contentino al giudice con la scenografia che richiama American Beauty e Settembre nel ruolo di Mena Suvari. Un voto in più se avesse cantato un mese diverso.
Matteo Alieno - voto 6
Talentuoso è talentuoso ma il percorso su cui Ambra lo sta conducendo è più grande di lui. Esegue Il chitarrista di Ivan Graziani con rispetto in una scenografia fatta di suoi cloni con frangetta, essenziale ma divertente. Insieme a quella della scorsa settimana, però, non è proprio tra le sue performance migliori.
Fornisce un assist a Francesca Michielin per mettere una toppa alla gaffe della settimana precedente. Che ovviamente coglie.
Settembre - voto 5
"Disperato, disperato!" consiglia Dargen. L'obiettivo è dare in pasto a giudici e pubblico un'esibizione di maggiore intensità. Ma a Settembre, 22 anni e un trascorso sentimentale che non è evidentemente quello del Samuele Bersani di Spaccacuore, manca lo spessore per sostenere il brano assegnato. I timori che lo stesso Andrea aveva esplicitamente espresso si trasformano in realtà: la sua Spaccacuore è troppo leggera, poco consapevole. Finisce al ballottaggio, dove porta Liberato. Un'altra storia. E si salva.
Astromare - voto 4,5 di incoraggiamento
Uno studio, più che un'esibizione, dice Ambra. Un disastro, dice Fedez, meno edulcorato. E hanno ragione entrambi. Non si capisce perché Morgan abbia deciso di non farli esibire mai con un pezzo che possano eseguire bene. Proprio in nome del fatto che studiano musica, masticano grammatica e spartiti. Good Vibrations dei Beach Boys è un suicidio annunciato per la complessità, a maggior ragione se si è in due a dover rifare i sei della formazione originale. Quasi commovente il modo in cui gli Astromare si affidano al loro giudice, ma per la prossima puntata, il consiglio è di prendere esempio da Maria Tomba.
Angelica - voto 7,5
"Falla coatta" ordina Ambra. Lei con un orecchio ascolta e con l'altro va avanti per la sua strada, e funziona. Non teme l'intensità, che d'altronde è il suo punto di forza. La sua I've Been Loving You Too Long potrà pure non aver superato la soglia che porta al blues, come obietta Morgan, ma va bene così. Anche senza la parentesi cortisone di Ambra, che non toglie e non aggiunge niente a una delle migliori esecuzioni della serata.
Stunt Pilots - voto 8
Rispettano il pezzo - di Alanis Morissette - come va di moda dire. E per fortuna, perché non osavamo immaginarci una versione funky di Ironic. Energia, precisione, talento e simpatia: si riconfermano il miglior gruppo dell'edizione e forse i soli in grado di competere, al netto di quanto visto fin qui, con Sarafine.
Sarafine - voto 8,5
Le dai un pezzo a caso, e lei lo ritrasforma in un brano nuovo, interessante. E Fedez fa esattamente questo, le dà pezzi a caso. Ma a tutto lei estende il suo punto di vista, la sua sensibilità musicale e la sua qualità artistica. Ha iniziato la puntata con una Carmen di Bizet in versione elettronica, l'ha chiusa con un pezzo difficile di Califano. In entrambi i casi non ci ha mai fatti pentire di non aver cambiato canale. Tutto il resto è noia.
Il solito dandy - voto 7
È quello che si diverte di più. E diverte anche il pubblico. Secondo Morgan fin troppo, perchè dopato da stratagemmi scenici che coinvolgono la platea. L'esibizione sulle note di Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni è piacevole, come deve essere. La sua anima artistica ha mille sfumature, e lui sta imparando, di puntata in puntata, a tirar fuori quella che più si addice al momento. Un talento da non sottovalutare.
Morgan - voto 3
O forse 9? Il bello di Morgan è che non si sa mai se e come sia possibile esprimere un giudizio univoco. Guascone, incarognito, nero, perfino troppo truccato. Non ne fa una giusta: sbaglia le assegnazioni, litiga con Dargen D'Amico per qualcosa di personale che non interessa a nessuno, non sente che il suo concorrente è il primo eliminato, ignora la performance di Maria Tomba per continuare a chiacchierare. E poi grida al complotto, si mette in testa di smascherare in una serata soltanto il meccanismo che manda avanti il programma da 17 edizioni, sfotte con cattiveria gratuita Francesca Michielin, è squallido nella battuta a Fedez ("grazie che mi fai da psicologo, sei troppo depresso per essere psicologo"), si autoelimina votando i suoi Sickteens al ballottaggio.
In effetti è lo sconfitto della serata, con due concorrenti fuori, quelli a cui teneva di più, quelli in cui credeva. Ironico che adesso le sue speranze di vittoria si poggino proprio sulla band che sta boicottando (forse non in maniera intenzionale, però...). Però non soccombe, non si rassegna e dove non può con le azioni combatte con le parole.
"Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire": Morgan è il Jep Gambardella di X Factor. Non ha la compostezza e i modi del personaggio di Sorrentino ma ne possiede l'indole sarcastica e distruttiva. Morgan è una maschera tragicomica del teatro o del cinema imprestata alla TV. Dove però la passione si trasforma in esibizione e l'eccesso in trash.
Gli va riconosciuto il merito di salvare la componente spettacolare di un'edizione non proprio brillante, ma dovrebbe farlo con maggiore riguardo, per se stesso e per quelli a cui tocca in sorte di stargli accanto. Rimembranze di Bugo.