Il quinto Live di X Factor 2023 è una mezza disgrazia, musicale e televisiva, tra concorrenti stanchi e disillusi, giudici annoiati e una conduttrice che per provare ci prova, ora con cover e balletti, ora con qualche battuta appena fuori dal copione. Ma non c'è niente da fare. L'unico sorriso della serata ce lo regalano Max Pezzali, la band di mariachi e il suo momento nostalgia.
E ovviamente Morgan, che ormai col suo personaggio è quasi un format a sè. Ragion per cui non ha nemmeno più bisogno della presenza fisica a quel tavolo: è incorporeo ma presente, è lo spirito che si materializza nelle battute, nelle allusioni, e presto in tutte le altre sedi opportune.
Le nostre pagelle al quinto Live di X Factor 2023
Il solito dandy - voto 7
L'esibizione sulle note di Un'emozione da poco è solida, a patto che si sospenda il paragone con i precedenti di Anna Oxa e, soprattutto, di Luca Marinelli.
Umberto Tozzi, Gianni Togni, Renato Zero, Nicola Di Bari: ricorda tutti ma non è uguale a nessuno, saldamente poggiato su una base dance e un abbigliamento ormai da malavita romana. Abbiamo scoperto doti vocali che non pensavamo avesse, un'intensità che non pensavammo raggiungesse. Siamo curiosi di ascoltare un inedito, scoprendo anche doti di compositore che non pensiamo abbia.
Non sbaglia nemmeno nella manche successiva con Finalmente tu: un Max Pezzali che dimostra davvero la sua attuale età. Finalmente.
Angelica - voto 6,5
In cinque puntate live non ha sbagliato una nota. E ha tenuto sempre lo stesso pathos e la stessa voce ferita, che con Generale aveva toccato perfino le corde profonde dell'innominabile.
Tutto come nelle scorse puntate. Monotono?
Sì, secondo la volpe dello showbiz italiano, Fedez, che la provoca, commentando di sentire la mancanza di allegria, di edonismo nella sua Lover Please Stay. La sventurata rispose: "Mi appartengono tantissime emozioni".
Dal repertorio degli 883 arriva la cover di Come mai, che chiaramente non le piace, non le interessa, non fa per lei.
Forse più per paura della prossima assegnazione che per demeriti suoi il pubblico ha provato a eliminarla.
Maria Tomba - voto 6,5
In cinque puntate di live non ha sbagliato una nota. Anche lei. Per cui il finale di Lady Marmalade glielo possiamo perdonare. E poi, cara Mary Grave (che cringe!), a noi della pole dance non frega assolutamente nulla.
È la goccia di allegria settimanale che Fedez si (e ci) somministra. Si prende in giro, con autoironia, e può farlo perché ha il pieno controllo della sua voce e della sua espressività. Aspettiamo la sua prova su un brano originale.
Purtroppo casca sulla cover degli 883. Rifare un pezzo iconico per un'intera generazione come Sei un mito non è affatto facile, ma ci saremmo comunque aspettati di più. Tanto noi quanto Max Pezzali.
Settembre - voto 6
Mash up di Crazy e Je so' pazzo di Pino Daniele. Purtroppo non si rivela una scelta razionale. Il pezzo funziona poco, nonostante il ragazzo si impegni tanto. Dargen vorrebbe trasformarlo nel poliglotta dell'edizione: sa cantare in italiano, inglese e napoletano. Ma il risultato è più una schizofrenica Babele. Gli anni degli 883 nel quinto Live sono un po' la Spaccacuore del quarto: canta epoche ed esperienze che non gli appartengono. Nonostante questo nella seconda manche se la cava meglio di altri (di Maria Tomba).
Sarafine - voto 9
Siamo in un club di una metropoli europea. Chiudiamo gli occhi e siamo a Londra, Parigi, Bruxelles. E poi Valentia, Vibo Valentia. E lo ricorda fondendo bene musica popolare calabrese (il brano è Riturnella) e dubstep. Senza guizzi, dice Dargen. Anche un po' più imprecisa di come ci aveva abituato, diciamo noi. Eppure siamo alla fine d'accordo con Ambra: un rito di ipnosi collettiva. Se la sua Hanno ucciso l'Uomo Ragno arriverà su Spotify, sarà il pezzo più ascoltato di X Factor 2023. Lascia di stucco anche Max Pezzali.
Matteo Alieno - voto 8
"Prima volta che non ho cantato rivolto ai riflettori ma guardando negli occhi una persona". Ha detto tutto lui. L'esibizione emotiva della serata è la sua, spodestando la compagna di squadra Angelica.
I commenti dei giudici non sono altrettanto illumimati. Lorenzo De Pedis, lo chiama Fedez. Il riferimento è al boss Enrico De Pedis, detto Renatino, che è stato chiamato in tanti modi, ma di sicuro non Lorenzo. E non si capisce neanche perchè lo abbia tirato in ballo, in realtà. Dargen fa anche di peggio, provando a portare del brio in una puntata chiaramente orfana di un protagonista. E la faccia del povero Matteo dice tutto, ancora una volta, in quel momento.
Se Costruire di Niccolò Fabi era l'assegnazione giusta, non è andata peggio con Deca, che rifatta così sembrava quasi un suo pezzo.
Ironia della sorte: nel giorno delle sue migliori performance viene eliminato.
Stunts Pilots - 8,5
Bellissima prova. Decostruiscono un classico dell'R&B come Ain't no Sunshine mantenendone il senso, fra impeti e vuoti. Confidiamo in un inedito altrettanto ispirato. La cover di Nessun rimpianto è troppo breve per apprezzare l'idea di riarrangiamento. Il rimpianto qui c'è. Ma quel che abbiamo sentito non ci è dispiaciuto.
Astromare - voto 4
"Voglio restituirvi il divertimento di questa esperienza" profetizza Ambra. "Morgan vi aveva già assegnato De André... vi piace?". "Piace è una parola grossa" risponde un Astromare.
"Cosa vorreste fare?".
"I Pooh".
E se fosse un film a questo punto il duo si riprenderebbe la scena con un'esibizione memorabile, ovazione del pubblico, Facchinetti senior che li porta in gloria sulle spalle, tutti e due contemporaneamente.
Ma ecco che si ritorna alla realtà. Giunge il momento della performance a interrompere la fantasia, e forse anche la musica: esibizione pessima da tutti i punti di vista, e questa volta non c'è l'attenuante del pezzo impossibile.
La regola dell'amico non sbaglia mai? Gli Astromare, invece, sì.
Max Pezzali - voto 8,5
Accompagnato da mariachi con fiati e chitarre, si agita sul palco il cantore delle infatuazioni adolescenziali, della noia nelle grigie periferie culturali degli anni novanta, della nostalgia di epoche in cui tutto sommato si stava anche peggio, di regole spietate immaginarie dai nomi tutt'altro che altisonanti con cui prova a sistematizzare le dure delusioni che forgiano la crescita di un giovane uomo (il gol, l'amico ...). Un medley che appare freschissimo dopo i Pooh degli Astromare. La positività che serviva dopo la voragine d'imbarazzo aperta, più che da Morgan, dagli altri giudici.
Fedez - voto 4
Senza Morgan prova a riprendersi la scena. Ma non ha più lo smalto. L'avrà venduto tutto.
Dargen D'Amico - voto 4
È quello che ha perso di più con l'uscita di Morgan, non trovando più un contraltare alle sue frecciate.
Ambra - voto 4
Non sembra a suo agio, dà l'idea di prendere troppo seriamente il compito e dimenticare che si tratta di uno show di intrattenimento. E poi, soprattutto, se due diciassettenni dicono di voler suonare i Pooh, non dissuaderli vale come omissione di soccorso.
Morgan - voto 8
L'eliminato illustre dell'edizione, ma sempre presente. Ed è il più vivo della serata. Un plauso agli autori che, tra discutibile montaggio ad arte iniziale ed "È stata una settimana complessa, sono state dette tante cose, anche troppe. Le cose si risolveranno fuori da qui, nelle sedi più opportune", non l'hanno certo condannato all'oblio.