Warrior - da stasera su Sky ogni lunedì - nasce da un soggetto di poche pagine scritte a mano grazie a Shannon Lee, figlia dell'attore e produttore che intorno ai primi anni 2000, unica erede dopo la scomparsa del fratello Brandon, ferito a morte in un incidente sul set de Il Corvo, prese in consegna l'archivio del padre e iniziò a coltivare l'idea di dare un seguito a quel trattamento per una serie tv stile kung fu.
Per Bruce Lee fu il sogno di una vita. Un progetto a lungo cullato dalla leggenda delle arti marziali ma mai andato in porto, una serie tv a metà fra action e denuncia sociale, sulla condizione degli immigrati cinesi in America. Grazie a lei e a Justin Lin (regista degli ultimi e dei prossimi capitoli della saga di Fast & Furious), al quale la Lee si rivolse per dar forma al progetto del padre, il sogno di Bruce Lee è diventato realtà. In 10 crudi e adrenalinici episodi da un'ora diretti da Jonathan Tropper, creatore di Banshee, e prodotta da Cinemax (HBO), Warriorè un "kung-fu drama" che racconta il mondo senza scrupoli della San Francisco di fine 1800.
Lo show segue Ah Sahm (Andrew Koji, Fast & Furious 6), un prodigio nelle arti marziali che arriva a San Francisco dalla Cina in circostanze misteriose e diventa in breve l'uomo di fiducia di una delle tong più potenti di Chinatown (completamente ricostruita in Sudafrica, a Cape Town), le famiglia cinesi dedite al crimine organizzato. L'interprete principale della serie è Andrew Koji nei panni del protagonista, nel cast insieme a Kieran Bew (The Street), Olivia Cheng (Marco Polo), Dianne Doan (Vikings), Dean Jagger (Il Trono di Spade), Langley Kirkwood (Invictus - L'invincibile), Hoon Lee (Banshee - La città del male), Christian McKay (Io e Orson Welles), Joe Taslim (Fast & Furious 6), Jason Tobin (The Fast & the Furious: Tokyo Drift), Joanna Vanderham (The Paradise), Tom Weston-Jones (Copper) e Perry Yung (The Knick).