Debutta il 17 gennaio, su RaiUno Lo scandalo della banca romana, film tv in due puntate diretto da Stefano Reali, ambientato a fine Ottocento e interpretato da Beppe Fiorello, Vincent Perez, Andrea Osvart e Lando Buzzanca. La fiction racconta la storia di Mattia Barba, un giovane giornalista in cerca di successo, che è costretto a chiudere il giornale di cui è titolare, Il Corriere di Cefalù perché nella provincia siciliana la gente non sembra interessata alla verità. Decide perciò di andare a Roma con la convinzione di fare il suo lavoro in giornali liberi, come ad esempio Il Popolo Italiano, per urlare la verità e cambiare il mondo.
Gli anni in cui si sviluppa la storia di Mattia sono quelli di un'Italia in fermento, per la scoperta e la denuncia di uno scandalo che coinvolse politici, funzionari pubblici, faccendieri, parlamentari e ben tre presidenti del consiglio. Uno scandalo che svelò all'intero Paese un panorama di desolante corruzione e connivenza tra banchieri, imprenditori, prelati, giornalisti, mafiosi e politici. Anche Mattia si trova incastrato in questo giro di corruzione senza precedenti ed è costretto ad una difficile scelta morale: da un lato i valori semplici e concreti sempre praticati dal padre, dall'altro quelli che guidano la condotta del suo direttore, riassunti da un incisivo passaggio contenuto in un celebre libro di Diderot, L'uomo e la morale: "L'unico dovere per un uomo è fare felice se stesso".
Il giovane giornalista siciliano, inizialmente abbagliato dalla nuova vita nella capitale, dalla prospettiva di un'ascesa professionale, rapida e brillante, e dall'amore di Renata, una bellissima cantante, non riuscirà a vedere oltre la semplice apparenza. Solo successivamente, resosi conto della crudeltà del sistema, recupererà la sua integrità e la sua onestà, accettando di pagare in prima persona pur di smascherare i responsabili del malaffare.
"Questo film TV vuole essere un tentativo di bildungsroman, romanzo di formazione, in cui si cerca di far vedere cosa può accadere ad un giovane italiano cresciuto con dei Valori, quando viene a contatto con un mondo in cui sembra lecita qualunque scappatoia, perché si accorge che "tanto fanno tutti così"." - spiega il regista Stefano Reali - "Sono ormai ben più di cento anni che il crac della Banca Romana viene citato come il più emblematico esempio di un certo malcostume politico-finanziario italiano, considerato spesso come facente parte del DNA della nostra penisola. Quando scoppiò lo scandalo di Tangentopoli, a cento anni esatti di distanza, i due episodi sembrarono simili. E' anche per questo che abbiamo sentito l'urgenza di raccontarne l'essenza della storia, con le necessarie libertà narrative che si devono concedere ad un film TV di prima serata. Perché di fronte ad episodi come questi, la mancanza di qualunque tipo di indignazione, e magari la comparsa di un sorrisetto acquiescente di rassegnazione, al fatto che non siamo "un paese normale", è qualcosa che dovrebbe farci riflettere. Fra gli imputati dello scandalo della Banca Romana vi erano Eroi del risorgimento, uomini che avevano partecipato alla spedizione dei Mille, o che avevano combattuto nelle guerre d'Indipendenza. Vi erano professori universitari, giornalisti, poeti, romanzieri, imprenditori che avevano veramente "fatto l'Italia", con il loro pragmatismo. Ma fino a che punto detto pragmatismo sconfinava nella mancanza di scrupoli, o nell'illegalità? E fino a che punto diveniva sostanzialmente lecito, con la scusa che tanto "lo facevano tutti"?"
"In questa particolare operazione narrativa" - prosegue Reali - "vista la delicatezza dell'argomento trattato, abbiamo tentato di rispettare le raccomandazioni manzoniane, sul Romanzo Storico: i nostri protagonisti sono personaggi di fantasia, ma sono immessi in una vicenda realmente accaduta, con riferimenti, date, e luoghi autentici, ripresi da documenti storici e dagli atti originali del vero processo della Banca Romana, trascritti dall'Archivio di Stato, nelle ormai classiche opere sull'argomento di Nello Quilici ed Enzo Magrì. Per quanto riguarda l'ambientazione, abbiamo cercato di restituire, grazie alla scenografia di Giantito Burchiellaro e alla fotografia di Claudio Sabatini, i profumi di un periodo storico particolare, che coincide con l'arrivo della luce elettrica a Roma nel 1890, dopo l'exploit di Parigi negli anni precedenti. Un periodo in cui si vide nella possibilità di stampare delle banconote in soprannumero e quindi di creare una "ricchezza" inesistente, una sensazione di impunità morale molto simile a quella esplosa con l'eccesso di finanziarizzazione che ha sconvolto il mondo negli ultimi dieci anni: cos'altro sono i cosiddetti "titoli tossici" se non l'equivalente moderno delle banconote stampate abusivamente dalla Banca Romana alla fine dell'800?"
"Il mio personaggio è quello di Mattia Barba, un giovane giornalista che arriva dal sud nella grande Capitale, dove conoscerà un mondo fatto di ricchezza e potere, intrighi economici e amorosi nei quali resterà imbrigliato, suo malgrado. Dovrà compiere scelte importanti per uscirne pulito." - aggiunge Fiorello -"Attraverso la sua esperienza gli autori hanno anche raccontato cos'è l'etica per chi fa informazione, cosa si intende per onestà intellettuale, e quale prezzo bisogna pagare per restare integri in un paese dove la verità è nelle mani di chi ha i mezzi per reinventarla come vuole. È straordinario come si riesca, raccontando una storia di oltre un secolo fa, a parlare del mondo d'oggi: la pericolosa vicinanza tra banche, politici, corruzione, malaffare, ambiguità e malcostume tutto a discapito dei piccoli risparmiatori e del popolo onesto e lavoratore.""Lo scandalo della Banca Romana è una fiction in cui credo molto" - conclude l'attore - "e spero vivamente che venga accolto dagli spettatori con lo stesso affetto e interesse che ha animato tutti noi durante la realizzazione. Ancora una volta devo dire grazie a Rai Fiction, Albatross e Stefano Reali per avermi dato un'altra grande opportunità per trasformare il mio mestiere di attore in qualcosa di utile per non dimenticare il nostro passato."