Una storia senza nome, un film con Alessandro Gassmann diretto da Roberto Andò, trae ispirazione da una storia vera: un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1969 quando a Palermo fu rubato in circostanze misteriose un celebre quadro di Caravaggio: Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi.
Il dipinto di Caravaggio fu trafugato il 18 ottobre 1969 dall'Oratorio di San Lorenzo e, ad oggi, non è ancora stato ritrovato. Secondo l'FBI il valore dell'opera si aggira oggi intorno ai 20 milioni di dollari e, proprio per questo motivo, il quadro del Merisi è stato inserito nella lista dei dieci capolavori rubati più importanti di tutti i tempi.
Il furto fu scoperto verso le tre del pomeriggio da una custode e, a causa della natura del crimine, che secondo molte fonti sarebbe stato commissionato dalla mafia siciliana, esistono varie teorie che tentano di svelare quale sia stato il destino dell'opera: una dice che, dopo diversi tentativi di vendita andati a vuoto, questa sarebbe stata seppellita nelle campagne di Palermo dal boss Gerlando Alberti.
Secondo un'altra teoria, formulata dallo storico e giornalista britannico Peter Watson nel 1980, il dipinto si troverebbe in provincia di Salerno. Watson, secondo quanto dichiarato da lui stesso, ebbe un contatto con un mercante d'arte che gli propose l'opera; l'incontro con i ricettatori, fissato per la sera il 23 novembre, coincise con il terremoto che devastò la regione e dunque non ebbe luogo.
Il 9 dicembre 2009 furono rivelate nuove informazioni inerenti al destino del dipinto quando, durante una deposizione in tribunale, il pentito di mafia Gaspare Spatuzza disse che la Natività era stata affidata alla famiglia Pullarà che l'avrebbero nascosta in una stalla fuori città, dove fu rosicchiata da topi e maiali. Nel 2017, invece, il mafioso Gaetano Grado dichiarò che la tela sarebbe stata nascosta all'estero: nel 1970 il boss Gaetano Badalamenti l'avrebbe consegnata ad un antiquario svizzero in cambio di una notevole somma di franchi.