Umberto Smaila, durante una recente intervista diffusa da Il Corriere della Sera, ha rivelato che Diego Abatantuono, a soli diciassette anni, ha lavorato per lui come tecnico delle luci visto che, già a quell'età, "non aveva nessuna voglia di studiare".
"Ninì Salerno e Franco Oppini erano in classe con me al liceo classico Scipione Maffei, Jerry Calà, più piccolo di un anno, lo abbiamo ripescato più tardi, quando già studiavo Giurisprudenza all'università, scegliendo con cura tutti gli esami più facili." Ha raccontato Smaila. "Dovevano scritturarci per una serie di spot sull'educazione stradale del ministero dei Trasporti. Ci presentammo a casa dei funzionari Rai per fare i provini in calzamaglia nera, tipo I Gufi, non se ne fece niente."
"La svolta arrivò con Cino Tortorella, Il Mago Zurlì. Ci invitò nella sua villa di Milano a cantare qualche canzone, quindi ci portò prima a mangiare e poi al Derby. Fummo letteralmente buttati sul palco, la gente si divertì. Il proprietario ci pagò 5 mila lire a testa: 'Ora scrivete qualcosa di nuovo e saranno 10 mila'. Restammo due mesi chiusi in casa. Momenti irripetibili, con Paolo Villaggio, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, mostri di bravura. Eravamo i più piccoli, i cocchi di mamma", ha continuato la star.
"Abatantuono avrà avuto diciassette anni e di studiare non aveva più voglia. Possedevamo un riflettore solo, il suo massimo compito era premere un pulsante, tic, acceso e tic, spento. Sarebbe stato anche il nostro autista, però non si decideva mai a prendere la patente, perciò guidavo io, e Diego era seduto accanto a me, perché eravamo i più grossi, gli altri tre si schiacciavano sul sedile di dietro del catorcio di turno. Era Jerry che provvedeva all'acquisto, sempre a prezzi stracciati, perciò regolarmente si fondeva il motore", ha concluso Umberto Smaila.