In rete molti davano per scontato che la prima stagione de Il trono di spade, attualmente in onda su Rai4, per la prima volta in chiaro, fosse stata già soppressa, dopo la richiesta ufficiale da parte dell'AIART, che aveva bollato la serie targata HBO come un prodotto "pornografico e volgare", e invece l'appuntamento con la serie tratta dalla saga letteraria di George R.R. Martin è confermato per giovedì 16 maggio, alle ore 21.10.
Le puntate della serie - si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Rai - saranno replicate ogni venerdì in seconda serata, in versione integrale non censurata. Saranno inoltre disponibili come video on demand nella settimana successiva alla prima messa in onda sul sito www.iltronodispade.rai.it
Dopo le proteste da parte dell'associazione dei genitori cattolici, Carlo Freccero ha rilasciato una dichiarazione ufficiale tramite la quale ha difeso la scelta di mandare in onda la prima stagione de Il trono di spade: "Si legge che Il trono di spade "è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l'Oscar della depravazione" - In realtà gli autori si sono impegnati non solo ad ottenere ampi riscontri di pubblico, ma pure a guadagnare o a concorrere alle fasi finali, dei principali premi della TV americana e fantasy." - ha detto Freccero, elencando la lunga serie di riconoscimenti ottenuti dalla serie, tra cui lo Hugo Award, il Peabody Award, oltre alle nomination agli Emmy e ai Golden Globes - "Ha ricevuto attenzione da parte di vari studiosi che gli hanno dedicato pubblicazioni filosofiche, ed è universalmente riconosciuta come come uno dei vertici assoluti della TV di qualità. Certo, affronta contenuti adatti ad un pubblico maturo, e come tale viene trasmessa da Rai4 con tanto di bollino rosso e alcuni tagli per il passaggio in prima serata. La brutalità e la sessualità del Trono di Spade non hanno però lo scopo di traviare o di titillare il pubblico, ma di trattare in modo diegetico con il realismo imposto dal racconto, in modo relativamente inedito per il genere fantasy. Senza le situazioni criticate da AIART, il senso di pericolo e la descrizione delle pulsioni dei protagonisti verrebbero a mancare, falsando completamente il ritratto, fantastico ma verosimile, di uno spietato gioco di corte pseudo-medievale. Sarebbe come chiedere di rimuovere dalla mitologia le azioni più crudeli degli dei o di espungere dalle tragedie greche i passaggi più violenti come la morte di Clitennestra nelle Coefore di Eschilo."