Toxic di Saulė Bliuvaitė miglior film del Trieste Film Festival 2025

La denuncia contro i moderni canoni di bellezza e l'influenza sulle giovani generazioni femminili nel film vincitore del Trieste Film Festival.

Una scena di Toxic

Dopo Locarno, anche il concorso del Trieste Film Festival 2025 vede trionfare il lituano Toxic della regista Saulė Bliuvaitė. Al centro della storia due adolescenti in un paesino rurale della Lituania partecipano a un casting di modelle che mette a dura prova il loro corpo di donne adolescenti, costringendole a sacrifici disumani pur di rientrare nei canoni di bellezza richiesti. Si è chiusa con la cerimonia di premiazione, venerdì 24 gennaio al Politeama Rossetti di Trieste, l'edizione di quest'anno del primo e principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell'Europa centro-orientale.

Anche quest'anno si rinnova il progetto del Trieste film festival in Tour con la proposta alle sale italiane di una selezione di titoli rappresentativi della 36^ edizione del festival. Lo Scrittoio, che si occupa della selezione delle opere e della loro circuitazione, annuncia i primi titoli: il greco Meat di Dimitris Nakos e il polacco Under the Volcano di Damian Kocur.

Qui la nostra recensione di Toxic, che ha ricevuto il Premio Trieste (5.000 €) con la seguente motivazione: "È un debutto autentico e crudo sul passaggio all'età adulta: una storia adolescenziale senza compromessi, incisiva e autentica, che esplora la ricerca dell'autostima e l'amicizia tra due ragazze, entrambe in qualche modo smarrite e trascurate dalle loro famiglie. La talentuosa regista non propone, qui, braccialetti dell'amicizia scintillanti, ma piuttosto un affetto fragile e conquistato con fatica. Il premio va a una nuova e potente voce del cinema europeo". Toxic è il primo lungometraggio di Saulė Bliuvaitė ed ha vinto anche il Pardo d'Oro alla 77° edizione del Locarno Film Festival.

Gli altri premi

La giuria ha inoltre attribuito una menzione speciale a FEKETE PONT/LESSON LEARNED di Bálint Szimler (Ungheria, 2024) con la seguente motivazione: "Il regista, che desideriamo celebrare, presenta una scuola come un microcosmo di una società più ampia - quella dell'Ungheria contemporanea - mettendone a nudo i valori prevalenti e le tendenze politiche. L'autenticità delle situazioni in classe e delle dinamiche tra studenti, insegnanti e genitori rende le ingiustizie rappresentate ancora più evidenti e il commento sociale ancora più urgente."

Il Premio Alpe Adria Cinema al Miglior Documentario in concorso (euro 2.500) è andato invece a Tata di LINA VDOVÎI e RADU CIORNICIUC (Romania, Germania, Olanda, 2024), con la seguente motivazione: "La Giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il premio a un film che ci ha colpito per il suo avvincente, e, al contempo inquietante, viaggio di perdono e guarigione; un film che esplora con maestria i delicati territori dei traumi intergenerazionali, della violenza e della repressione nelle società patriarcali, e della schiavitù moderna, mantenendo sempre uno sguardo equilibrato e mai moralizzante. Questo ritratto di un padre e marito violento, intrecciato con tre generazioni di donne che trovano le proprie strategie di resilienza, ci ha impressionato per la sua intelligenza, onestà e fiducia, che caratterizzano sia la cinematografia che l'approccio stratificato del film".

Di seguito i vincitori del Premio del Pubblico

Miglior Lungometraggio: THREE KILOMETERS TO THE END OF THE WORLD di Emanuel Pârvu (Romania, 2024) Miglior Documentario: TATA di Lina Vdovîi, Radu Ciorniciuc (Romania - Germania - Paesi Bassi, 2024) Miglior Cortometraggio: THE MAN WHO COULD NOT REMAIN SILENT di Nebojša Slijepčević (Croazia, Bulgaria, Francia, Slovenia, 2024).