Dopo aver superato i 18 miliardi di yen al box office giapponese ed essere entrato nella shortlist degli Oscar 2026, Kokuho si prepara a debuttare anche in Italia. Un caso cinematografico sostenuto anche da Tom Cruise che unisce tradizione, ambizione internazionale e record storici.
Dal Cannes "outsider" al fenomeno nazionale
La corsa globale di Kokuho sembra non conoscere battute d'arresto. Dopo essere stato scelto dal Giappone come candidato ufficiale per la categoria Miglior Film Internazionale agli Oscar 2026 ed essere entrato anche nella shortlist per il Miglior Trucco, arriva la conferma attesa: il film approderà nei cinema italiani grazie a Tucker Film, con il titolo Kokuho - Il maestro di kabuki.
Presentato alla Quinzaine di Cannes quasi come un underdog, il film diretto dal regista coreano Lee Sang-il (Hula Girls) ha costruito il proprio successo passo dopo passo, affidandosi a un passaparola lento ma inarrestabile. Il risultato è stato clamoroso: Kokuho è diventato il primo film nipponico live action - quindi non animato - a superare la soglia dei 10 miliardi di yen, per poi spingersi ben oltre, fino a superare i 18 miliardi di yen (circa 98,5 milioni di euro) in sei mesi di programmazione.
Al centro del racconto c'è la storia di Kikuo, figlio di uno yakuza rimasto orfano in adolescenza e adottato da una famiglia di attori kabuki. Un percorso di formazione e metamorfosi che si muove con un respiro ampio, evocando per ambizione e tono opere come Addio mia concubina o L'ultimo imperatore. Non un semplice biopic, ma un affresco che intreccia identità, arte e destino personale, immergendosi in una delle tradizioni teatrali più codificate e affascinanti del Giappone.
Record, Oscar e l'eco internazionale (con lodi illustri)
Dal punto di vista dei numeri, Kokuho ha letteralmente abbattuto un muro che resisteva da oltre vent'anni. Il precedente record di incassi per un film giapponese live action apparteneva a Bayside Shakedown 2: Save the Rainbow Bridge del 2003, fermo a 17,35 miliardi di yen. Un primato che sembrava intoccabile, almeno fino all'arrivo di questa pellicola.
Uscito inizialmente nei cinema giapponesi il 6 giugno 2025 con un debutto piuttosto prudente, il film ha conquistato la vetta del box office solo dopo Cannes, mantenendo la prima posizione per più di un mese. A scalzarlo è stato soltanto il kolossal animato Demon Slayer: Il castello dell'Infinito, tratto dal manga di Koyoharu Gotouge, senza però interrompere la sua capacità di continuare a incassare cifre impressionanti.
Parallelamente, Kokuho è diventato un vero e proprio fenomeno sociale anche fuori dal Giappone. In Francia è arrivato nelle sale il 24 dicembre 2025 con il titolo Le Maître du Kabuki, mentre negli Stati Uniti è stato presentato con proiezioni speciali, parte di una strategia mirata a rafforzarne la candidatura agli Oscar anche in categorie tecniche come Costumi e Trucco.
A suggellare il riconoscimento internazionale sono arrivate anche parole pesanti, come quelle di Tom Cruise, che ha elogiato il cast - tra cui figura anche Ken Watanabe, suo collega ne L'ultimo samurai - dichiarando: "Ogni singolo attore di questo film è straordinario: avrete modo di vedere giovani attori nipponici di immenso e incredibile talento."
Un entusiasmo che contribuisce a spiegare perché Kokuho non sia solo un successo commerciale, ma un caso culturale pronto ora a misurarsi con il pubblico italiano.