Questa sera in prima serata su Rai 1 verrà trasmesso Tina Anselmi - Una vita per la democrazia, un biopic basato sulla vera storia di Tina Anselmi. Partigiana e politica italiana, fu la prima donna a ricoprire il ruolo di ministra a partire dal 29 luglio 1976. Inoltre, è stata Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2.
Tina Anselmi - Una vita per la democrazia: Ecco alcune informazioni da sapere riguardo al film TV
"Se vuoi cambiare il mondo, devi esserci". Questa la profonda convinzione di Tina Anselmi, maturata quando - nel 1944 - viene condotta, insieme a tutti gli studenti di Bassano, davanti al triste spettacolo di 31 uomini impiccati dai tedeschi. Quel giorno nasce la donna che ha segnato la storia d'Italia, la Tina Anselmi partigiana a sedici anni, sindacalista in difesa delle operaie, prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro in Italia nel 1976, Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2.
Il biopic si basa su due libri: 'La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi' scritto da Anna Vinci e Storia di una passione politica di Tina Anselmi e Anna Vinci.
Tina Anselmi - Una vita per la democrazia: cast
Tina Anselmi ha il volto di Sarah Felberbaum. Al suo fianco ci sono Alessandro Tiberi, Andrea Pennacchi, Sara D'Amario, Benedetta Cimatti e Gaetano Aronico nei panni di Aldo Moro. E ancora Enrico Mutti (Benigno Zaccagnini) e Antonio Piovanelli è Sandro Pertini.
Tina Anselmi, Una vita per la democrazia è diretto da Luciano Manuzzi e coprodotto da Rai Fiction e Bibi Film
Tina Anselmi: vera storia
Tina Anselmi è stata una figura di spicco della politica italiana del Novecento. Nata a Castelfranco Veneto nel 1927 e scomparsa nel 2016, nella sua abitazione. Dal 2001 era affetta dalla malattia di Parkinson e negli ultimi anni un ictus aveva aggravato il suo stato di salute.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Tina si è unita alla resistenza come partigiana, combattendo con il nome di battaglia di Gabriella. Divenne staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passò al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Dopo la fine del conflitto, si è laureata in filosofia presso l'Università di Padova.
Nel 1968 è stata eletta alla Camera dei Deputati e in seguito al Senato. Tina Anselmi è passata alla storia come la prima donna a ricoprire un ruolo di ministro in Italia. Nel 1976, infatti, è stata nominata ministra del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti. In seguito, ha ricoperto altri importanti incarichi politici, come quello di ministra della Sanità per condurre in porto l'istituzione del Servizio sanitario nazionale, che divenne legge nel 1978;
Durante il rapimento Moro nel 1978, Tina Anselmi ebbe l'incarico di informare la famiglia Moro di quanto veniva discusso nel partito e nel governo, e fu lei a comunicare a Eleonora Moro l'assassinio del marito. Tina Anselmi ritenne il delitto Moro un attacco decisivo alla stabilizzazione democratica del Paese. Pochi giorni l'assassinio di Moro firmò la legge per l'interruzione volontaria della gravidanza.
Crescendo la solidarietà nazionale, Tina Anselmi condivise le discussioni sul progetto di iniziativa popolare per la riforma delle norme sulla violenza sessuale con le deputate del PCI Giglia Tedesco e Nilde Iotti. Inoltre, le fu affidata la presidenza della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, di cui fu titolare dal 1981 al 1987 e che concluse i lavori nel luglio del 1984.
Nel 1989, Tina Anselmi fu nominata presidente della Commissione nazionale per la parità tra uomo e donna della Presidenza del Consiglio, il suo ultimo ruolo da parlamentare.