The Wolf of Wall Street è tornato al centro delle notizie di cronaca: Jordan Belfort, la cui storia ha ispirato anche il film di Martin Scorsese con protagonista Leonardo DiCaprio, ha fatto causa ai produttori e finanziatori, chiedendo 300 milioni di dollari come danni.
Al centro del procedimento legale c'è la scoperta che Red Granite, la casa di produzione che ha finanziato il lungometraggio, ha utilizzato 100 milioni di dollari che sembra fossero il frutto di una truffa miliardaria. Il co-fondatore della società, Riza Aziz, è il figliastro dell'ex primo ministro della Malesia ed è stato arrestato con l'accusa di aver riciclato del denaro ottenuto illegalmente. Gli avvocati di Jordan Belfort hanno quindi dichiarato: "Red Granite e i suoi responsabili non avevano rivelato che avrebbero usato dei fondi ottenuti tramite il racket e altre attività criminali... Se il signor Belfort non avesse saputo questi fatti, non avrebbe mai accettato di firmare un contratto con i produttori di The Wolf of Wall Street".
Belfort chiede infatti che l'accordo venga annullato, aggiungendo inoltre che i problemi legali di Red Granite stanno impedendogli di poter ottenere il via libera a un sequel o a un altro film legato al suo libro e alla storia di cui ha venduto i diritti cinematografici. I legali della casa di produzione, invece, sostengono che la causa sia solo un tentativo "disperato e molto ironico" di liberarsi di un accordo che lo ha reso ricco e famoso, per la prima volta nella sua vita legalmente.