Josh Boone, showrunner di The Stand, ha citato Steven Spielberg e Oliver Stone come principali influenze per la miniserie tratta dal romanzo di Stephen King. Per l'esattezza, un decennio specifico per ciascuno dei due, come ha chiarito Boone in un'intervista concessa a Slash Film: "Abbiamo pensato a Incontri ravvicinati, e al tono di quei film di Spielberg negli anni Settanta, e poi alla follia dei film di Oliver Stone degli anni Novanta. Unendo quelle due cose è venuto fuori un racconto epico e dark, credo che sarà molto bello. Il nostra grande vantaggio rispetto al primo adattamento è che possiamo spingerci più in là con il materiale adulto, il che non era possibile all'epoca."
Boone, che ha diretto il primo e l'ultimo episodio del progetto tratto da L'ombra dello scorpione (con sceneggiatura di King per il finale, che andrà oltre gli eventi del libro), è riuscito a completare le riprese prima dell'interruzione generale delle produzioni audiovisive negli Stati Uniti, e la miniserie dovrebbe arrivare su CBS Access in patria entro la fine dell'anno.
Josh Boone ha anche spiegato che The Stand è per certi versi il culmine di un lungo rapporto con la prosa di Stephen King: "Sono cresciuto in una famiglia molto religiosa, e leggevo i suoi libri di nascosto perché mia madre era solita bruciarli nel camino. Quando ero giovane gli scrissi una lettera, mi mandò dei libri autografati e anni dopo lo feci apparire come se stesso nel mio primo lungometraggio." L'adattamento del celebre romanzo post-apocalittico, già divenuto una miniserie nel 1994, è un progetto che Boone ha inseguito per anni, oltre a cercare di adattare Revival, che arriverà invece al cinema con la regia di Mike Flanagan, altro grande appassionato delle opere di King. A tale proposito Boone ha dichiarato: "Adoro quel libro, e adoro anche Mike Flanagan, sono sicuro che farà un ottimo lavoro."