La parola d'ordine del momento, in Italia, è il commissariamento. Ora tocca al Festival di Sanremo, spettacolo nazional-popolare per eccellenza, avere il suo commissario. La causa di tutto ciò? La bufera scatenatasi dopo il lungo e polemico intervento di Adriano Celentano che ha portato ascolti da record a Rai Uno, ma anche una bufera di polemiche per i suoi attacchi a 360° a giornali come Famiglia Cristiana e L'Avvenire, le invettive contro Merkel e Sarkozy e gli insulti al critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso.
Voci contro si sono levate dai partiti, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal direttore di Rai Uno Mauro Mazza, il quale ha apostrofato Celentano come un "ottimo cantante, ma un pessimo telecomunicatore", aggiungendo però seraficamente che "se si prende Celentano lo si prende tutto compreso". E mentre la sua partecipazione alla seconda serata è a rischio, il direttore generale della Rai Lorenza Lei non ha trovato di meglio che commissariare il Festival inviando sul campo il vicedirettore generale per l'offerta Antonio Marano a coordinare con potere di intervento il lavoro di Sanremo. Un evento mai accaduto prima d'ora che, di fatto, sancisce la fine dell'indipendenza editoriale di Sanremo. Il tutto con uno share che ha toccato il picco del 55.24%. Dopo le bombe di Celentano (quelle fictional a introdurre quelle vere pronunciate dal Molleggiato) cosa ci attende nella seconda serata?