Sanremo 2019: Ultimo rifiuta di posare in foto con Mahmood e Il Volo

La polemica scatenata da Ultimo per il secondo a posto a Sanremo 2019 non si placa e il cantante diserta la tradizionale foto di Tv Sorrisi e Canzoni.

La polemica sul televoto continua anche dopo il Festival di Sanremo 2019 e il suo portabandiera è Niccolò Moriconi, anche conosciuto come Ultimo, anche conosciuto come il secondo classificato all'ultima edizione della kermesse canora più famosa d'Italia. Se ieri se l'era presa con i giornalisti della sala stampa, oggi il suo obiettivo è stata la copertina di Tv Sorrisi e Canzoni per cui ha rifiutato di mettersi in posa con Mahmood e Il Volo.

La foto con i tre finalisti (qui trovate la classifica completa di Sanremo 2019) sulla prima pagina di Tv Sorrisi e Canzoni è una tradizione al pari del Festival di Sanremo, ma anche le tradizioni si rinnovano e magari a partire dal 2019 il ritratto dei vincitori comprenderà solo primo e terzo classificato. Non perchè ci si diverta a escludere arbitrariamente il secondo, intendiamoci, ma solo perchè il secondo classificato, in questo caso Ultimo, ha deciso volontariamente di non presentarsi per lo shooting fotografico. Con buona pace del direttore del giornale, Aldo Vitali, che si è trovato a dover scegliere tra un fotomontaggio e il dire tutta la verità ai suoi affezionati lettori. Tra le due ha scelto, come è giusto, la seconda: "Ultimo manca dalla copertina perché è mancato da tutto quello che è successo dopo la proclamazione del vincitore. In sala stampa si è arrabbiato con i giornalisti e poi è andato in albergo, abbiamo cercato di convincerlo a venire ma era molto alterato. Non scongiuriamo la gente, siamo abituati al contrario e soprattutto avere Mahmood in copertina da solo sarebbe stato sbagliato nei confronti de Il Volo che invece erano lì, con noi, felici del terzo posto". Tv Sorrisi e Canzoni non è stato l'unico disertato del post-Sanremo: stessa sorte era toccata ieri pomeriggio a Mara Venier durante Domenica In, che aveva cercato di rimediare dichiarando che Ultimo era dovuto tornare a Roma, senza però negare di saperlo "molto alterato".

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Talmente alterato da far saltare in un sol colpo una copertina e due interviste (che poi, magari, tra i lettori e gli spettatori della Venier ci sono anche molti suoi fan, almeno un quasi 47%, ma questa è un'altra storia): "A mia memoria è la prima volta, sono direttore dal 2012 e dal 2003 nella redazione di Sorrisi, non era mai successo e proprio per questo non ci sembrava giusto mentire" ha continuato Vitali. "Come spiego nel mio editoriale ha sbagliato, poteva partire da un presupposto ragionevole, che si poteva discutere, c'è stato un ribaltamento delle votazioni un po' troppo feroce perché la giuria d'onore e la sala stampa hanno fatto quadrato su Mahmood magari anche al di là di quelle che erano le loro convinzioni... detto ciò, noi siamo pronti a intervistarlo". A quanto pare, però, Ultimo è troppo amareggiato per concedere interviste pubbliche. Anche se non lo è abbastanza per rilasciare dichiarazioni attraverso i suoi canali social, come ha fatto qualche ora fa via stories di Instagram: "Noi siamo arrivati al 46% dei voti. Un altro artista arriva al 14. Questa differenza di oltre il 30% viene completamente ribaltata dal giudizio di giornalisti. Gli stessi che mi hanno insultato dicendomi stronz..., imbecille''.

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Tutto qui dunque? Niccolò Moriconi è così arrabbiato "solo" per essere stato apostrofato in maniera poco educata da qualcuno? Non è affatto così, e il senso di tutta questa operazione è riassunto da una sua frase: "La musica la sceglie il popolo". Premettendo che al popolo, così come lo chiama, può spettare al massimo una preferenza, è chiaro come Ultimo stia quindi cercando di ribaltare un verdetto che è stato determinato da un regolamento in vigore e precedentemente accettato da lui stesso come dalla sua casa discografica. Il problema, al massimo, è nella correzione di quel regolamento (ricordiamo: il giudizio finale spetta agli spettatori da casa per il 50%, ai 400 giornalisti della Sala Stampa per un 30% mentre il restante 20% è affidato al voto della Giuria d'Onore), che non può, però, essere effettuata a gara in corso.