Sacha Baron Cohen contro Facebook e le fake news: "Una macchina di propaganda"

Affondo di Sacha Baron Cohen contro i social media, colpevoli di diffondere spesso notizie false: per l'attore è necessario un maggior controllo delle fonti.

Sacha Baron Cohen si scaglia contro Facebook chiedendo una maggiore regolamentazione verso le fake news e le informazioni distorte, rimarcando che le società che fanno capo ai social media debbano essere classificate nel comparto dell'editoria e vengano pertanto costrette a seguirne il codice deontologico di verifica delle notizie prima della loro diffusione online.

L'affondo di Sacha Baron Cohen è avvenuto giovedì scorso durante un discorso programmatico alla Lega anti-diffamazione nel corso di una premiazione in suo onore: "Tutto questo odio e violenza è facilitato da una manciata di aziende di Internet che rappresentano la più grande macchina di propaganda della Storia", così ha dichiarato rimarcando come in passato grazie alla forza delle sue commedie ha lottato per rivelare l'indifferenza delle persone verso l'antisemitismo e l'omofobia.

"Credo che le nostre democrazie pluralistiche stiano precipitando e che i prossimi 12 mesi, e il ruolo dei social media, possano essere determinanti". Utilizzando poi l'esempio delle auto, ritirare dal mercato in caso di problemi e pericoli per chi le guida, l'attore di Borat sostiene che anche i social media debbano adottare una politica simile. "Mi sembra giusto che Facebook, Youtube e Twitter ritirino i loro prodotti se vengono trovati dei difetti. Non importa quanti moderatori sia necessario impiegare". Il riferimento è alle notizie false, spacciate per reali, capaci di diventare virali nel web senza che ci sia nessun tentativo di attuare una politica di 'debunker', capace quindi di fare la differenza tra ciò che è realmente successo e una mistificazione. Con enormi ripercussioni soprattutto dal punto di vista politico.

Solo poche settimane fa, la candidata democratica alla presidenza americana Elizabeth Warren ha accusato il CEO di Facebook Mark Zuckerberg di essere soggetto al fascino dei Repubblicani tanto da andare ad una cena segreta con Donald Trump. Fino ad ora l'atteggiamento del colosso social è stato indubbiamente ambivalente, se da un lato ha, infatti, rifiutato di verificare l'attendibilità dei messaggi e le notizie veicolate da gruppi e partiti politici, dall'altro - come ha riportato il Wall Street Journal - sta valutando delle misure per impedire che le campagne politiche prendano di mira le minoranze e le categorie più sensibili di discriminazione.