Barbra Streisand ha deciso di onorare la memoria di Robert Redford ricordando l'esperienza sul set di Come eravamo, tormentata storia d'amore tra un giovane e bellissimo esponente dell'alta borghesia bianca e protestante statunitense e una ragazza ebrea appartenente alla Lega della Gioventù Comunista.
"Ogni giorno sul set di Come eravamo era emozionante, intenso, pura gioia" ha rivelato la diva in un post su Instagram. "Eravamo opposti: lui proveniva dal mondo dei cavalli, io ero allergica a loro! Eppure, continuavamo a cercare di scoprire di più l'una dell'altro, proprio come i personaggi del film. Bob era carismatico, intelligente, intenso, sempre interessante, era uno degli attori più bravi di sempre. L'ultima volta che l'ho visto, quando è venuto a pranzo, abbiamo parlato d'arte e abbiamo deciso di inviarci i nostri primi disegni. Era unico nel suo genere e sono così grata di aver avuto l'opportunità di lavorare con lui".
Una storia d'amore memorabile
Uscito nel 1973, Come eravamo intreccia amore e politica in una struggente storia sentimentale che si dipana nell'arco di un trentennio mostrando la relazione di una coppia agli antipodi. Nel film diretto da Sydney Pollack Barbra Streisand interpreta Katie Morosky, una determinata attivista pacifista, mentre Robert Redford veste i panni di Hubbell Gardiner, un aspirante scrittore privilegiato che proviene dall'alta borghesia. Dopo essersi conosciuti al college, Katie e Hubbell continuano a incrociarsi nel corso degli anni, fino a sposarsi prima che le loro opinioni e i loro diversi stili di vita mettano in crisi il loro amore.

Come ricorda Variety, il film si rivelò un successo incredibile al botteghino e vinse l'Oscar per la migliore colonna sonora originale e la canzone originale per il tema musicale di Barbra Streisand The Way We Were.
Nella sua autobiografia My Name Is Barbra, Streisand rivelò di aver dovuto convincere Redford ad accettare il ruolo di Hubbell dopo il suo iniziale rifiuto: "Le trattative andarono avanti fino all'ultimo minuto. Ero nel bel mezzo delle riprese di 'Voglio la libertà' in Africa e un giorno ricevetti un telegramma dall'agente Sue Mengers che diceva semplicemente, 'Barbra Redford!'. Fu allora che capii che finalmente aveva detto di sì. Ero così emozionata! Il corteggiamento era stato duro, ma la riluttanza di Bob ebbe una grande influenza sulla sceneggiatura e alla fine diede vita a un personaggio più ricco e interessante."