Come eravamo, Hollywood e la politica: perché non è solo un grande film d’amore

Compie 50 anni Come eravamo, il classico con Barbra Streisand e Robert Redford: un film che è anche un appassionato affresco della storia americana e dell'età del maccartismo.

Come eravamo, Hollywood e la politica: perché non è solo un grande film d’amore

"Per te c'è solo la politica, con tutte le sue contraddizioni (...). È tutto un dire e disdire, ma tu non ti arrendi... non so come fai." "Io non so come puoi non farlo."

Nella scena d'apertura di Come eravamo, ambientata a New York poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la protagonista Katie Morosky è intenta a supervisionare la registrazione di un radiodramma. Una delle attrici, bollata come reazionaria, si lamenta delle nuove battute inserite da Katie, accusandola di usarle per ragioni di propaganda, mentre l'autore del copione dichiara con scetticismo di averne abbastanza "di fare il patriota gratis". È un breve dialogo che, nell'arco di pochi secondi, già ci fornisce indicazioni eloquenti sulla personalità della protagonista: la caparbietà, l'impegno verso tematiche di carattere sociale e un approccio militante nei confronti della politica. La nostra prima impressione di Katie sarà rafforzata nella scena seguente, quando la ragazza non esita a protestare con veemenza per far entrare un gruppo di marine nell'esclusivo locale El Morocco.

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Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand

"Tu non molli mai", è la frase che in seguito rivolgerà a Katie il suo comprimario, Hubbell Gardiner, caratterizzato dall'eleganza tipicamente WASP e dal disinvolto sex appeal di Robert Redford, all'epoca nel suo picco di massima popolarità (nello stesso anno avrebbe recitato anche nel classico di George Roy Hill La stangata). Al suo fianco nel film di Sydney Pollack, che esordiva negli Stati Uniti il 19 ottobre 1973, a incarnare la sensibilità volitiva e battagliera di Katie è una magnetica Barbra Streisand, qui nel ruolo che, insieme alla Fanny Brice di Funny Girl, avrebbe contrassegnato più di ogni altro la carriera cinematografica della superstar newyorkese. La presenza di due fra i divi più amati della New Hollywood rimane senz'altro un ingrediente fondamentale dello strepitoso responso registrato dalla pellicola fin dalla sua uscita (quasi trenta milioni di spettatori negli USA e il quinto maggior incasso del 1973), nonché della fama acquisita negli anni a venire; ma un successo di tali proporzioni resta comunque niente affatto scontato, se si considera la natura di questa peculiare love story.

Katie e Hubbell, dagli anni Trenta alla Guerra Fredda

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Come eravamo: Barbra Streisand e Robert Redford

Nato da un soggetto di ispirazione autobiografica dello sceneggiatore Arthur Laurents, Come eravamo ripercorre il rapporto fra Katie Morosky, attivista di sinistra di famiglia ebraica, e Hubbell Gardiner, esponente dell'upper class con ambizioni letterarie, nell'arco di oltre vent'anni: dai tempi dell'università, nel 1937, quando Katie si adopera a sensibilizzare gli studenti sulla necessità di sostenere il Governo spagnolo nella guerra civile contro Francisco Franco, per approdare al tramonto degli anni Cinquanta, nel pieno delle campagne per il disarmo nucleare e la distensione fra Stati Uniti e Unione Sovietica. La cronaca di una relazione sentimentale in un lungo arco cronologico, e/o all'interno di una cornice storica, non è certo una novità nell'ambito del cinema hollywoodiano, né lo era nel 1973; tuttavia, l'opera di Sydney Pollack si distingue per il modo in cui l'amore fra Katie e Hubbell è interconnesso costantemente alle grandi questioni politiche di una nazione che, dopo essersi eretta ad "arsenale della democrazia", sarebbe sprofondata in uno dei suoi abissi più oscuri.

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Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand

In tal senso, Come eravamo può essere considerato per certi versi un film quasi pionieristico. In un'industria come quella hollywoodiana, notoriamente refrattaria ad affrontare temi divisivi o che potessero denotare esplicite inclinazioni politiche, il racconto della repressione delle libertà personali nell'America della Guerra Fredda era sempre stato declinato in chiave metaforica o attraverso allegorie più o meno sofisticate: esemplare il caso di Mezzogiorno di fuoco, diretto da Fred Zinnemann oltre vent'anni prima (ovvero in pieno maccartismo). La maggior parte dei film a sfondo storico prodotti negli USA durante il cinema classico si concentravano piuttosto sul secondo conflitto mondiale, in cui il ruolo giocato dal paese nella lotta contro il nazifascismo ben si prestava a intenti celebratori o alla descrizione del suo impatto traumatico sulla società civile: si pensi a I migliori anni della nostra vita, capolavoro di William Wyler del 1946, citato proprio in Come eravamo mediante le affissioni sulla facciata di un cinema.

Come eravamo: Barbra Streisand e Robert Redford fra amore, politica e nostalgia

La coscienza politica nell'America della New Hollywood

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Come eravamo: una foto di Barbra Streisand

Ma sul finire degli anni Sessanta, la ventata di novità e le istanze iconoclaste degli autori della New Hollywood cominciano a sfaldare i vecchi tabù e a instradare il cinema americano verso direzioni inaspettate; a favorire tale processo, correlato ovviamente al contesto della controcultura pacifista e sessantottina, è lo spirito fieramente liberal di cui si faranno alfieri moltissimi esponenti della nuova generazione di registi e di star: da Jane Fonda a Warren Beatty, da Vanessa Redgrave a Dustin Hoffman. Passando naturalmente per Barbra Streisand, che aveva partecipato a diverse campagne per i diritti civili o a sostegno del Partito Democratico: Arthur Laurents scrive il personaggio di Katie con lei in mente, a partire dalla marcata connotazione ebraica, e la Streisand le conferisce una grinta che sembra riflettere quella sfoderata più volte dall'attrice nella sua vita pubblica e professionale. Robert Redford, di contro, gioca in sottrazione, alle prese con una figura assai meno disposta ad esporsi in prima linea o a mostrare un coinvolgimento altrettanto viscerale per i problemi dell'America e del mondo.

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Come eravamo: Barbra Streisand e Robert Redford sul set

"In un certo senso, egli era come la nazione nella quale viveva: aveva tutto troppo facilmente. Però lui lo sapeva, almeno": l'incipit del racconto di Hubbell per il suo corso universitario lascia trasparire un'auto-consapevolezza che destabilizza Katie, incrinandone i pregiudizi su quell'all-American boy in apparenza vacuo e superficiale, e funge da preludio al suo innamoramento per lui. Ma a contraddistinguere il rapporto fra i due protagonisti, e soprattutto le difficoltà e le incomprensioni a cui andranno incontro, sono le differenti visioni della politica, e non perché si trovino su schieramenti opposti: Katie e Hubbell condividono gli stessi principi, o quantomeno posizioni piuttosto simili, ma per Katie l'ipotesi di non mettersi in gioco per difendere ciò in cui crede è del tutto inconcepibile. "La vita è troppo seria per prenderla seriamente", le replica Hubbell; lui però appartiene a un ceto sociale che può concedersi il lusso dell'ignavia, e a un circolo di amicizie che commenta con divertito distacco le vicende dell'attualità, che si tratti di dittatori, guerre imminenti o la morte di Franklin Delano Roosevelt, casus belli di uno scontro quasi fatale per il futuro della coppia.

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L'incubo maccartista e la caccia alle streghe

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Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand

Se Hubbell è diviso fra l'amore per Katie, l'aderenza conformista al background da cui proviene e, non ultime, le proprie quotazioni in quel di Hollywood (dove viene ingaggiato per redigere la sceneggiatura di un film), la sua partner non rinuncia a un ideale che, dalla sfera sociale, si riverbera anche nel loro privato: "Se spingo così è perché voglio che le cose vadano meglio, e voglio rendere noi migliori, e voglio rendere te migliore! Ne viene fuori un inferno, ma io devo continuare a farlo finché tu non sarai quella cosa perfetta che puoi e vuoi diventare!". Ma quell'ideale sarà messo alla prova dal clima repressivo che, all'alba della Guerra Fredda, vede l'America precipitare nella paranoia anticomunista, con conseguenze particolarmente drammatiche per gli ambienti della cultura e del cinema. A circa due decenni di distanza dagli eventi in questione, Come eravamo sarà infatti uno dei primissimi film a prendere di petto senza mezzi termini la vergogna del maccartismo, rappresentandone le dinamiche liberticide da autentica "caccia alle streghe" e le tragiche ripercussioni sulle sorti della nazione, così come su quelle dei singoli individui.

Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand
Come eravamo: Robert Redford e Barbra Streisand

Nella pellicola di Pollack la protesta dei "dieci di Hollywood", simbolo di rivalsa contro la ferocia inquisitoria della Commissione sulle attività antiamericane, emerge in primo piano nel momento in cui Katie e Hubbell devono fare i conti con loro stessi e con il proprio senso etico. In una scena eliminata in fase di montaggio (ma reperibile fra i contenuti delle edizioni home-video) si scopriva che Frankie McVeigh (James Woods), un ex-attivista compagno di università di Katie, aveva denunciato la sua affiliazione alla Lega dei giovani comunisti: un fatto che avrebbe compromesso la carriera in ascesa di Hubbell, aggiungendo dunque un significato ulteriore alla separazione fra i due, al di là dell'infedeltà dell'uomo. Un taglio volto forse ad attenuare la componente politica di un film che, tuttavia, proprio sulla politica innesta gran parte della sua straordinaria tensione emotiva: se Katie ribadisce con fierezza che "gli uomini sono i loro principi", Come eravamo non cessa di ricordarci che le nostre relazioni, specialmente le più intense, sono definite inesorabilmente da ciò che siamo e da ciò che decidiamo di essere.