Qualcuno volò sul nido del cuculo, il produttore svela i primi dettagli della serie spin-off

Intervenuto nel corso di un'intervista, il produttore Paul Zaentz, nipote del produttore Saul Zaentz, che ha prodotto il film originale, ha rivelato i dettagli della serie spin-off in lavorazione.

Una scena di Qualcuno volò sul nido del cuculo

A cinquant'anni dal film che fece incetta di Oscar, Qualcuno volò sul nido del cuculo si prepara a rinascere in forma seriale. Il produttore Paul Zaentz annuncia una serie TV spin-off narrata, per la prima volta, dal punto di vista del Capo Bromden, restituendo così fedeltà alla visione originale di Ken Kesey.

Qualcuno volò sul nido del cuculo ritorna in una serie TV

Era il 1975 quando Miloš Forman portava al cinema uno dei drammi più incisivi della storia del cinema americano: Qualcuno volò sul nido del cuculo, tratto dal romanzo di Ken Kesey. Ma se il film - vincitore di cinque Oscar - è rimasto impresso nella memoria collettiva per la sua intensità e per l'interpretazione magnetica di Jack Nicholson, non tutti sanno che lo scrittore non ne fu mai del tutto entusiasta. Il motivo? La scelta di Forman di trascurare la prospettiva narrativa originaria del libro: quella del silenzioso ma onnipresente Capo Bromden, mezzo nativo americano e gigante silenzioso, nel romanzo la vera coscienza della storia. Adesso, a distanza di mezzo secolo, arriva l'annuncio che potrebbe riscrivere la storia di questo cult: è in lavorazione una serie TV spin-off che rimetterà finalmente il Capo al centro del racconto.

Jack Nicholson in una scena di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
Una scena di Qualcuno volò sul nido del cuculo

A dare la notizia è Paul Zaentz, produttore e nipote di Saul Zaentz, storico produttore del film originale, durante un'intervista al podcast indipendente CK Café: "Ho appena firmato un accordo con la vedova di Ken Kesey per sviluppare una serie TV che racconterà la storia attraverso il punto di vista del Capo per la prima stagione", ha dichiarato, aggiungendo: "Poi vedremo cosa succederà al Capo dopo la sua fuga [dall'ospedale psichiatrico]".

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Nella pellicola originale, il Capo era interpretato da Will Sampson, figura maestosa e muta, che però nel romanzo di Kesey era tutt'altro che silenziosa: osservatore lucido, tormentato da visioni, ma profondamente cosciente del sistema oppressivo che lo circondava. La serie sembra voler recuperare proprio questa dimensione, offrendo finalmente allo spettatore uno sguardo più interno e spirituale su quell'istituzione malata, oggi più che mai terreno fertile per riflessioni sociali e culturali.

Il progetto si distingue anche per un altro dettaglio non trascurabile: l'approvazione della vedova di Kesey, un segnale di coerenza e rispetto verso la fonte originale. Dopo il tentativo parzialmente riuscito di Ratched nel 2020, questa potrebbe essere la prima vera occasione per esplorare, senza filtri, la follia sistemica raccontata da Kesey con feroce lucidità. Ora che il Capo ha di nuovo voce, resta solo da ascoltarlo.