Pupi Avati: "Ridley Scott critica Hollywood, ma i suoi ultimi film sono orrendi"

Dal palco della manifestazione livornese che celebra l'orrore sul grande schermo, il maestro bolognese ha parlato delle differenze tra horror di ieri e di oggi replicando alle dichiarazioni provocatorie di Ridley Scott.

Pupi Avati al FIPILI Horror Festival 2025

Pupi Avati non ha peli sulla lingua. Ospite del FIPILI Horror Festival di Livorno, il regista 86enne ha commentato le dichiarazioni del collega inglese Ridley Scott, che ha puntato il dito contro le produzione della Hollywood contemporanea sostenendo di essersi rifugiato nella revisione dei suoi lavori.

"I suoi primi film erano capolavori, gli ultimi sono orrendi" ha dichiarato Avati, commentando le dichiarazioni di Ridley Scott. "I duellanti, Alien, sono straordinari, hanno una qualità elevatissima. Adesso si è arreso al mercato, sentir criticare Hollywood da una tale fonte lascia perplessi. Il Gladiatore 2 è inguardabile, si permette di fare Napoleone senza sapere chi fosse".

Pupi Avati si guarda bene dall'imitare l'esempio dell'autore di Blade Runner. Il motivo? "Io i miei film non li rivedo, assomigliano esageratamente a quello che sono stato. Come vedere le mie foto di quando ero giovane, con i capelli neri, magro, senza la pancia. Non ero bello, ma meglio di adesso sicuramente".

Pupi Avati Fipil Horror Festival 2
Pupi Avati durante l'incontro al del FIPILI Horror Festival 2025

Pupi Avati e il rapporto con l'horror

Al festival livornese Pupi Avati si è concesso al pubblico di appassionati accompagnando la proiezione del documentario di Federico Caddeo Urla dipinte, omaggio al suo celebre horror La casa dalle finestre che ridono". Riflettendo sull'attualità della pellicola, che continua a terrorizzare vecchi e nuove generazioni, il regista spiega che il film "è un classico. Ha gli ingredienti del classico, è fortemente innovativo, si svolge in un territorio che suggerisce l'opposto della paura, sole, serenità, tranquillità, e ha un finale di una forza che nessun altro film avrà mai. Io ne ho fatti 57, per quanto mi sforzi un finale così non lo troverò mai più. All'epoca era impensabile, ma anche oggi fa una gran paura".

La casa dalle finestre che ridono, la recensione: Grana rosso padano

Pur superando la prova del tempo, La casa dalle finestre che ridono appartiene a un'epoca lontana sia a livello artistico che produttivo. Col passare del tempo il regista ha sentito il bisogno di 'proteggere' la sua opera dtanziandosene.

"Con La casa dalle finestre che ridono volevo fare un film horror vero e proprio, dove si ricorre anche a momenti splatter, coltellate, sangue..." spiega. "Oggi però temo l'emulazione da parte dei ragazzi se messi a contatti con situazioni troppo cupe. Oggi preferisco definire il mio cinema gotico, cinema di atmosfere più che di orrore. Anche perché oggi gli orrori abbondano, soprattutto su Netflix".