Predator: Badlands, il regista svela: "All'inizio volevo un Predator che prendesse a calci i nazisti"

Il regista Dan Trachtenberg rivela che Predator: Badlands avrebbe potuto raccontare una storia diversa. All'inizio voleva mostrare una battaglia tra Predator e nazisti nella Seconda Guerra Mondiale.

Una scena di Predator: Badlands

Mentre Predator: Badlands arriva in sala, emergono dettagli intriganti sul percorso creativo del film. Il regista Dan Trachtenberg ha infatti rivelato come il concept iniziale fosse molto diverso da quello definitivo, immaginando un Predator alle prese con un'avventura bellica contro i nazisti.

Un Predator nella Seconda Guerra Mondiale?

Durante un'intervista con The Direct, Dan Trachtenberg ha raccontato quale fosse la scintilla iniziale del progetto: "Il primo seme dell'idea è stato: cosa succederebbe se fosse il Predator a vincere?" Una premessa diversa dalle tipiche dinamiche del franchise, dove il cacciatore alieno è una minaccia inarrestabile da fronteggiare.

Predator Badlands Dimitrius Schuster Koloamatangi Immagine
Una scena di Predator: Badlands

Il regista ha spiegato che il suo primo impulso era ambientare la storia durante la Seconda Guerra Mondiale, immaginando un Predator impegnato a "prendere gli str..zi nazisti a calci". Una visione irresistibile per i fan dell'action più estremo, ma che rischiava di trasformare tutto in un semplice revenge movie.

Trachtenberg ha voluto evitare la classica formula slasher, in cui il mostro abbatte una lista di vittime una dopo l'altra: "Non volevo che fosse un film slasher in cui lo slasher vince", ha spiegato.

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Da qui la scelta di cambiare prospettiva: dare al Predator un arco narrativo personale, dove la creatura non è soltanto minaccia ma protagonista, capace di emozionare e persino di farsi sostenere dal pubblico.

Rivoluzione estetica e un Predator inedito

Ripensare il film significava anche ripensare il Predator stesso. Alcuni concept iniziali erano andati troppo oltre nello sperimentare nuove forme: "C'erano dei design che erano semplicemente troppo estremi", ha ammesso Trachtenberg.

Predator Badlands Dimitrius Schuster Koloamatangi Predator
Predator: Badlands - Dimitrius Schuster in una scena

Il merito di aver riportato equilibrio nella creatura va alla costumista Ngila Dickson, Premio Oscar per Il Signore degli Anelli, incaricata di ridefinire lo stile del famigerato Yautja. Il risultato? Un modello meno medievale, più spartano, più vicino a un barbaro nomade alla Conan.

Il ribaltamento del punto di vista è completato dai personaggi umani. Elle Fanning interpreta due sinteti della Weyland-Yutani, Thia e Tessa, e definisce la dinamica così: "È letteralmente una storia con un mostro e un robot, ma è una storia profondamente umana". Thia è empatica e indipendente, Tessa più rigida e scientifica: un contrasto che riflette due modi diversi di interpretare il progresso.

Infine, Dimitrius Schuster-Koloamatangi, che interpreta Dek, sottolinea l'aspetto più sorprendente del film: "Avere un Predator così inedito ed emarginato è una premessa folle", afferma, spiegando che il suo personaggio è considerato il più debole della famiglia e cerca una redenzione personale.