Andrea Riseborough non teme i ruoli estremi, come dimostra la sua partecipazione all'horror di Brandon Cronenberg Possessor, dove ha insistito per indossare un pene finto in una scena incredibilmente folle.
Nella pellicola gore, Andrea Riseborough interpreta Tasya Vos, agente al servizio di un'organizzazione segreta che usa la tecnologia del trapianto di cervello per impossessarsi del corpi delle persone e spingerli a commettere omicidi per conto di clienti benestanti. Per tutto il film il suo intento è quello di far uccidere il suocero, capo di una compagnia che si occupa di estrazione di dati. Parlando del potenziale distruttivo del personaggio, l'attrice inglese dichiara a Indiewire:
"C'è una parte di subconscio che emerge rivelando un aspetto nascosto, non so se questo processo riguardi solo me. Ma senza dubbio sento che la frustrazione, la violenza e il subbuglio albergano in tutti noi. Questo probabilmente è il motivo che mi ha spinto ad accettare un lavoro come questo che riflette a livello inconscio ciò che accade nella società."
Uno dei momenti più terrificanti di Possessor è quello in cui Tasya Vos si impossessa del personaggio di Christopher Abbott, che poi ha un incontro sessuale molto violento con la fidanzata (Tuppence Middleton) e i tre corpi si fondono in una sorta di chimera orgiastica. In questo momento, Tasya emerge con un pene eretto, che simboleggia quello di Abbott, mentre il suo corpo e la sua mente lottano per conquistare il controllo. Come svela Andrea Riseborough:
"Credo di aver suggerito io l'uso del pene prostetico. Nella metamorfosi i tre corpi diventano uno solo. Si tratta di una metamorfosi psicologica, c'è una battaglia in corso, e il mio personaggio possiede il corpo del personaggio di Colin per uccidere le persone, ma lo volevamo manifestare anche esternamente con una scesa di sesso che volge verso la psichedelia."
Per la Riseborough questa sequenza è stata importante sotto molti punti di vista: "Indossando quel pene, mi sono sentita vulnerabile a esporre quella parte del corpo al mondo. Mi sono sentita minacciata. E devo confessare che è stato anche molto scomodo. Ho dovuto indossare la protesi per ore, non potevo fare niente. Non riuscivo a stare in piedi né a sedermi."