Pokémon, il DHS lancia un video in cui "cattura tutti" i senza tetto, ma con immagini senza licenza

Un video del Department of Homeland Security che accosta gli agenti ICE al motto di Pokémon ha scatenato polemiche. La Pokémon Company ha preso le distanze, denunciando l'uso improprio del marchio e chiarendo di non aver mai autorizzato l'iniziativa.

Una scena di Pokémon

Un simbolo della cultura pop mondiale, i Pokémon, è stato trascinato in una controversia politica inaspettata: un video del DHS, il Dipartimento federale dedito alla sicurezza interna e specifico al caso dei senza tetto, ha utilizzato musica, grafiche e slogan legati al franchise per promuovere le attività dell'ICE (Immigration and Customs Enforcement, scatenando reazioni immediate e un comunicato ufficiale da parte della compagnia.

Pokémon: un marchio globale usato senza permesso

Il video incriminato, diffuso dal Department of Homeland Security, accosta immagini di agenti dell'Immigration and Customs Enforcement a elementi inconfondibili di Pokémon: dal tema musicale all'iconico font giallo e blu, fino a inserti animati con Ash Ketchum. Il tutto coronato dalla didascalia "Gotta Catch 'Em All", slogan storico della saga.

La clip ha rapidamente attirato l'attenzione online, ma per motivi tutt'altro che positivi. La Pokémon Company International ha reagito con un comunicato secco e inequivocabile: "Siamo a conoscenza di un recente video pubblicato dal Department of Homeland Security che include immagini e linguaggi associati al nostro marchio. La nostra azienda non è stata coinvolta nella creazione o distribuzione di questo contenuto e non è stata concessa alcuna autorizzazione per l'uso della nostra proprietà intellettuale".

L'assenza di autorizzazione è un punto cruciale. Il brand Pokémon, nato come videogioco negli anni '90 e diventato fenomeno multimediale planetario, ha costruito nel tempo un'identità familiare e inclusiva. Vederlo associato a immagini di arresti e retate ha suscitato indignazione, non solo tra i fan ma anche tra chi legge nella mossa del DHS un uso distorto di simboli culturali popolari. Nonostante le critiche, al momento il video resta online e il dipartimento non ha rilasciato alcuna risposta ufficiale.

Pop culture e propaganda istituzionale

Il caso Pokémon non è un episodio isolato. Negli ultimi mesi il DHS ha adottato un linguaggio sempre più radicato nella cultura pop, inserendo nei suoi contenuti musicali e citazioni che vanno da The Sound of Music a DaBaby, da Frank Sinatra a Vanilla Ice.

L'obiettivo, almeno nelle intenzioni, è quello di avvicinarsi a un pubblico ampio attraverso riferimenti facilmente riconoscibili. Tuttavia, il risultato spesso è l'opposto: invece di creare empatia, queste operazioni finiscono per essere percepite come forzature o addirittura appropriazioni indebite.

Un caso parallelo, avvenuto la stessa settimana, ha visto protagonista il comico Theo Von, la cui voce è stata utilizzata in un video del DHS senza consenso. Von ha preso immediatamente le distanze, chiarendo di non aver approvato l'uso del proprio timbro in un contesto così delicato.

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In quel caso, il dipartimento ha provveduto a rimuovere la clip dopo le critiche. Ma con Pokémon la scelta è stata diversa: il video è ancora attivo, amplificando il dibattito sull'etica di certe pratiche comunicative istituzionali.