Nonostante le cinque nomination agli Oscar 2019, più altri numerosi premi vinti, Green Book non ha convinto la NAACP, la National Association for the Advancement of Colored People, una delle più influenti e antiche associazioni americane per i diritti civili. La critica arriva per bocca del suo presidente Derrick Johnson, in occasione dell'annuncio delle candidature dei premi Image, i riconoscimenti alle persone di colore che si sono distinte nel mondo dell'arte, del cinema e della letteratura, dove il film di Peter Farrelly ha ottenuto solo la candidatura di Mahershala Ali come miglior attore non protagonista. Secondo Johnson, infatti, l'opera è stata una occasione mancata perché non è altro che una sequela di luoghi comuni che edulcorano il delicato tema dell'amicizia interazziale e rilancia gli stereotipi sugli afroamericani.
A essere sotto i riflettori, così racconta Derrick Johnson in un'intervista su The Wrap, sarebbe la sceneggiatura firmata da Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie e Peter Farrelly, ritenuta piena di inesattezze e fin troppo romanzata. "Green Book rilancia uno stereotipo negativo nel ritrarre un uomo nero che viene 'illuminato' da uno bianco - spiega il presidente della NAACP - e segna una battuta d'arresto nella rappresentazione dei personaggi di colore al cinema, in quanto vengono privati ancora una volta delle sfumature necessarie che li rendono reali". A fronte di tutto ciò, viene almeno risparmiata la prova di Mahershala Ali che viene definita invece "grandiosa nononostante sia al servizio di una storia falsa mascherata però in modo tale da sembrare vera e genuina".
Il racconto si basa su fatti realmente accaduti e si concentrano sulla nascita dell'amicizia tra il pianista nero Don Shirley e il suo autista bianco, Tony Vallelonga, che lo accompagna in tour a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. La stessa famiglia di Shirley aveva peraltro già espresso forti perplessità per come era stata resa la vicenda sul grande schermo, accusando Farrelly di aver annacquato la storia attraverso un vero e proprio "concerto di bugie" e si era lamentata rimarcando di non essere mai stata interpellata in nessuna delle fasi della produzione.
Si tratta, indubbiamente, di una nuova tegola per la pellicola - qui la nostra recensione di Green Book - e con ogni probabilità potrebbe andare a incidere pesantemente sui voti finali per gli Oscar 2019, dove concorre per il miglior film, gli attori, protagonista e non, sceneggiatura e montaggio. Nei mesi scorsi, i tweet anti islam - poi rimossi con tanto di scuse - dallo sceneggiatore Nick Vallelonga e i comportamenti fuori luogo del regista ai tempi di Tutti pazzi per Mary, avevano creato non poco imbarazzo.