La presa di posizione dell'Academy contro l'intenzione di Sacha Baron Cohen di presentarsi alla Cerimonia di consegna degli Oscar vestito da dittatore ha sortito un primo risultato. L'Academy si è fatta un feroce nemico nell'Ammiraglio Generale Aladeen, dispotico leader della nazione di Wadiya che stamattina si è recato negli USA per rinunciare agli Oscar e protestare contro l'apparente messa al bando dalla cerimonia di domenica 26 febbraio. Cohen, ospite del The Today Show in onda sulla NBC, ha inviato un videomessaggio agli Stati Uniti promettendo che tra poche ore arriverà "una formale risposta alla scelta dell'Academy of Motion Pictures Arts and Zionists di bandirlo dagli Oscar". A breve sapremo se Sacha Baron Cohen deciderà di partecipare alla serata a fianco di Martin Scorsese e del cast di Hugo Cabret in abiti civili o se rinuncerà alla cerimonia.
Nel frattempo il Managing Director of Membership dell'Academy Kimberly Rouch ha telefonato allo staff della Paramount per informare lo studio che "i biglietti riservati per la star inglese verranno conservati solo se l'Academy riceverà in tempo garanzia che l'attore non si presenterà sul red carpet in costume di scena". Non resta che scoprire che cosa deciderà di fare Sacha Baron Cohen. Le intemperanze dell'interprete di Bruno sono ben note, perciò non ci stupirebbe vederlo apparire all'ultimo momento di fronte al Kodak Theatre abbigliato da dittatore sfidando le ire dell'Academy. Per adesso l'alter ego mediorientale di Cohen minaccia "conseguenze inimmaginabili contro l'Accademy se non verranno ritirate le sanzioni e non verranno restituiti i biglietti a Sacha Baron Cohen". E gli Oscar si tingono di giallo.