Allenamenti estenuanti, diete al limite della sopravvivenza e un viaggio psicologico che diventa quasi allucinatorio: con The Cut, Orlando Bloom e John Turturro raccontano un film che non parla solo di boxe, ma del corpo e della mente messi alla prova fino all'autodistruzione.
Il corpo sotto assedio: la trasformazione di Orlando Bloom
Per calarsi nei panni di un ex campione in cerca di riscatto, Orlando Bloom ha intrapreso un percorso fisico estremo, fatto di allenamenti durissimi e di una dieta che lui stesso definisce alienante. "Ero affamato e nervoso tutto il tempo", racconta, spiegando come un nutrizionista di Los Angeles lo abbia portato a ridurre drasticamente i pasti fino a mangiare solo tonno e cetrioli per settimane.

Una scelta radicale che, oltre a rimodellare il corpo, ha avuto effetti diretti sulla mente: "I pensieri intrusivi, la paranoia, tutto ciò che di solito vedi nei pugili. Questo è quello che ho vissuto anch'io". La sofferenza fisica diventa così un veicolo narrativo, capace di restituire verità a un personaggio che si muove tra desiderio di redenzione e abisso psicologico.
Bloom, allenato da professionisti tra Los Angeles e il Regno Unito, ha scoperto la durezza di uno sport apparentemente semplice ma in realtà fatto di anni di dedizione. "Rispetto i pugili come artisti. È un'arte vera e propria", afferma, ricordando le difficoltà anche solo nel reggere qualche round di sparring. Non si tratta di un film sul ring, precisa, ma su quella lotta invisibile che si consuma dentro la mente: il combattimento più difficile da vincere.
La riscrittura di John Turturro
Accanto a Bloom, John Turturro ha dato vita a un personaggio che inizialmente doveva avere i tratti duri e autoritari di un sergente, sul modello del Whiplash di J.K. Simmons. Ma l'attore ha trasformato quella figura in qualcosa di più ambiguo e inquietante: "Ha portato la seduzione dentro la storia, e tutti sul set sono rimasti a bocca aperta", ricorda Bloom. Una presenza capace di attrarre e manipolare, quasi parassitaria, che si nutre delle fragilità altrui.
Turturro spiega come la sua ispirazione sia arrivata dall'osservazione di un mondo sportivo popolato da allenatori e preparatori spesso falliti, che vivono ai margini delle carriere dei campioni. "Sono persone che esistono davvero nello sport, si attaccano agli atleti per sopravvivere", afferma. In The Cut, questa relazione diventa tossica, sfociando in un rapporto a tre con la compagna e partner di allenamento del protagonista, interpretata da Caitríona Balfe. Una dinamica che, nelle parole dello stesso Turturro, assume le forme di "un triangolo amoroso spaventoso, ma tutto mentale".
La forza del film, diretto da Sean Ellis e distribuito da Republic Pictures, sta nel costruire un thriller psicologico che parte dal corpo per scavare nella mente. La boxe diventa cornice e metafora, ma il vero ring è quello interiore, dove Bloom e Turturro combattono un duello fatto di ossessioni, illusioni e seduzioni pericolose.