Non chiudete i cinema: da Nanni Moretti a Enrico Vanzina, lettera aperta al Governo

Da Nanni Moretti ad Enrico Vanzina un appello accorato: Non chiudete i cinema, già in difficoltà da tempo, ecco il testo della lettera aperta.

È uscito da poco il nuovo DPCM con le misure anti Covid previste per il mondo dello spettacolo e diverse personalità del settore hanno diffuso una lettera aperta per evitare la chiusura dei cinema e delle sale teatrali. Tra i firmatari della lettera figurano Nanni Moretti, Pupi Avati, Enrico Vanzina e Paolo Virzì.

Dopo che è stato ufficializzato che i cinema e i teatri rimarranno chiusi fino al 24 Novembre, numerosi rappresentanti del settore della cultura e dello spettacolo hanno pubblicato alcune lettere aperte da inviare al Ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceshini, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Le lettere vogliono sottolineare gli effetti e le cause di questo nuovo DPCM, che prevede appunto "la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi, anche all'aperto".

Lo stesso Dario Franceschini ha scritto in un tweet: "Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura".

Tuttavia, in alcune delle lettere aperte, create da associazioni culturali e altre figure di rilievo del settore, commentano che "La misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19."

Infatti in quasi tutte queste lettere che circolano sui social o nei rispettivi siti settoriali, vengono riportate alcune statistiche a prova del fatto che: "Oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell'applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori".

Alcune di queste lettere sono state scritte e/o firmate da una serie di assessori alla cultura, tra cui Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale - Roma, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura - Milano, Eleonora de Majo, Assessora alla Cultura e al Turismo - Napoli, Barbara Grosso, Assessora alle Politiche Culturali, dell'Istruzione, per i Giovani - Genova, Francesca Paola Leon, Assessora alla Cultura - Torino, Matteo Lepore, Assessore alla Cultura e al Turismo - Bologna, Paola Mar, Assessora al Patrimonio, Promozione della città, Università, e Toponomastica - Venezia, Paolo Marasca, Assessore alla Cultura - Ancona, Ines Pierucci, Assessora alle Politiche Culturali e Turistiche - Bari, Paola Piroddi, Assessore alla Cultura - Cagliari, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura - Firenze.

Tra le associazioni e gli artisti invece promotrici di queste lettere invece spiccano 100autori, AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema, ANAC Associazione Nazionale Autori Cinematografici, Casa del Cinema di Roma, SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, Gianni Amelio, Pupi Avati, Marco Bellocchio, Francesco Bruni, Massimiliano Bruno, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo, Paolo Taviani, Enrico Vanzina, Paolo Virzì.

Questa la lettera completa che circola da parte dei 100 autori:

"Signor Ministro, la decisione del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e del governo di procedere fino a tutto il mese di novembre alla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto ci lascia attoniti, sorpresi e fortemente critici pur conoscendo il suo impegno a favore della cultura e dei lavoratori dello spettacolo. Nell'attuale situazione sanitaria, di cui siamo ben consapevoli come cittadini e operatori del nostro settore, capiamo che la salute è un bene primario da tutelare ad ogni costo. Sappiamo però altrettanto bene che la cultura è un bene altrettanto primario e che azzerarne oggi una parte fondamentale come quella dello spettacolo è un'azione a nostro avviso priva di logica e utilità. È comprovato infatti che tra le attività di socializzazione, grazie proprio ai severi protocolli sanitari che dallo scorso maggio regolano le proiezioni e gli spettacoli, Cinema e Teatri sono i luoghi più sicuri, dove non si sono registrati casi di contagio. Lo testimoniano le centinaia di proiezioni svoltesi in sicurezza alla Mostra del cinema di Venezia e ancora, proprio in questi giorni, che hanno coinciso con una preoccupante crescita di nuovi contagi, alla Festa del Cinema di Roma dove non sono stati registrati focolai. Addirittura la chiusura sarà a nostro parere controproducente perché l'eliminazione degli unici presidi di socialità sicuri, alternativi alla movida di strada e alla convivialità dei locali di ristorazione, comporterebbe il disorientamento di quella parte della popolazione che è meglio sta reagendo alla crisi pandemica. Tutto ciò dimostra che, grazie al controllo della temperatura all'ingresso, l'uso della mascherina, la drastica riduzione della capienza che garantisce il necessario distanziamento, l'immobilità degli spettatori durante le proiezioni e gli spettacoli, le ampie volumetrie dei locali, la sanificazione al termine di ogni spettacolo, i cinema, i teatri, le sale da concerto sono ad oggi i luoghi più sicuri e protetti della vita sociale. Pertanto la scelta di una nuova chiusura delle sale cinematografiche appare ai nostri occhi, non solo di operatori del settore, ma di spettatori e cittadini, ingiustificata. In un momento in cui si sta lavorando per una faticosa ripresa, costringere i cinema ad interrompere nuovamente l'attività rischia seriamente di compromettere il futuro di un intero settore. Chiediamo un confronto aperto a tutte le categorie per trovare le modalità più idonee per salvaguardare la vita culturale di noi cittadini e un settore altrimenti prossimo all'estinzione".