No Other Land, il regista Hamdan Ballal è stato liberato: "Sta tornando dalla sua famiglia"

Il collega israeliano Yumval Abraham ha annunciato su X la liberazione del cineasta aggredito e arrestato ieri in Cisgiordania.

Primo piano di Hamdan Ballal, co-regista di No Other Land

Hamdan Ballal, uno dei co-registi del collettivo israelo-palestinese del documentario premiato con l'Oscar No Other Land, è stato liberato dopo essere stato aggredito e detenuto ieri in Cisgiordania.

Ad annunciare la sua liberazione è stato il collega Yuval Abraham, attraverso un post pubblicato sul proprio account X. Proprio Abraham, ieri, aveva denunciato quanto accaduto a Ballal.

L'annuncio della liberazione di Hamdan Ballal

"Hamdan è libero e sta per tornare a casa dalla sua famiglia" ha scritto Abraham su X, prima di entrare maggiormente nel dettaglio:"Dopo essere stato ammanettato per tutta la notte e picchiato in una base militare, Hamdan Ballal è ora libero".

Al momento X/Twitter ha dei problemi
e non è possibile caricare il post

Nelle scorse ore cresceva la preoccupazione per le condizioni di salute di Hamdan Ballal, in seguito alla dichiarazione di Abraham che informava dell'aggressione a Ballal da parte dei coloni israeliani fuori dalla sua abitazione nel villaggio in Cisgiordania e il seguente arresto da parte dei soldati.

Gli appelli internazionali per la liberazione di Hamdan Ballal

L'aggressione e la detenzione di Ballal ha scatenato una forte reazione da parte della comunità cinematografica internazionale e americana. Una petizione che ne chiedeva la liberazione è stata firmata da Alex Gibney, Liz Garbus, Maite Alberdi e altri professionisti dello spettacolo.

Anche Mark Ruffalo ha invitato l'Academy e tutti i suoi membri ad agire insieme in segno di protesta. Diversi festival e associazioni internazionali legate al cinema hanno espresso profonda indignazione per quanto accaduto.

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Una sequenza di No Other Land

Hamdan Ballal è uno dei quattro registi che hanno diretto il documentario No Other Land insieme a Basel Adra, Yuval Abraham e Rachel Szor. Il film, girato tra il 2019 e il 2023 documenta la lotta delle comunità palestinesi nei villaggi della zona di Masafer Yatta, in Cisgiordania, di fronte ai tentativi dei coloni e dei soldati israeliani di cancellare le loro case e la loro identità.