Un giudice ha imposto a Netflix il divieto di rilevare alcuni dipendenti della Fox per portarli nella sua azienda. La sentenza, emessa oggi, arriva dopo tre anni di contenzioso in tribunale e accoglie le richieste dello studios ora in mano alla Disney. L'ingiunzione è al momento provvisoria ma dovrebbe diventare definitiva entro pochi giorni, ma è probabile che Netflix ricorra in appello.
Fox ha intentato la causa nel 2016 accusando il colosso streaming di aver indotto due dipendenti a rompere i loro contratti a tempo determinato. Netflix ha ribattuto, sostenendo che Fox costringe i suoi dipendenti a firmare accordi "inconcepibili" che dovrebbero essere dichiarati non validi. Il giudice Mar Gross si era già pronunciato a favore di Fox a giugno sostenendo che i contratti dei due dipendenti, Marcos Waltenberg e Tara Flynn, erano invece validi, ma nonostante ciò, secondo la Fox, Netflix aveva continuato con la sua azione di reclutamento. "Netflix non deve sollecitare i dipendenti soggetti a contratti di lavoro a tempo determinato validi con Fox o indurre tali dipendenti a violare i loro contratti di lavoro a tempo determinato validi con Fox", così si legge nel dispositivo di 48 pagine che però non ha accolto la richiesta di risarcimento nominale danni di un milione di dollari sostenendo che non vi siano prove sufficienti per stabilire l'entità dei danni.
Tale questione, ha affermato, dovrebbe essere lasciata decidere ad una giuria ma, nonostante sia previsto un nuovo processo a gennaio, sembra improbabile che Fox sia disposta a questo punto ad arrivare fino in fondo con una giuria di mezzo. Da parte sua, è probabile che Netflix porti il caso alla 2nd Circuit Court of Appeal: "Come ha scritto il giudice Gross, - così si legge in una loro nota - Fox non è riuscita a dimostrare che sia stata lesa in alcun modo quando due dirigenti hanno deciso di esercitare il loro diritto di passare a Netflix. I contratti illegali di Fox costringono i dipendenti a rimanere intrappolati in lavori che non desiderano più svolgere e con salari molto al di sotto del tasso di mercato. Continueremo a lottare per assicurarci che le persone che lavorano nel settore dell'intrattenimento abbiano gli stessi diritti di tutti gli altri californiani e possano fare le proprie scelte su dove lavorano".